Una morte e un cane. Фиона Грейс
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Название: Una morte e un cane

Автор: Фиона Грейс

Издательство: Lukeman Literary Management Ltd

Жанр: Зарубежные детективы

Серия:

isbn: 9781094305301

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      “L’igiene è l’ultimo dei suoi problemi,” disse Buck con tono beffardo, voltandosi a guardare Tom che ora aveva in volto un’espressione leggermente mortificata. “La vostra cioccolata sa di spazzatura!”

      “La cioccolata inglese e quella americana sono diverse,” disse Lacey, sentendo il bisogno di lanciarsi in difesa di Tom.

      “Lasci perdere,” rispose Buck. “Ha un sapore orribile! E la regina mangia questa schifezza? Se devo proprio dirlo, le servirebbero dei buoni prodotti importati.”

      In qualche modo Tom riuscì a mantenere la calma, anche se Lacey stava davvero fumando per l’atteggiamento di entrambi gli avventori.

      Quell’uomo bruto e quella miserabile smorfiosa di sua moglie uscirono dal negozio e Tom prese una salvietta per pulire la cioccolata sputata che si erano lasciati dietro.

      “Che maleducati,” disse Lacey incredula mentre Tom puliva.

      “Stanno al B&B di Carol,” spiegò guardandola dalla sua posizione accucciata a terra, mentre strofinava in cerchio la salvietta sulle piastrelle. “Ha detto anche lei che sono orribili. L’uomo, Buck, rimanda in cucina ogni singola cosa che ordina da mangiare, dopo averne mangiata mezza, sia ben chiaro. La moglie continua a lamentarsi che shampoo e saponi le fanno venire delle irritazioni, ma ogni volta che Carol le dà qualcosa di nuovo, i precedenti sono misteriosamente spariti.” Si alzò scuotendo la testa. “Stanno facendo impazzire tutti.”

      “Huh,” disse Lacey, ficcandosi in bocca l’ultimo pezzetto di croissant. “Allora mi dovrei considerare fortunata. Dubito che si interessino di antiquariato.”

      “Tocca ferro, Lacey. Non vorrai richiamarti addosso il malocchio.”

      Lacey stava per dire che non credeva a superstizioni del genere, ma poi pensò all’anziano di prima e alla ballerina, e decise che era meglio non sfidare il fato.

      “Okay, sto zitta. Malocchio, restatene a casa tua. Ora farò meglio ad andarmene. Ho ancora un sacco di oggetti da valutare prima dell’asta di domani.”

      La campanella suonò ancora e Lacey vide un bel gruppo di bambine che entrava di corsa. Erano vestite da festa e avevano dei cappellini in testa. In mezzo a loro c’era una bimba bionda e paffuta con un vestito da principessa e un palloncino all’elio in mano che gridava al vento: “È il mio compleanno!”

      Lacey si voltò verso Tom con un sorrisino beffardo in volto. “A quanto pare sei abbastanza impegnato qui.”

      Lui sembrava stupito e piuttosto apprensivo.

      Lacey saltò giù dallo sgabello, gli diede un fuggevole bacio sulle labbra e lo lasciò alla mercé di quella mischia di ragazzine di otto anni.

      *

      Tornata al negozio, Lacey si rimise a valutare gli ultimi articoli navali per l’asta di domani.

      Era particolarmente emozionata di un sestante che aveva recuperato da un posto completamente improbabile: una vendita di beneficienza. Ci era entrata solo per comprare la console retrò per videogiochi che avevano messo in vetrina – un oggetto che sapeva sarebbe piaciuto un sacco a suo nipote Frankie, ossessionato dai computer – e lì l’aveva visto. Un sestante a doppia cornice del diciannovesimo secolo, rivestito di mogano e con il manico in ebano! Era appoggiato su uno scaffale tra tazze di scarso valore e alcuni vomitevoli modelli di orsacchiotti.

      Lacey non aveva creduto ai propri occhi. Era una novellina dell’antiquariato, dopotutto. Una scoperta del genere poteva appartenere solo alle sue più recondite speranze. Ma quando si era avvicinata per guardare meglio, aveva visto che sotto alla base erano state inscritte le parole ‘Bate, Poultry, Londra’, che le confermarono che stava tenendo in mano un raro originale Robert Brettell Bate!

