Mai Sfidare Il Cuore. Amy Blankenship
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Читать онлайн книгу Mai Sfidare Il Cuore - Amy Blankenship страница 9

Название: Mai Sfidare Il Cuore

Автор: Amy Blankenship

Издательство: Tektime S.r.l.s.

Жанр: Современная зарубежная литература

Серия:

isbn: 9788893987707

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СКАЧАТЬ avvicinandosi. Posò le labbra sulle sue in un bacio appena accennato, che era soltanto la quiete prima della tempesta poiché il suo respiro si surriscaldò. Poi una sfocatura rossa e nera lo colpì, scatenando di nuovo il dolore al fianco che aveva appena iniziato ad affievolirsi.

      Shinbe fu trascinato all’indietro e sbattuto a terra da un Toya furioso, che gli si sedette addosso e gli puntò uno dei suoi pugnali alla gola.

      «Bastardo, che cosa pensavi di fare?» gridò Toya, tremando per la rabbia. L’immagine di suo fratello che baciava Kyoko gli sarebbe rimasta impressa per sempre nella mente. «Io l’ho affidata a te e tu la molesti?» urlò infuriato.

      Gli occhi di Shinbe divennero color viola scuro.

      Kyoko si mise tra loro, dando le spalle a Shinbe come per proteggerlo, poi, guardando Toya, gridò: «Non ci provare!», e allargò le braccia con fare protettivo, «Non è come pensi tu.».

      Toya abbassò il pugnale ringhiando: «Ah no? E allora perché diavolo sei nuda?», e la scrutò dalla testa ai piedi a sostegno di ciò che aveva appena detto.

      Kyoko sentì il mondo crollarle addosso e si bloccò per la mortificazione, immaginando gli Dei che ridevano di lei. Sentiva l’aria fresca sulla propria pelle e lo sguardo di Toya la stava riscaldando in fretta. Abbassò le braccia e cercò i propri vestiti, scorgendoli su una roccia non molto distante.

      Riportando lo sguardo su Toya, gli disse sibilando: «Sono stata aggredita e Shinbe mi ha salvato la vita. Lo stavo aiutando perché si è ferito per proteggermi. L’ho baciato, e allora? Era per ringraziarlo!». Poi fece per andare a prendere i vestiti ma cambiò idea quando Toya puntò di nuovo il pugnale alla gola di suo fratello.

      «Le hai chiesto un bacio come ricompensa per averla salvata? Maledetto pervertito!» ringhiò Toya, ancora più furioso. Poi, con un rapido scatto, afferrò Kyoko per un braccio, tirandola a sé e allontanandola da Shinbe.

      Gli occhi di Shinbe brillavano di rabbia per il modo in cui Toya trattava Kyoko. «Metti via quel pugnale.», le sue parole raggelarono l’aria mentre si alzava e si spolverava i pantaloni, con il petto ancora nudo. Si avvicinò minacciosamente a suo fratello, che era più basso di lui, pronto a combattere. Non era mai stato un codardo.

      Kyoko andò a mettersi di nuovo tra loro. Il suo seno sfiorò accidentalmente il petto di Toya nello stesso istante in cui la sua schiena sfiorò la pelle calda di Shinbe, erano molto vicini. Alzò un sopracciglio e sbottò: «L’ho baciato io, non me l’ha chiesto lui. Adesso andate via, così posso vestirmi.». Cercò lo sguardo di Toya e, addolcendo la voce, quasi lo implorò: «È già abbastanza così, non peggiorare la situazione.».

      Sentì Shinbe allontanarsi e, senza guardare, capì che si stava rivestendo, sentiva il fruscio della stoffa con i suoi movimenti a scatti. Sapendo che non era il caso di voltarsi, tenne lo sguardo fisso su Toya per vedere se avrebbe provato a ferire di nuovo suo fratello. Sospirò quasi di sollievo quando sentì i passi di Shinbe che si allontanavano dalla sorgente.

      Toya non prestò attenzione a suo fratello, al momento stava guardando Kyoko, confuso. “Ha baciato Shinbe? Perché?”. Lei allungò una mano per toccargli il braccio, ma Toya si voltò subito di spalle e fece un passo indietro.

      «Vestiti, ma non ti lascerò di nuovo da sola. Rimarrò qui finché non sarai pronta.», il tono della sua voce era ancora pieno di rabbia.

      Kyoko sbuffò e si affrettò a vestirsi. Quando ebbe finito, si voltò e gli passò accanto, pronta a tornare all’accampamento, ma lui allungò una mano e la prese per un braccio, facendola girare.

