Название: Una morte e un cane
Автор: Фиона Грейс
Издательство: Lukeman Literary Management Ltd
Жанр: Зарубежные детективы
isbn: 9781094305301
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Sarebbe andata così anche nella sua relazione con Tom? Un periodo di luna di miele che alla fine si sarebbe esaurito?
“Cosa pensi?” le chiese Tom, la voce che si intrometteva nel suo ansioso rimuginare.
Lacey quasi sputò il suo tè. “Niente.”
Tom inarcò il sopracciglio. “Niente? La cicoria ha avuto un impatto così limitato su di te che tutti i pensieri hanno abbandonato la tua testa?”
“Oh, intendevi la cicoria!” esclamò lei arrossendo.
Tom sembrava ancora più divertito. “Sì, di cos’altro dovrei parlare?”
Lacey posò maldestramente la tazza di Diana sul piattino, sbattendola con un po’ troppa forza. “Buono. Ha un retrogusto di liquerizia. Gli do otto.”
Tom fischiò. “Wow. Voto alto. Ma non basta per rubare il podio all’Assam.”
“Ci vuole un tè eccezionale per battere l’Assam.”
Il suo momentaneo terrore che Tom potesse leggere nel pensiero svanì, e Lacey riportò la propria attenzione alla colazione, assaporando i sapori della marmellata di albicocche fatta in casa, combinata con le mandorle tostate e il delizioso impasto al burro. Ma anche quel cibo gustoso non poteva impedire che la sua mente si arrovellasse con pensieri della conversazione che aveva avuto con David. Era la prima volta che sentiva la sua voce da quando se n’era frettolosamente andato dal loro appartamento nella Upper East Side con la sua dichiarazione di separazione che diceva: “Ti contatterà il mio avvocato!”, e qualcosa nel suono della sua voce le aveva ricordato che meno di un mese fa era stata una donna sposata relativamente felice, con un lavoro stabile, un salario e una famiglia vicina nella città doveva aveva sempre vissuto. Senza neanche sapere che lo stava facendo, aveva isolato la sua vita passata a New York erigendo una solida parete nella propria mente. Era una strategia che aveva elaborato da bambina quando aveva dovuto gestire il dolore per l’improvvisa scomparsa di suo padre. Evidentemente, sentire la voce di David aveva scosso le fondamenta della parete.
“Dovremmo andare in vacanza,” le disse Tom improvvisamente.
Ancora una volta, Lacey sputò il cibo che aveva in bocca, ma Tom evidentemente non lo notò, perché continuò a parlare.
“Appena torno dal mio corso sulla focaccia, dovremmo concederci entrambi una pausa. Abbiamo lavorato tantissimo, ce lo meritiamo. Possiamo andare alla mia città natale, nel Devon, così ti posso mostrare tutti i posti che adoravo da bambino.”
Se Tom l’avesse suggerito ieri, prima della sua chiamata con David, Lacey avrebbe potuto probabilmente farci un pensierino. Ma improvvisamente l’idea di fare progetti a lungo termine con il suo nuovo compagno – anche se si trattava solo di una settimana – le sembrava un grosso rischio. Ovviamente Tom non aveva nessun motivo per non essere così sicuro della sua vita. Ma Lacey stessa aveva davvero divorziato da poco. Era entrata nel mondo relativamente stabile di Tom in un momento in cui ogni singolo pezzo della sua esistenza era stato invece devastato: il suo lavoro, la sua casa, il suo paese e addirittura il suo stato sentimentale! Era passata da fare da babysitter a suo nipote Frankie, mentre sua sorella Noemi passava da un appuntamento disastroso all’altro, all’occuparsi delle pecore che venivano a brucare nel suo giardino. Dall’essere comandata a bacchetta dalla sua capa Saskia nella ditta di interior design dove lavorava, ai viaggi nei negozi di antiquariato di Mayfair a Londra con la sua particolare vicina di casa, sempre avvolta nel suo cardigan, e con due cani da pastore al seguito. Erano stati un sacco di cambiamenti da metabolizzare in così poco tempo, e lei non era del tutto certa di dove fosse ora la sua mente.
“Dovrò vedere quanto sono impegnata con il negozio,” rispose con fare noncurante. “L’asta mi sta richiedendo più lavoro di quanto pensassi.”
“Certo,” disse Tom, apparentemente ignaro dei suoi reali pensieri. Cogliere sottigliezze e sottotesti non sembrava essere il suo forte, e questa era un’altra cosa che Lacey apprezzava di lui. Lui prendeva tutto quello che lei diceva come sacrosanta verità. Diversamente da sua madre e sua sorella, che andavano a vivisezionare ogni singola parola che lei diceva, per Tom non c’era nessun tentativo di indovinare o interpretare secondi significati. Quello che vedeva era quello che coglieva.
Proprio allora il campanello sopra alla porta tintinnò e lo sguardo di Tom scattò oltre la spalla di Lacey. Lei guardò la sua espressione trasformarsi in una smorfia, prima di riportare gli occhi su di lei.
“Fantastico,” mormorò sottovoce. “Mi stavo chiedendo quando sarebbe stato il mio turno di ricevere una visita da Pincopanco e Pancopinco. Devi scusarmi.”
Si alzò e fece il giro del bancone.
Curiosa di vedere chi potesse suscitare una reazione così viscerale da parte di Tom – un uomo che era noto per la sua tranquillità e gradevolezza – Lacey ruotò sul suo sgabello.
I clienti che erano entrati nella pasticceria erano un uomo e una donna, e sembravano essere appena usciti da set di Dallas. L’uomo indossava un abito celeste e un cappello da cowboy. La donna – molto più giovane di lui, da quanto notò Lacey, come sembrava piacere a un buon numero di uomini di mezza età – aveva un due pezzi rosa fucsia, tanto sgargiante da far salire il mal di testa, e in terribile contrasto con i suoi capelli biondi alla Dolly Parton.
“Ci piacerebbe fare degli assaggi,” disse l’uomo con tono forte e deciso. Era americano e i suoi modi spicci sembravano fuori posto nella piccola e pittoresca pasticceria di Tom.
Cavolo, spero di non dare quest’impressione a Tom quando parlo, pensò Lacey con leggero nervosismo.
“Certo,” rispose Tom con cortesia, la risposta intensificata dal tono britannico della sua voce. “Cosa vi piacerebbe provare? Abbiamo pasticcini e…”
“Oh, Buck, no,” disse la donna a suo marito, tirandogli il braccio al quale stava aggrappata. “Sai che mi gonfiano. Chiedigli qualcos’altro.”
Lacey non poté fare a meno di inarcare un sopracciglio guardando quella strana coppia. La donna era forse incapace di fare la domanda da sola?
“Avete della cioccolata?” chiese l’uomo che era stato chiamato Buck. O meglio, ordinò, dato che il suo tono era decisamente zotico.
“Certo,” disse Tom, mantenendo in qualche modo la tranquillità di fronte al signor Vocealta e a quella sua ostrica di moglie.
Mostrò loro la vetrinetta delle cioccolate con un gesto della mano. Buck ne afferrò un pezzo e se lo infilò dritto in bocca.
Quasi immediatamente sputò. Il pezzetto appiccicoso e mezzo masticato finì sul pavimento.
Chester, che era rimasto del tutto in silenzio ai piedi di Lacey, saltò improvvisamente in piedi e vi si lanciò sopra.
“Chester, no,” gli ordinò lei con voce ferma e autoritaria a cui il cane sapeva di dover obbedire. “Veleno.”
Il pastore inglese la guardò, poi rivolse ancora un pietoso sguardo alla СКАЧАТЬ