      Lacey aveva subito chiamato Percy, sapendo che sarebbe stata l’unica persona al mondo a provare la stessa emozione che aveva lei in corpo in quel momento. Aveva avuto ragione. La reazione dell’uomo era stata quella di un bambino che si sveglia la mattina di Natale.

      “Cosa intendi farne?” le aveva chiesto. “Dovrai fare un’asta. Un oggetto raro come quello non si può semplicemente mettere in eBay. Merita maggiore riguardo.”

      Sebbene Lacey fosse sorpresa di scoprire che uno dell’età di Percy sapesse cosa fosse eBay, la sua mente era rimasta aggrappata alla parola asta. Poteva farlo? Organizzarne un’altra così presto dopo la prima? Nella precedente aveva avuto un’intera magione piena di mobili in stile vittoriano da vendere. Non poteva tenere un’asta solo per questo oggetto. E poi le sembrava immorale comprare un oggetto antico da una vendita di beneficienza, sapendo quale fosse il suo reale valore.

      “Lo so,” aveva quindi risposto, colpita da un’idea. “Userò il sestante come esca, come maggiore attrazione di un’asta generale. Poi, qualsiasi guadagno io tragga dalla sua vendita, potrà andare a questo negozio.”

      Questo avrebbe risolto due dilemmi: la spiacevole sensazione di comprare qualcosa a un costo di molto inferiore al reale valore, e cosa fare dell’oggetto non appena ne fosse entrata in possesso.

      E così l’intero piano aveva preso forma. Lacey aveva comprato il sestante (e la console, che nell’eccitazione aveva quasi dimenticato di portarsi a casa), decidendo il tema navale per l’asta. Poi si era messa al lavoro, curando l’organizzazione e facendo pubblicità.

      Il campanello sopra alla porta suonò, risvegliando Lacey dai suoi sogni a occhi aperti. Lei sollevò lo sguardo e vide la sua vicina di casa, Gina, con i suoi capelli grigi e il solito cardigan, che entrava in negozio con Boudicca, il suo Border Collie, al seguito.

      “Cosa ci fai qui?” le chiese. “Pensavo ci dovessimo vedere per pranzo.”

      “Giusto!” rispose Gina, indicando un grosso orologio in ottone e ferro battuto che stava appeso alla parete.

      Lacey si voltò a guardare. Insieme a tutto ciò che si trovava nell’Angolo Nordico, l’orologio era tra i suoi elementi decorativi preferiti in negozio. Era un pezzo di antiquariato (ovviamente) e pareva che un tempo fosse stato appeso in una fabbrica vittoriana.

      “Oh,” esclamò notando finalmente l’ora. “È l’una e mezza. Di già? La mattinata è volata.”

      Era la prima volta che le due amiche avevano pianificato di chiudere il negozio per un’ora e avere un pranzo come si deve insieme. ‘Pianificato’ nel senso che Gina aveva versato a Lacey un po’ troppo vino una sera e aveva insistito alla grande, fino a convincerla ad accettare. Era vero che praticamente ogni persona del posto o visitatore a Wilfordshire passava comunque la pausa pranzo in una caffetteria o in un pub, piuttosto che venire a guardare le mensole di un negozio di antiquariato, e che era molto improbabile che l’ora di chiusura interferisse in maniera negativa sugli affari di Lacey, ma ora lei era venuta a sapere che oggi era festa nazionale e iniziava ad avere dei ripensamenti.

      “Forse dopotutto non è una buona idea,” disse Lacey.

      Gina si mise le mani sui fianchi. “Perché? Che scusa ti è venuta in mente adesso?”

      “Beh, non mi ero accorta che fosse festa oggi. C’è in giro un sacco di gente in più rispetto al solito.”

      “Un sacco di gente, un sacco di clienti,” disse Gina. “Perché ciascuno di essi tra dieci minuti sarà seduto СКАЧАТЬ