Breve Storia Della Cina. Pedro Ceinos Arcones
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Название: Breve Storia Della Cina

Автор: Pedro Ceinos Arcones

Издательство: Tektime S.r.l.s.

Жанр: Историческая литература

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isbn: 9788835411215

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СКАЧАТЬ disegnate, con le zone dove abitavano le due metà rituali. Al centro vivevano i nobili, mentre i contadini e artigiani avevano il loro proprio quartiere, separato dai nobili. Tutta la città era circondata da muraglie. La vita della classe dominante era sempre più complessa, utilizzando articoli lussuosi che fecero prosperare l’artigianato, specialmente le manifatture in bronzo. Si stabiliscono percorsi commerciali con paesi lontani, da dove arrivano le monete, conchiglie di ciprea, provenienti dalla costa a sud del Yangtze e luoghi ancora più lontani; le tartarughe da usare durante i riti degli indovini; il rame e lo stagno per fondere il bronzo, e altri beni necessari nella vita della nobiltà come, per esempio, la giada. L’uso di oggetti sontuosi da parte della nobiltà, favorisce l’artigianato e il commercio. Nelle città sono numerosi gli artigiani che si dedicano alla produzione di articoli di lusso che chiedono i nobili: bronzi e giada specialmente.

Il nascere della scrittura cinese

      Il bronzo diventa l’oggetto di lusso per eccellenza. La ricchezza dei nobili si misura più con il bronzo che con il denaro. È per questo motivo che durante questa dinastia la metallurgica del bronzo si sviluppa senza uguali, raggiungendo un livello estetico elaborato senza confronto anche in tempi posteriori. Alcuni autori pensano che lo sviluppo della ceramica sia un agente determinante in quello del bronzo; molti pezzi e motivi hanno una gran somiglianza. L’esistenza di culture come quella di Sanxingdui, praticamente contemporanea agli Shang, con una metallurgica ugualmente avanzata, fa pensare alla possibilità di connessione con un’evoluzione e sviluppo ancora sconosciuti. I bronzi shang sono all’apice della metallurgica della Cina antica. A volte hanno un’iscrizione che ne spiega la loro funzione; uso frequente in libagioni rituali ci fa pensare che il liquore aiutasse a raggiungere uno stato di trans agli sciamani. In queste inscrizioni sui bronzi e in quelli realizzati a scopi rituali sui gusci delle tartarughe o scapole di bovini è dove ritroviamo per la prima volta la scrittura cinese come tale. Si può affermare dunque che la scrittura cinese nasce con la dinastia Shang. O più precisamente con lo spostamento della capitale ad Anyang, da qui è quando si usa costantemente nelle pratiche dei sacerdoti-sciamani. Ancora oggi non conosciamo dettagliatamente il suo sviluppo, prima di Anyang solo si sono ritrovati alcuni gruppi di segni che non si possono definire scrittura, neanche rudimentale, mentre ad Anyang appare una scrittura ben definita. È una scrittura che nei suoi primi pittogrammi descrive semplici fenomeni della natura, come l’acqua, il sole, la luna o le montagne, ma che poi evoluziona descrivendo concetti astratti, sentimenti e idee.

      Anche se il nascere della scrittura cinese sembra strettamente collegato con situazioni di tipo rituale-religioso, il suo utilizzo posteriore vedrà regolare il commercio e servirà per stabilire norme tra i cittadini: le leggi.

      La scrittura delle leggi sarà quella che si diffonderà e propagherà nella cultura Shang, convergendo e aiutando a costruire la base della cultura cinese: con l’apparizione della scrittura si distinguono i popoli e le culture che appartengono all’ambito cinese e quelli che ne restano fuori.

