Breve Storia Della Cina. Pedro Ceinos Arcones
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Название: Breve Storia Della Cina

Автор: Pedro Ceinos Arcones

Издательство: Tektime S.r.l.s.

Жанр: Историческая литература

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isbn: 9788835411215

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СКАЧАТЬ né città grandi né centri sostanziosi, quindi neanche la possibilità di produrre bronzo in centri ben assestati.

      Le popolazioni nomadi commerciano con il metallo para acquisire gli oggetti pregiati lavorati con quest’ultimo o, in alternativa, saccheggiano le città del sud. Fin da epoche anteriori e con la dinastia Qing, le tensioni tra queste forme di vita erano costanti.

      Entrambe economie possono essere considerate complementari, così che durante tempi di pace si sviluppa un commercio stabile tra questi popoli; i cinesi commerciano grano, stoffa, vino, che i nomadi scambiano con cavalli, bovini e pelli. L’aumento della ricchezza verificatosi durante la dinastia Zhou ha permesso la proliferazione delle città. Mentre le popolazioni sedentarie che vivono nella zona degli Zhou prosperano, aumenta, la necessità di ottenere oggetti di lusso da queste popolazioni. I semi-nomadi che praticavano una sorta di agricoltura, grazie agli scambi con i cinesi, abbandonano questa pratica, diventando sempre più dipendenti dagli scambi con le città cinesi.

      Queste relazioni commerciali, a volte tese, si acutizzano ancor più quando i cinesi commerciano con popoli al di fuori dell’ambito cinese; alcune di queste popolazioni sarà integrata nella cultura cinese, ma altre ne vorranno rimanere indipendenti e mantenere le loro proprie tradizioni. Alcuni storici come Nicola di Cosmo situano la costruzione delle prime muraglie in questo contesto di aggressione dei popoli di frontiera: “La costruzione delle prime strutture di difesa statica serve a stabilire basi solide da cui gli eserciti occupanti cinesi possono controllare il territorio non cinese circostante.”

La caduta degli Zhou

      Nell’841 a.C. iniziano i documenti storici in Cina. Proprio in quell’anno, il re Li, che ha governato attraverso l’oppressione e le crudeli punizioni, subisce la prima rivoluzione nella storia della Cina. Un esercito ribelle di contadini e schiavi attacca il suo palazzo, costringendolo a fuggire. I duchi di Zhou e Zhao assumono il potere, rimanendo come sovrani fino all’anno 828 a.C.. Il potere degli Zhou è in continua diminuzione. Mentre dall’esterno subiscono i continui attacchi dei nomadi, all’interno le lotte di potere sono sempre più intense.

      La dinastia Zhou cadde definitivamente nel 771 a. C. quando la capitale Hao fu attaccata e saccheggiata dai Quan Rong, uno dei popoli nomadi situati ad ovest, forse istigato dai membri della stessa famiglia reale e dai più potenti ducati. King You viene ucciso durante l’attacco e la città completamente rasa al suolo, fatto questo che costringerà il suo successore, King Ping, a lasciare per sempre la casa dei suoi antenati. Lo storico cinese Sima Qian lo descrive in poche parole: “il potere della Casa Zhou è diminuito; i grandi signori feudali usarono la loro forza per opprimere i deboli. Le terre di Qi, Chu, Jin e Qin iniziarono a crescere in grandezza.“

      I Qin, discendenti di un lontano parente della famiglia imperiale, avevano ricevuto come feudo le terre situate a ovest della capitale, da dove provenivano gli attacchi dei nomadi. Il loro successo nel proteggere il confine, dove avevano sconfitto i nomadi in numerose occasioni, li portò ad essere nominati “Guardiani delle frontiere occidentali”, e proprio qui divennero sempre più potenti. Alla caduta di Hao a causa dell’attacco del Quan Rong, furono loro a proteggere il re Ping in fuga verso la nuova capitale, Luoyang. Da allora rimangono signori delle terre a ovest del fiume Giallo, su entrambe le rive del fiume Wei. Ancora una volta, sembra che le differenze dentro la classe dominante e le successive lotte della stirpe reale abbiano tanto a che fare con la caduta dello Zhou quanto con l’attacco dei Quan Rong. La leggenda racconta che il duca di Sheng, alleato dell’imperatrice, indignata che il re avesse dato potere alla figlia di una concubina, favorì o istigò l’attacco dei Quan Rong. In realtà, la situazione politica si era completamente trasformata, i sempre più potenti Qin dominavano indiscutibilmente il bacino del fiume Wei. La presenza degli ultimi rappresentanti discendenti degli Zhou occidentale nel loro territorio era un anacronismo. L’attacco dei Quan Rong sembra solo il pretesto usato dai Qin per accompagnare King Ping nella decadenza. Con lo spostamento della capitale a Luoyang inizia il periodo degli Zhou orientali, però è evidente la debolezza reale e il sempre più ampio potere dei feudi, l’impero si sgretola con una forza centrifuga. Il potere degli Zhou in effetti scompare con la caduta di Hao. Da Luoyang solo governano su un piccolo territorio che circonda la città stessa. La caduta è inevitabile; saranno imperatori nominali fino al 256 a. C., ma il loro potere è inesistente.

