Una morte e un cane. Фиона Грейс
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Название: Una morte e un cane

Автор: Фиона Грейс

Издательство: Lukeman Literary Management Ltd

Жанр: Зарубежные детективы

Серия:

isbn: 9781094305301

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СКАЧАТЬ un’occhiata furente dietro le spalle, fuori dalla finestra. Fissò la donna, seguendola mentre andava allegramente verso il retro del furgone, come se non ci fosse niente al mondo a preoccuparla. L’irritazione di Lacey nei suoi confronti era sempre più palpabile. “Se c’è qualcuno che ha colpe, qui, è l’autista del furgone.” Strinse le mani in due pugni. “Sembra quasi che l’abbia fatto apposta! Ahi!”

      Lacey sentì qualcosa di affilato in mano. Aveva stretto così forte il braccio spezzato della ballerina, da graffiarsi la pelle.

      “Oh!” esclamò l’uomo vedendo la piccola goccia di sangue che sgorgava dal palmo di Lacey. Afferrò il pezzetto di cristallo dalla sua mano, come se a toglierlo potesse in qualche modo riparare la ferita. “Si sente bene?”

      “La prego di scusarmi un secondo,” disse Lacey.

      Andò verso la porta, lasciando dietro di sé il confuso cliente – con una ballerina rotta in una mano e il braccio staccato nell’altra – e si diresse verso la strada, andando dritta verso la sua nemica.

      “Lacey!” disse Taryn con espressione raggiante mentre apriva la porta posteriore del furgone. “Spero non ti spiaccia se parcheggio qui. Devo scaricare lo stock della nuova stagione. Non è l’estate la stagione migliore per la moda?”

      “Non è assolutamente un problema se parcheggi lì,” disse Lacey. “Ma è un problema guidare così veloce sopra a un rallentatore. Sai che quel rallentatore è giusto di fronte al mio negozio. Il rumore ha fatto quasi venire un infarto al mio cliente.”

      Notò poi che Taryn aveva parcheggiato in modo che il grosso furgone impedisse la visuale dal negozio di Lacey alla pasticceria di Tom, dall’altra parte della strada. Anche quello era stato fatto decisamente apposta!

      “Capito,” rispose Taryn con falsa allegria. “Quando porterò gli abiti della collezione autunno inverno vedrò di guidare più piano. Ehi, dovresti fare un salto dentro quando avrò sistemato questa roba. Dare una rinfrescata al tuo guardaroba. Viziati, te lo meriti.” Squadrò Lacey da capo a piedi. “Ed è certamente ora di farlo.”

      “Ci penserò,” disse Lacey con tono indifferente, emulando il falso sorriso di Taryn.

      Nel momento in cui voltò le spalle alla donna, il suo sorriso si trasformò in una smorfia. Taryn era davvero la regina dei complimenti equivoci.

      Quando fu tornata nel suo negozio, Lacey scoprì che l’anziano signore ora stava aspettando al bancone e una seconda persona era entrata: un uomo in abito nero. Stava osservando lo scaffale con tutti gli articoli nautici che Lacey intendeva mettere all’asta il giorno dopo, mentre Chester sorvegliava attento. Anche a distanza si sentiva il profumo del dopobarba dell’uomo.

      “Sono da lei fra un momento,” disse Lacey al nuovo cliente mentre si affrettava a raggiungere l’altra parte del negozio, dove l’anziano gentiluomo stava aspettando.

      “Come sta la sua mano?” le chiese l’uomo.

      “Benissimo,” rispose lei guardando il graffietto sul palmo, che già aveva smesso di sanguinare. “Scusi se sono uscita così di fretta. Dovevo…” scelse le parole con attenzione, “occuparmi di una cosa.”

      Lacey era determinata a non permettere a Taryn di schiacciarla. Se avesse concesso alla proprietaria della boutique di farla arrabbiare, sarebbe stato come farle segnare punto.

