Fra Tommaso Campanella, Vol. 2. Amabile Luigi
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Название: Fra Tommaso Campanella, Vol. 2

Автор: Amabile Luigi

Издательство: Public Domain

Жанр: Зарубежная классика

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СКАЧАТЬ con Davide e S. Paolo. Aggiunge che egli è umiliato troppo, che tutti sono umiliati e flagellati troppo, che egli meritava un premio, che quelli che non credono nelle sue predizioni se ne avvedranno, e qui cita S. Pietro, Isaia etc. concludendo che le profezie si adempiranno, e raccomandando a tutti di agire virilmente e sollevare il loro cuore. – Che questa lettera si debba ritenere diretta a fra Dionisio, come il Berti ottimamente afferma sebbene non ne dica le ragioni, apparisce dal vederla scritta ad uno che si era sdegnato coll'autore, che avea già prima parlato a sproposito, che era in pericolo di non potere sfuggire agli spagnuoli, circostanze tutte riferibili appunto a fra Dionisio. Vi sarebbe solo da obiettare che avendogli il Campanella predetta la morte a 38 anni, nel tempo della congiunzione magna, vale a dire nel 24 10bre 1603 come ci lasciò scritto anche nelle Poesie, fra Dionisio avrebbe dovuto nel 1600 avere 35 anni di età; e sebbene ci facciano difetto le notizie intorno a ciò, mancandone sempre tutti i costituti suoi, l'età di 35 anni nel 1600 non può dirsi probabile per lui, tanto più che conosciamo avere allora il germano fra Pietro l'età di 31 anno, e l'altro germano Ferrante 29131; tuttavia fra le moltissime scorrezioni di entrambi i manoscritti questa potrebbe esser una, e invece di 38 dovrebbe forse leggersi 35. Ma ciò che non persuade si è, che in una lettera confidenziale occorresse esporre tutte quelle giustificazioni estranee a' rimproveri che erano stati mossi, e ripetere tutte quelle profezie e citazioni che fra Dionisio e gli altri compagni aveano dovuto udire già troppe volte, come lo mostrano le deposizioni fatte da alcuni di loro in Calabria. Bisogna quindi dire che in ultima analisi, come gli Articoli profetali delle biblioteche sono certamente un'edizione posteriore rifatta ed ampliata degli Articoli scritti al tempo de' processi, così la lettera che sta in appendice a quelli Articoli dev'essere un'edizione rifatta ed ampliata della lettera scritta dapprima, e quindi un'edizione adattata alle circostanze dell'autore a' tempi ne' quali essa venne rifatta. Vedremo che gli Articoli profetali vennero rifatti nel 1607, con la speranza che sarebbero stati presentati ad alti personaggi, de' quali il Campanella sollecitava l'aiuto; e così l'Appendice avrebbe servito presso costoro, ripetendo gli argomenti che si trovano addotti nella «1a Delineatio defensionum» e poi nelle lettere del 1606-1607, svolti di nuovo in sèguito nella Narrazione; laonde bene a ragione dicevamo trattarsi di un documento apologetico non dissimile da tutti gli altri che si conoscono, e da doversi apprezzare co' criterii medesimi co' quali i detti documenti vanno apprezzati.

      Nulla abbiamo poi a dire circa la ricomposizione del libro della Monarchia di Spagna; ci basterà solo far avvertire che essa venne eseguita realmente nel corso del processo dell'eresia, essendo rimasta sospesa la spedizione della causa della congiura, e continuando il Campanella a dimostrarsi pazzo.

