Fra Tommaso Campanella, Vol. 2. Amabile Luigi
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Название: Fra Tommaso Campanella, Vol. 2

Автор: Amabile Luigi

Издательство: Public Domain

Жанр: Зарубежная классика

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isbn:

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СКАЧАТЬ style="font-size:15px;">      Ved. Toppi, De origine omnium tribunalium, Neap. 1655-66, vol. 2o, pag. 187.

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      Il Nunzio gli era anche molto amico, siccome si rileva da un'altra sua lettera del 1o giugno 1601, dove si legge: «Fra tutti i Ministri che son qua di S. M.tà Cattolica non ho maggiore domestichezza che con il Consigl. Pietro di Vera d'Aragonia, che mi fu dato per Collega da N. S.re ne

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Così nel Carteggio del Residente di Venezia; ved. Doc. 184, pag. 94.

2

Ved. nel Carteggio Vicereale il Doc. 36, pag. 42.

3

Ved. Doc. 382, pag. 395.

4

Ved. Doc. 307, pag. 256.

5

Ved. Doc. 373, pag. 383.

6

Ved. Doc. 61, pag. 53.

7

Ved. Doc. 209, pag. 109.

8

La serie de' Notamentorum che si è salvata dalle tante sciagure dell'Archivio di Stato comincia appena col 1610, e non vi manca la risoluzione presa quando, dopo 26 anni, il Campanella fu liberato; così avremmo avute egualmente tutte le altre risoluzioni prese ogni volta intorno a' principali imputati e a' diversi gruppi degl'imputati minori.

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Pel De Ponte come Consigliere, ved. Reg. Sigillorum v. 30, a. 1594, a 17 10bre; come Deputato della pecunia, ved. Reg. Curiae v. 43, fol. 11, let. del 18 giugno 1598. Intorno alla famiglia o alle notizie biografiche ved. Santanna, Della Storia genealogica della famiglia del Ponte, Nap. 1708, pag. 98 etc.

10

Ved. Registri Privilegiorum vol. 141, fol. 120.

11

Ved. per tutte lo notizie sul Sances, De Lellis, Discorsi delle famiglie nobili del Regno di Napoli, Nap. 1654-71, voi. 2.o part. 3a p. 390; pel parentado co' Morano ved. specialmente Della Marra Duca della Guardia, Discorsi delle famiglie estinte, forastiere, o non comprese ne' Seggi di Napoli, Nap. 1642 p. 264.

12

Ved. Doc. 54, pag. 51.

13

Ved. Doc. 52, pag. 50.

14

Ved. Doc. 365, pag. 365.

15

Ved. Doc. 394, pag. 455 e seg.ti.

16

Ved. Doc. 62 e 65, pag. 54 e 55.

17

Ved. Registri Sigillorum vol. 31 (an. 1595) 1o 10bre; vol. 32 (an. 1596) 9 7bre e 16 7bre. Inoltre De Lellis, Discorsi delle famiglie nobili etc. Nap. 1654 vol. 1o, pag. 399.

18

Cons. Doc. 304, pag. 246.

19

Ved. Doc. 64, pag. 54.

20

Ved. Doc. 67, pag. 56.

21

Ved. Doc. 37, pag. 42.

22

Ved. Doc. 39, pag. 13.

23

Ved. Toppi, De origine omnium tribunalium, Neap. 1655-66, vol. 2o, pag. 187.

24

Il Nunzio gli era anche molto amico, siccome si rileva da un'altra sua lettera del 1o giugno 1601, dove si legge: «Fra tutti i Ministri che son qua di S. M.tà Cattolica non ho maggiore domestichezza che con il Consigl. Pietro di Vera d'Aragonia, che mi fu dato per Collega da N. S.re nella causa della rebellione».

25

Ved. Doc. 38, pag. 43.

26

Ved. Doc. 325, pag. 276.

27

Ved. la nostra Copia ms. de' processi ecclesiast. tom. 2o fol. 173-1/2.

28

Un ms. posseduto dal Minieri-Riccio dà notizie delle fosse oscure, delle iscrizioni, delle ossa «rinvenute ne' sotterranei della torre Aragonese in occasione della fabbrica di una stufa per la nuova fonderia, di cannoni di ferro». La qualificazione della torre è uno sbaglio del raccoglitore delle iscrizioni, poichè la fonderia esiste sempre ed è facile vedere dove corrispondano i suoi fornelli. Le iscrizioni trovate leggibili rimontano solo al 1660; una del 1698 è di un tale che da 27 giorni vi si trova per essere andato incontro al Cardinale Principe di Savoia; spaventevole è quella di un tale, che impreca a' suoi parenti, i quali, per salvarsi, l'hanno fatto menare in quel posto, senza luce e tutto nudo, ove cerca la morte per finire di penare, e residui di scheletro ivi giacenti fanno pensare che vi trovò la morte. Ved. Catalogo de' MS. della Bibl. di Minieri-Riccio voi. 3o Nap. 1869, pag. 158.