      Voleva solo sapere perché… perché aveva baciato Shinbe in quel modo? La frangetta gli ricadde sugli occhi, nascondendoli. «Perché l’hai baciato?» sussurrò. I suoi capelli svolazzavano nella brezza costante, facendoli brillare con riflessi argentati.

      Kyoko si accigliò, non sapendo come rispondere. In realtà, forse voleva semplicemente farlo, ma non poteva dirglielo, perciò sospirò e rispose: «Non stavo pensando… quindi non so il perché.». Poi abbassò lo sguardo, era la verità.

      Toya sentì la paura avvolgergli il cuore a quella risposta. Alzò la testa e la guardò negli occhi. «Ma non hai mai provato a baciare me… così.» ringhiò senza pensarci.

      Gli occhi di Kyoko brillarono perché l’aveva messa in difficoltà, e lei gridò: «Non mi dai mai un motivo per farlo! E poi non ho un fidanzato, quindi sono libera di baciare chiunque, no?». Liberò il braccio dalla sua presa, ignorando il suo ringhio, e gli passò accanto chiedendosi perché, all’improvviso, si mostrasse così interessato.

      Si avviò verso la capanna tenendo lo sguardo basso, Toya l’aveva fatta infuriare. Come osava arrabbiarsi con lei o Shinbe per essersi baciati? Che senso aveva? Non gli importava niente di lei. Non amava nessuno, quindi perché si preoccupava di chi la baciava? Spalancò la porta della capanna e si lasciò cadere sul sacco a pelo, immersa nei suoi pensieri.

      Toya entrò dopo di lei, «Sarà meglio che non vi veda baciarvi di nuovo!» ringhiò, sedendosi di fronte a lei e appoggiandosi al muro.

      Kyoko lo fulminò con lo sguardo mentre le sue parole le rimbombavano nella mente. “Come osa?” pensò, e i suoi occhi color smeraldo iniziarono ad emanare scintille.

      «Io bacio chi voglio e quando voglio!» ribatté alzandosi con rabbia, poi arrotolò il sacco a pelo, prese lo zaino e si diresse verso la porta.

      Toya balzò in piedi per seguirla con aria affranta. «Dove credi di andare? Maledizione!». Non aveva intenzione di farla arrabbiare al punto da andarsene, gli dava solo fastidio che Shinbe l’avesse toccata.

      Kyoko si fermò senza voltarsi, poggiando la mano sullo stipite della porta. «Toya…» si girò leggermente, allungò la mano e, sorridendo, gli lanciò l’incantesimo addomesticante che lui tanto odiava, «Sta’ zitto!».

      Toya cadde a terra imprecando, mentre Kyoko si allontanò passando accanto a Shinbe, diretta verso il santuario della vergine con l’intenzione di tornare a casa.

      Shinbe era in piedi fuori dalla capanna, con un lieve sorriso sul volto. Aveva ascoltato le parole di Kyoko e il suo sorriso si allargò quando sentì Toya cadere a terra. Lei non lo aveva visto mentre usciva, così la seguì nella foresta.

      Capitolo 4 “Non andare”

      Arrivata al giardino del Cuore del Tempo, Kyoko si sedette sull’erba di fronte alla statua della fanciulla, guardandola in viso. Era consapevole di avere il suo stesso aspetto. Quelle sembianze appartenevano alla sua antenata, cui era dedicato il ricordo della statua. Se fossero vissute nella stessa era, avrebbero potuto essere gemelle.

      Kyoko rammentò a se stessa perché si trovava lì e i suoi pensieri iniziarono a scontrarsi tra loro come se lei non ci fosse. “Toya è proprio un idiota!” si disse. Era appena tornata e lui non aveva fatto altro che rimproverarla. A volte lo odiava, sul serio… Ok, forse era una bugia.

      Kyoko sospirò, “Non posso mentire a me stessa. Io amo Toya e, quando non c’è nessuno… spesso dimostra di ricambiare il mio amore.”. Socchiuse gli occhi pensierosa e aggiunse: “Ma poi finisce sempre per rovinare tutto.”.

      Sarebbe andata a casa e forse non sarebbe tornata mai più. Si alzò di scatto, intenzionata a poggiare le mani su quelle della statua che l’avrebbe riportata a casa.

      “Ma poi non rivedrei più Shinbe.”. Spalancò gli occhi e la sua mente gridò: “Provi qualcosa per lui!”. “È assurdo.” si disse, “Provo qualcosa soltanto СКАЧАТЬ