      Mentre scivolava dietro al bancone, Lacey notò che l’anziano signore vi aveva posato sopra la statuina rotta.

      “Vorrei acquistarla,” disse.

      “Ma è rotta,” ribatté Lacey. Era evidente che l’uomo stava cercando di essere gentile, anche se non aveva motivo di sentirsi in colpa per il danno. Non era davvero stata colpa sua.

      “La voglio comunque.”

      Lacey arrossì. Era davvero ostinato.

      “Può almeno permettermi di provare ad aggiustarla?” gli chiese. “Ho della colla super forte, e…”

      “Non se ne parla!” la interruppe l’uomo. “La voglio così. Vede, ora mi ricorda ancora di più mia moglie. Era proprio quello che stavo per dire, quando poi mi è caduta. Lei era la prima ballerina della Royal Ballet Society, con una disabilità.” Sollevò la statuina, facendola rigirare alla luce, che fece brillare il braccio destro, ancora elegantemente disteso, anche se interrotto e spezzato al gomito. “Ballava con un braccio.”

      Lacey inarcò le sopracciglia e rimase a bocca aperta. “Davvero?”

      L’uomo annuì compiaciuto. “Assolutamente! Non capisce? È stato un segno da parte sua.”

      Lacey non poteva che essere d’accordo. Lei stesse stava cercando i suoi fantasmi, dopotutto, nello specifico suo padre, quindi era particolarmente sensibile ai segnali dell’universo.

      “Allora ha ragione. Deve prenderla,” gli disse. “Ma non posso fargliela pagare.”

      “È sicura?” le chiese l’uomo, sorpreso.

      Lacey lo guardò raggiante. “Dico sul serio! Sua moglie le ha inviato un segno. La statuina è sua di diritto!”

      L’uomo parve commosso. “Grazie.”

      Lacey iniziò ad incartare la ballerina con della carta-tessuto. “Assicuriamoci che non perda altri pezzi, eh?”

      “Vedo che terrà un’asta,” disse l’uomo, indicando la locandina appesa alla parete, alle sue spalle.

      Diversamente dai grezzi poster fatti a mano che avevano pubblicizzato la sua ultima asta, Lacey aveva fatto preparare queste professionalmente. La locandina presentava immagini prese dal mondo della nautica: barche e gabbiani, con un contorno blu e bianco che ricordava il simbolo di Wilfordshire, in onore della sua ossessione per la cittadina.

      “Giusto,” confermò Lacey, sentendo l’orgoglio che le gonfiava il cuore. “È la mia seconda asta. La organizzo esclusivamente per articoli navali antichi. Sestanti. Ancore. Telescopi. Venderò una completa gamma di tesori. Magari può farle piacere partecipare?”

      “Può darsi che venga,” rispose l’uomo con un sorriso.

      “Le metto un volantino nel sacchetto.”

      Lacey completò la confezione e porse all’uomo la sua preziosa statuina. Lui ringraziò e uscì.

      Lacey lo guardò allontanarsi, ancora toccata dalla storia che aveva condiviso con lei. Poi ricordò che aveva un altro cliente di cui occuparsi.

      Si voltò per offrire all’uomo la propria attenzione, ma si accorse che se n’era andato. Era scivolato fuori silenziosamente, senza farsi notare, prima ancora che lei avesse la possibilità di vedere se avesse bisogno di aiuto.

      Si avvicinò alla zona che il cliente aveva osservato: lo scaffale più basso dove aveva messo gli scatoloni pieni degli articoli che intendeva vendere all’asta il giorno dopo. Un biglietto scritto da Gina diceva: Nessuno di questi articoli è in vendita. Verrà messo tutto all’asta! Aveva aggiunto sotto quello che sembrava lo scarabocchio di un teschio con due ossa incrociate, evidentemente confondendo la tematica navale con quella piratesca. Lacey sperava che il cliente avesse visto il biglietto e che sarebbe quindi tornato l’indomani СКАЧАТЬ