Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 1. Edward Gibbon
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Читать онлайн книгу Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 1 - Edward Gibbon страница 28

СКАЧАТЬ di colonie onorarie. Ved. Spanheim De usu numismat. dissert. XIII.

139

Spanheim Orb. Rom. c. 8 p. 62.

140

Aristide, in Romae encomio, tom. I. p. 218 edit. Jebb.

141

Tacito Annal. XI 2 24 Stor. IV 74.

142

Plinio Stor. Nat. III 5, S. Agostino De Civitate Dei XIX 7, Giusto Lipsio De pronunciatione linguae latinae c. 3.

143

Apuleio e S. Agostino saranno garanti per l'Affrica; Strabone per la Spagna e la Gallia; Tacito nella vita d'Agricola per la Britannia, e Velleio Patercolo per la Pannonia. A tutte queste testimonianze noi possiamo aggiugnere il linguaggio delle Iscrizioni.

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La lingua celtica si conservò nei monti del paese di Galles, di Cornovaglia, e dell'Armorica. Apuleio rimprovera l'uso della lingua punica a un giovane affricano, che viveva tra gli ultimi del popolo, mentre avea quasi dimenticata la greca, e che non sapeva o non voleva parlar latino. Apolog. p. 596. S. Agostino non parlò che rarissimamente in lingua punica ne' suoi Concilj.

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La sola Spagna fu madre di Columella, dei due Seneca, di Lucano, di Marziale e di Quintiliano.

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Da Dionigi fino a Libanio, nessun critico greco, che io sappia, fa menzione di Virgilio, o di Orazio. Sembra che nessuno conoscesse i buoni Scrittori romani.

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Il lettore curioso può vedere nella Biblioteca Ecclesiastica di Dupin tom. XIX p. I cap. 8 qual cura si aveva per conservare le lingue siriaca ed egiziana.

148

Ved. Gioven. Sat. III e XV, Ammiano Marcellino XXII 16.

149

Dione Cassio l. LXXVII p. 1275. Sotto il regno di Settimio Severo fu per la prima volta un Egiziano ammesso nel Senato.

150

Valerio Massimo, l. II c. 2 n. 1. L'Imperatore Claudio degradò un ragguardevol Greco, perchè non sapeva la lingua latina. Questi avea forse qualche pubblico impiego. Svet. Vita di Claudio c. 16.

151

Nel campo di Lucullo un bove fu venduto una dramma, ed uno schiavo quattro dramme. Plutarco; Vita di Lucullo, p. 580.

152

Diodoro di Sicilia, in Eclog. Hist. l. XXXIV e XXXVI Floro III 19 20.

153

Ved. un esempio notabile di severità in Cicerone, in Verrem. V. 3.

154

Grutero, e gli altri compilatori riportano un gran numero d'iscrizioni indirizzate dagli schiavi alle lor mogli, ai figli, ai compagni, ai padroni ec. e che, secondo tutte le apparenze, sono del secolo degl'Imperatori.

155

Ved. la Storia Augusta, ed una Dissert. di M. de Burigny intorno agli schiavi dei Romani nel XXXV volume dell'Accademia delle Belle Lettere.

156

Ved. un'altra Dissert. del suddetto M. de Burigny intorno ai liberti dei Romani nel XXXVII tomo della stessa Accad.

157

Spanheim Orb. Rom. l. I. c. 16 p. 124 ec.

158

Seneca, De Clementia l. I. C. 24. L'Originale è molto più forte. Quantum periculi immineret, si servi nostri numerare nos coepissent.

159

Ved. Plinio Stor. Nat. l. XXXIII e Ateneo Deipnos, l. VI p. 272. Questi asserisce arditamente che ha conosciuto molti Παμπολλοι Romani che possedevano non per uso, ma per ostentazione dieci ed ancora ventimila schiavi.

160

In Parigi si contano più di 43700 servitori di ogni sorta, che non fanno la dodicesima parte de' suoi abitanti. Messanges Ricerche sulla popolazione p. 186.

161

Uno schiavo colto si vendeva molte centinaia di zecchini. Attico ne avea sempre alcuni da educare, ai quali dava lezione egli stesso. Cornel. Nep. Vit. Attici cap. 13.