      Ma non c'ingolferemo nel racconto del lungo processo dell'eresia, senza parlare de' premii che da un pezzo i denunzianti e i persecutori della congiura dimandavano, il Vicerè sollecitava, e il Governo di Madrid venne accordando mano mano e senza alcuna fretta. «Non era negotio questo da passar irremunerato; furono riconosciuti non solo dal Conte, ma anche da S. M.tà in molte maniere»: così scrisse il Capaccio vissuto a que' tempi, discorrendo di Fabio di Lauro e Gio. Battista Biblia132. Disgraziatamente i Registri Mercedum rimastici nell'Archivio di Stato, ne' quali insieme con le ricompense si sogliono trovare specificati i servigi, cominciano solo dall'anno 1606; ma altre categorie di scritture forniscono anche notizie di concessioni fatte a questi due sciagurati, ricordando il loro servigio speciale della scoperta della congiura. Per Fabio di Lauro, ne' Registri Sigillorum in data di aprile 1600, troviamo una grazia fatta a sei individui che avevano assassinato fra Maurizio Barracco, altra nostra conoscenza, sicuramente dietro la sua intercessione o «nominatione» come allora si diceva, «stante lo servitio fatto in scoprire la congiura tentata in Calabria, in deservitio de Dio et de sua M.tà» etc.133: ma troviamo pure in data del 3 gennaio 1602 e 3 aprile 1604 una licenza d'arme per lui con altri tre compagni, la qual cosa potrebbe indicare che era obbligato a guardarsi da qualche vendetta134. Per Gio. Battista Biblia poi, abbiamo veduto essergli stato ucciso il fratello Marco Antonio fin dal novembre o dicembre 1599: questo Marco Antonio, dapprima sostituto credenziere, era stato in sèguito nominato percettore della gabella della seta di Catanzaro, con privilegi notati per le esecutorie fin dall'ultimo di febbraio e 12 maggio 1595; ed ecco Gio. Battista Biblia succedergli in questo ufficio con privilegio notato per l'esecutoria il 16 dicembre 1600, ma naturalmente concesso alcuni mesi prima135. Oltracciò i Registri Privilegiorum ce lo mostrano con la data del 12 giugno 1602 insignito del titolo e grado di nobiltà, trasmissibili a' suoi discendenti: e in siffatta occasione troviamo menzionato «il singolare servizio» di avere partecipato al Sovrano «la congiura e perfidia di taluni della stessa città di Catanzaro»136. È del tutto verosimile che la medesima onorificenza, con qualche altra lauta carica, abbia avuta egualmente Fabio di Lauro, e lo confermerebbe il fatto, che alcuni anni dopo il Campanella, nelle sue lettere del 1606, parlò de' «revelanti falsi fatti cavalieri»; ma non ci è riuscito trovarne i documenti. Lo stesso ci è avvenuto per Gio. Geronimo Morano, pel quale le ricompense doverono essere certamente più laute: possiamo soltanto dire che egli non si mosse da Catanzaro e continuò a spadroneggiarvi, ma vi fu gravemente avversato dagli Spina. È certo poi che da Madrid, allorchè si trattava di pure lettere di complimenti, queste non si facevano troppo attendere, ma allorchè si trattava di ricompense sode, queste venivano con comodo e dopo maturi consigli. E p. es. il Principe della Roccella non tardò ad avere, in data de' 27 aprile 1600, una lettera del Re, pubblicata dall'Adimari nella Storia della famiglia Carafa e ripubblicata dal Baldacchini, con la quale Filippo III diceva che avrebbe nelle occasioni tenuto presente l'avviso avuto dal Vicerè «de la promptitud con que acudistes à la defensa de las cosas de Calabria, en la ocasion dela venida dela Armada Turquesca el año passado, y el cuydado con que os empleastes en atajar la coniuracion que algunos tratavan en aquella Provincia». Ma, utilitario qual era, il Principe si fece anche cedere dal Conte di Condeianni D. Gio. Battista Marullo le difese di Bianco e Condeianni involte in una grossa vertenza col Fisco, e iniziò una favorevole transazione su questo capo, inoltre chiese un comando di gente d'arme (titolo di alto onore, con buon soldo, senza obbligo di servizio); scorse allora molto tempo, ma infine ottenne, oltre la transazione desiderata, un posto di Consigliere del Collaterale, con la promessa che dandosi l'occasione sarebbe stato tenuto presente pel posto di Capitano di gente d'arme137. Quanto a Carlo Spinelli, fatta una dimanda formale, con l'esposizione di tutti i suoi meriti, e tra gli altri quello della diligenza e premura usata «en acquietar y guardar la provincia de Calabria dela armada del Turco y alboroto que alli occurrìo el año passado», onde sollecitava o la proprietà del comando della cavalleria che teneva interinalmente, o l'aumento della pensione di. D.ti 400 che godeva, sempre con la facoltà della trasmissione a vita a un suo nipote, dovè attendere che il Vicerè e il Consiglio Collaterale dessero il loro parere sulla dimanda. I lettori troveranno ne' Documenti da noi raccolti la lettera Regia con la quale veniva ordinato l'invio di tale parere138; ed aggiungiamo che non prima del 4 settembre 1601 fu accordato allo Spinelli il posto di Capitano della cavalleria pesante, «avendo per aggiunto con futura successione D. Scipione Sanseverino Marchese di S. Donato suo pronipote da sorella» che egli nominò139; così questo giovane cavaliere, Marchese dal 1598 e subito promosso Duca il 20 settembre 1602, favorito dallo zio Spinelli e dal padrigno Reggente Costanzo, divenne sempreppiù scapestrato e prepotente, nè a caso parliamo di lui, dovendo incontrare anche la sua sorella nel corso di questa narrazione. Maggior tempo ancora dovè attendere D. Carlo Ruffo, per vedere accolte le dimande fatte: abbiamo intorno a lui solamente il Privilegio col quale gli si concede la dignità e il grado di Duca di Bagnara, con la circostanza dell'averlo dimandato; esso è in data del 19 gennaio 1603140. Come si vede, D. Carlo saltò da Barone a Duca, pe' meriti suoi, di tutta la sua famiglia e de' maggiori, secondo l'espressione del Privilegio; e il Campanella fu pur troppo la causa principale di tante grandezze.