      Il ruolo dei suoi successori sarà puramente rituale e religioso per i secoli a venire.

      In effetti, il potere degli stati è diventato troppo grande per essere controllato da un Re che geograficamente risulta distante. Gli stati sono costantemente impegnati in scaramucce con i popoli esterni, e non sono disposti a sostenere una monarchia debole che non porta nessun beneficio. Delle quasi 1.500 entità politiche stabilite all’inizio di questa dinastia, solo poco più di 100 rimangono dopo la caduta di Hao, di cui solo una manciata è politicamente importante. Alla fine della dinastia Zhou occidentale, la Cina è ancora un amalgama di popoli diversi, nominalmente dominati dai signori che vivono nelle capitali fortificate come delegati dell’imperatore e che a loro volta delegano il governo ai loro fedeli in modo piramidale.

      All’inizio della dinastia Zhou, la crescita territoriale del mondo cinese è prodotta proprio dall’espansione effettuata da numerosi stati grandi e piccoli, e dall’incorporazione di popoli esterni alla loro cultura. Alla fine di questo periodo iniziano gli scontri tra gli stati già stabilitisi come tali; questi sono già familiarizzati con la guerra e ne seguono le norme, un codice che deve molto ai riti sviluppati dai primi re e che si svilupperà nei periodi futuri.

      Con la fine della dinastia Zhou finisce il periodo denominato delle Tre dinastie nella storia classica cinese; un concetto questo che si avvicina più alla storia romantica che alla realtà dei fatti, una storia costruita su leggende e periodi dorati.

      Il largo cammino all’unità

Primavere e Autunni

      Con la caduta di Hao e il trasferimento della capitale a Luoyang, inizia il periodo della dinastia Zhou orientale. È infatti con la caduta della capitale Hao che la dinastia Zhou perde gradualmente quel poco potere che aveva ancora, quindi gli storici optano per dividere il tempo in due epoche: il periodo delle Primavere e Autunni (771-479 a.C.), e periodo dei Regni Combattenti. (479-221 a.C.).

      Il primo prende il nome dal libro con lo stesso titolo che fornisce la maggior parte delle informazioni che abbiamo di quegli anni. Tuttavia, il processo che si verifica in entrambi i periodi è molto simile. Si potrebbe dire che narrano le intricate relazioni tra quattro regni fondati alla periferia dell’impero Zhou e i loro continui conflitti per imporsi agli altri e alla fine raggiungere il dominio di tutta la Cina. Questi regni sono di Qin, Jin, Qi y Chu. Tutti loro si sono sviluppati durante la dinastia Zhou, sulla base di entità politiche territoriali, alcuni addirittura fanno risalire il loro albero genealogico fino a tempi più remoti, imparentando i loro Re con le dinastie mitologiche dell’antica Cina. Distaccano in questo periodo, costellato di autonomie territoriali, proprio per l’essere lontani dalla capitale spirituale di Luoyang e per gli innumerevoli contatti con le popolazioni di frontiera nomadi. Questa situazione territoriale, ai margini dei confini cinesi, è la causa della loro formidabile crescita.

      Questo processo di concentrazione del potere è un gioco politico che dura per lungo tempo, in cui sono coinvolti sia le popolazioni barbariche e gli stessi cinesi. Alcune di queste popolazioni si stanno lentamente integrando nella corrente della cultura cinese grazie a questi stati di frontiera, altre le resistono e le combattono.

      All’interno del lento processo di formazione di queste entità politiche, gli stessi villaggi saranno nemici e alleati in momenti diversi. Alla fine, coloro che non si integrano finiranno per essere espulsi e le loro terre conquistate, costringendoli a spostarsi sempre più lontano dal loro confine. Nonostante l’espulsione dai confini, il rovescio della medaglia sarà l’influenza delle popolazioni nomadi su questi stati di frontiera che saranno sempre più lontani dalla Cina ortodossa del centro, dove l’essenza della cultura Zhou rimane invariata.

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