162

La maggior parte dei medici romani erano schiavi. Ved. La Dissert. e la Difesa del Dott. Middleton.

163

Pignorio De servis fa una lunghissima enumerazione dei loro ordini e dei loro impieghi.

164

Tacito Ann. XIV 43. Furono giustiziati per non aver previsto o impedito l'assassinio del loro padrone.

165

Apuleio in Apolog. p. 548. Edit. Delph.

166

Plinio Stor. Nat. l. XXXIII 47.

167

Se si contano 20 milioni di anime in Francia, 22 in Germania, 4 in Ungheria, 10 in Italia e nell'isole adiacenti, 8 nella Gran-Bretagna e in Irlanda, 8 in Spagna e in Portogallo, 10 o 12 nella Russia europea, 6 in Polonia, 6 in Grecia ed in Turchia, 4 in Svezia, 3 in Danimarca e Norvegia, e 4 nei Paesi Bassi; il totale monterà a 105, o 107 milioni. Ved. la Stor. Gen. di Voltaire. (I computi della popolazione europea sono ora diversi d'assai. La sola Italia contiene al presente 12 milioni d'abitatori.)

168

Giuseppe de bello Judaico l. II c. 16. Il discorso di Agrippa, o a dir meglio, quello dello Storico, è una bella descrizione dell'Impero romano.

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Svetonio, vita di Augusto c. 28. Augusto fabbricò in Roma il tempio e la piazza di Marte Vendicatore; il tempio di Giove Fulminante nel Campidoglio; quello di Apollo Palatino con pubbliche librerie; il portico, e la basilica di Caio e Lucio; i portici di Livia e di Ottavia; ed il teatro di Marcello. L'esempio del Sovrano fu imitato dai Ministri e dai Generali, ed il suo amico Agrippa fece innalzare il Panteon, monumento immortale.

170

Ved. Maffei Ver. Illustr. l. IV pag. 68.

171

Ved. il l. X delle Lettere di Plinio. Tra le fabbriche intraprese a spese dei cittadini, quest'Autore parla di quelle che seguono: a Nicomedia una nuova piazza, un acquedotto e un canale, che uno degli antichi Re avea lasciato imperfetto; a Nicea un Ginnasio e un Teatro che era già costato quasi cento ottantamila zecchini; alcuni bagni a Claudiopoli e Prusa; e un acquedotto lungo cinque leghe ad uso di Sinope.

172

Adriano fece in seguito un giustissimo regolamento, che divideva ogni tesoro tra il proprietario del luogo e l'inventore. Stor. Aug. p. 9.

173

Filostrato in vita Sophist. l. II p. 543.

174

Aulo Gellio Noct. Attic. l. 2 IX, 2 XVIII, 10 XIX 12. Filost, p. 564.

175

Ved. Filost. l. II pag. 548 566. Pausania l. I, VII 10. La vita di Erode nel XXX tom. dell'Accademia dell'Iscrizioni.

176

Questa osservazione è principalmente applicata alla Repubblica ateniese da Dicearco De statu Graeciae, p. 8. Inter geograph. minores edit. Hudson.

177

Donato de Roma vetere l. III c. 4 5 6. Nardini Roma antica lib. III II 12 13 e un manuscritto che contiene una descrizione di Roma antica fatta da Bernardo Oricellario, o Rucellai, della quale ho ottenuto una copia dalla libreria del canonico Riccardi a Firenze. Plinio parla di due celebri quadri di Timante e di Protesene posti, per quel che sembra, nel tempio della Pace. Il Laocoonte fu trovato nelle Terme di Tito.

178

Montfaucon Antiq. expliq. tom. IV p. 2 l. I c. 9. Il Fabretti ha composto un trattato molto erudito sopra gli acquedotti di Roma.

179

Eliano Hist. var. l. IX c. 16. Quest'autore viveva sotto Alessandro Severo. Ved. il Fabrizio Biblioth. Graeca l. IV. c. 21.

180

Giuseppe de bello Judaico II 16. Questo numero vi è riferito; forse non deve esser preso con rigore.

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