La religione Shang

      La religione shang postulava che Xie, il primo antenato imperiale, era figlio di Shangdi, dio del cielo e signore indiscusso che governa l’universo. Assicura che gli imperatori si trasformavano in dei dopo la loro morte, mentre in vita potevano entrare in contatto con gli antenati deificati intercedendo per conto del popolo. Questa capacità di mediare fra uomini e dei, trasforma l’imperatore nel sommo sacerdote della religione, fatto questo che a sua volta giustifica e perpetua il potere. In questo aldilà era dove governavano gli antenati degli Shang, ed era dove andava la gente comune dopo la morte. Il culto agli antenati che si sviluppa in questo periodo viene generato dal processo di deificazione e dalla conversione ad abitanti del cielo. I potenti, al momento della morte, venivano sepolti con numerosi oggetti di valore: oggetti di bronzo, monete di ciprea, animali, carri e schiavi decapitati a scopo rituale. Nell’ultimo periodo quando il loro potere era all’apice e le ricchezze si accumulavano ad Anyang, si sono ritrovati sepolcri con sacrifici di centinaia di schiavi. L’obbligo principale del re, quello che giustifica la divinizzazione davanti al popolo, veniva rappresentato dal controllo del calendario, la base in una società agricola. Da qui si sviluppano le osservazioni astrologiche, si registrano eclissi di sole e luna, sulla base del calendario Xia che ora viene notevolmente migliorato. Non è casuale che i nomi rituali dei dieci clan della successione reale coincidano con quelli dei giorni dell’unità basica del calendario. Per gli Shang l’anno si divide in sei mesi, ognuno dei quali comprende sei periodi di dieci giorni. Per cui l’anno solo aveva 360 giorni, così che quando lo ritenevano necessario, aggiungevano un periodo di 5 giorni per arrivare ai 365 del ciclo solare. Parallelamente alla religione ufficiale ne esistevano altre più popolari, con dei riferimenti locali, come il culto alla terra (Tu) o al miglio (Gu), per i quali si costruiscono piccoli templi in ogni villaggio ed erano serviti da sacerdoti con caratteristiche sciamaniche chiamati Wu. In questo universo religioso scopriamo anche piccoli templi e credenze relazionati con fenomeni naturali, come il dio del Fiume Giallo, delle montagne, di altri fiumi o boschi, o quelli che venivano venerati secondo le stagioni.

      Nella fase posteriore ad Anyang, ritroviamo numerosi gusci di tartaruga e scapole di bovini, che ci fanno pensare ad uno sviluppo sostanziale delle pratiche religiose e rituali. Con questa nuova esigenza nasce una schiera di sacerdoti, una nuova e più potente figura sociale che era dedita a chiedere pioggia in primavera, vittoria nelle battaglie o esiti di campagne di caccia e spedizioni commerciali.

      L’influenza Shang sullo stato contemporaneo è specialmente culturale e rituale, anche se ancora non conosciamo il centro rituale di questa cultura, esistono però numerosi luoghi dove si pratica la religione. Addirittura, di sovente, la conquista di popoli nomadi si riveste di un aspetto religioso, giustificata dalla mancanza di rispetto ai riti Shang.

Lo stato Shang

      Lo stato Shang era fortemente militarizzato. L’organizzazione del suo esercito avveniva con batterie di cento soldati con armi di bronzo, utilizzavano carri da guerra sui quali combattono gli aristocratici. L’esercito non solo serve alla difesa dall’esteriore. Nel paese abbondavano le città fortificate, governate dai nobili con discendenze o provenienza familiare con i reali, che avevano una certa autonomia per dominare il popolo nel proprio territorio e riscuotere tasse tra i contadini. Il nobile solo doveva sostenere il re con le tasse e accompagnarlo in guerra. Lo sviluppo dello stato shang si basa nel commercio (tartarughe e conchiglie di ciprea usate come monete), la guerra (con campagne continue contro i popoli vicini) e la religione (articolata intorno al culto per gli antenati e un clan che vive in città fortificate).

      Gli Shang sono organizzati in villaggi intorno al centro cerimoniale; il più importante è quello della capitale dove risiede il re. Lo stato Shang è quindi composto da vari stati che riconoscono l’egemonia del principale. Vi sono ancora molti stati barbari, anche all’interno della frontiera ci sono villaggi che non riconoscono né la cultura né la religione imposta dagli Shang.

      Nella pratica, nei luoghi più vicini alla capitale erano i parenti del re a governare sulle terre, allontanandosi dal centro troviamo gli alleati che riconoscono la superiorità spirituale del re, e nelle lontane terre periferiche ci sono villaggi commerciali che mantengono una periodica comunicazione con la capitale.

      Vediamo quindi che gli Shang non erano i re di un mondo unito sotto di loro, bensì i governanti più potenti di un mondo multicentrico e multiculturale. Le dinastie posteriori, con desiderio di legittimare il dominio nella Cina centrale, attribuiranno un potere e controllo politico agli Shang che possibilmente non hanno mai avuto.

Gli Shang ad Anyang

      La prima capitale degli Shang, Erligang, venne abbandonata repentinamente ed ancora non ne conosciamo la ragione. Il cambio di capitale ad Anyang si fece sotto il re Pan Geng. Fu questo re a trasferire la capitale sulle sponde del fiume, e proprio una serie di catastrofiche inondazioni sono quelle che metteranno fine alla prima fase della dinastia Shang e la definitiva ubicazione delle successive capitali in zone montane, a salvo dai capricci del fiume. Vicino al fiume gli Shang mantengono il potere per 263 anni, ed è dove ritroviamo il vero sviluppo di questa società: qui creano la scrittura cinese, arrivano al massimo splendore nella fusione del bronzo e raggiungono un СКАЧАТЬ