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Ved. Doc. 421, pag. 527. Quivi specificatamente si notano tutte queste cose, attestate da fra Pietro Ponzio; e fra Pietro, per sua scusa, potè bene inventare che il Campanella trasmettesse i suoi Sonetti a Maurizio, calandoli giù dalla finestra, ma non inventare che la finestra di Maurizio si trovasse sotto quella del Campanella. D'altronde anche nella confessione ultima di Maurizio vedremo fatta menzione di parole scambiate tra lui e il Campanella nelle carceri di Napoli, e questo non potè accadere che dalle finestre.

30

Ved. Doc. 376, pag. 386.

31

Rimanga ben chiaro che il processo fu propriamente intitolato «di tentata ribellione»; solo pel vantaggio della brevità noi diciamo «processo della congiura», la quale maniera di esprimerci è del resto consentanea all'altra anzidetta, e certamente preferibile a quella che troviamo pure usata negli Atti e ne' Carteggi, cioè «processo di ribellione».

32

Ved. i Doc. 441 e 442, pag. 551.

33

Abbiamo fatto avvertire altrove (vol. 1.o p. 303) che potevano i Giudici, pe' delitti di lesa Maestà servirsi de' più gravi tormenti, ma non di tormenti nuovi. Qui aggiungiamo che lo stesso Farinacio cita la veglia, aggravata da successive modificazioni, col precetto «non habeatur nisi in vere atrocissimis ut laesa Majestate, assassiniis famosis et similibus» (De indiciis et tortura Ven. 1649 p. 348). Aggiungiamo ancora che Maurizio, malgrado fosse nobile, poteva essere sottoposto a tortura trattandosi di lesa Maestà, ed anzi a tortura più atroce, perchè «Nobilitas saepe auget delictum» secondo la massima del Gigante (De crimine les. Majest. Ven. 1588 fol. 67).

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1. o Ne' Reg.i Curiae, vol. 46, (an. 1599-1601) fol. 10 si legge: «All'Audientia di Calabria ultra. Per alcune cause et degni rispetti moventi nostra mente ce è parso provedere et ordinare che D. Camilla morano figlia del q.m Barone di Gagliati di questa città di Catanzaro non sia amossa dal Mon.io di S.ta Chiara di detta città, dove al presente se ritrova per ordine di quessa R.a Audientia… 18 julii 1601». – 2.o Ibid. vol. 49. (an. 1599-1601) fol. 114 t.o si legge: «All'Auditor don Sancio di miranda. Per lettera delli 15 del passato mese de luglio havemo visto quanto per voi è stato provisto nel particolare del matrimonio di donna Camilla Morana figlia del barone di Gagliano havendola posta nel monasterio di S.ta Chiara di quessa città che il tutto sta molto ben fatto. et circa quello che ci dite che donna Anna sancez matre di detta donna Camilla tiene per sospetto il detto monasterio et per darli satisfatione l'haveti offerto un altro, gia che le parte senne contentano, vi dicimo che debbiate dar sodisfatione à detta donna anna circa il mutare detta donna Camilla sua figlia in altro monasterio come vi parerà meglio, non obstante l'ordine nostro che non si dovesse mutare da detto monasterio senza altro ordine che tale è mia voluntà et intentione. Datum neap. die 4 augusti 1601». – Il primo figlio di Gio. Geronimo Morano, Gio. Antonio, invece di D.a Camilla sua cugina sposò D.a Cornelia Ricca de' Signori dell'Isola (ved. Duca della Guardia. Discorsi delle famiglie nobili etc. Nap. 1641 pag. 264).

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Il feudo di Burgorusso, già difesa per le razze de' cavalli di Corte sotto gli Aragonesi, concesso poi al Conte di S.a Severina, era passato fin dal cadere del 1400 a Geronimo de Connestavulo subfeudatario del d.to Conte, e Francesca de Connestavulo lo recò in dote a Gio. Francesco Morano fin dal principio del 1500; era quindi già da un secolo posseduto da' Morano, onde poi con D.a Camilla Morano passò al Sances sud.to che divenne anche Marchese di Gagliato (ved. Reg.i delle Significatorie СКАЧАТЬ