      Naturalmente non venne dimenticato lo Xarava e neanche fra Cornelio. Documenti СКАЧАТЬ



<p>131</p>

Ved. per Ferrante la Numerazione de' fuochi riportata nella nota alla pag. 10 del vol. 1.o; per fra Pietro ved. la sua prima deposizione innanzi al Vescovo di Gerace (Doc. 294, pag. 226).

<p>132</p>

Ved. Capaccio, Il Forastiero, Nap. 1634, pag. 503.

<p>133</p>

Ved. Doc. 229 pag. 120. Il poter «nominare» delinquenti, per farli indultare, era uno de' diversi modi di compensi pro meritis: nel caso del Lauro la nominazione fatta non è espressa, ma s'intende, mentre in altri casi è espressa. Ne citiamo uno relativo ad un soggetto del quale anche si è parlato in questa narrazione: «a 17 de marzo 1594 indulto et gratia facta à Prospero morales de peczolo per l'homicidio commesso in persona de mutio costantino stante lo servitio facto per battista de amicis d'havere dato in mano dela corte Marco sciarra e nominatione facta in persona de decto prospero». Ma generalmente era questa una delle concessioni minori, che si accompagnavano ad altre di maggiore entità.

<p>134</p>

Ved. i Reg. Sigillorum vol. 40 e 42. – 1.o «3 Gennaro 1602. Licentia de arme in persona de Fabio de Lauro, pietro de lauro, mauritio spina et ferrante de lauro». – 2.o «3 de aprile 1604. Licentia de arme in persona de fabio de lauro, pietro de lauro, mutio spina (sic) et ferrante de lauro».

<p>135</p>

Ved. i Reg. Sigillorum vol. 31 (an. 1595) e vol. 37 (an. 1600); in quest'ultimo si legge: «A dì 16 xbro, Privilegio del off.o di perceptore della seta della città di Catanzaro in persona de Gio. Battista Biblia».

<p>136</p>

Ved. Doc. 231, pag. 120.

<p>137</p>

Ved. i Reg. Litterarum S. M.tis vol. 12, (an. 1602-1610) fol. 545. Re Filippo dice al Vicerè che approva la transazione proposta dal Principe, ed aggiunge: «y por obligar le mas, he tenido por bien de le honrrar y hazer merced de una plaça del Conseio Collateral de que se le embiara su Titulo como se lo dereis de mi parte, y que en lo de la Compania de gente de armas que pide, en las ocasiones que se offroscieren se tenra con su persona y meritos la cuenta que es razon para hazer le la merced que huviere lugar». La lettera è in data del 12 luglio 1606.

<p>138</p>

Ved. Doc. 232, pag. 121.

<p>139</p>

Ved. i Reg. Privilegiorum vol. 125 (an. 1602) fol. 13. t.o; e confr. i Reg. Officiorum Suae Maj.tis vol. 1.o fol. 202.

<p>140</p>

Reg. Privilegiorum vol. 123 (an. 1602-1603) fol. 128.