Название: Mai Sfidare Il Cuore
Автор: Amy Blankenship
Издательство: Tektime S.r.l.s.
Жанр: Современная зарубежная литература
isbn: 9788893987707
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«Oh Suki, versami un po’ d’acqua, per favore. Prima prendo la medicina, prima starò meglio.» intervenne Kyoko, poiché Shinbe non stava facendo niente di male.
“Salvo per un pelo.” pensò lui contento.
Suki versò dell’acqua nella tazza e iniziò a raccontarle dei capricci di Toya quando non l’aveva vista tornare il pomeriggio precedente.
Shinbe si appoggiò al muro, guardando Kyoko e ascoltando le parole di Suki: «… se avesse continuato a gridare, giuro che…» … “Kyoko, ti prenderei tra le braccia e ti bacerei.” pensò Shinbe. «… è un prepotente arrogante…» aggiunse Suki. … “Ti desidero così tanto.” continuò Shinbe. Era nervoso, chissà per quanto tempo ancora sarebbe riuscito a mantenere il segreto, adesso che l’aveva reclamata. «… non è vero, Shinbe?» gli chiese Suki all’improvviso.
“Eh? Qual era la domanda?” si chiese Shinbe, guardando le ragazze che aspettavano una sua risposta. Non avendo idea di cosa stessero parlando, rimase sul vago: «Oh, sì. Penso che tu abbia assolutamente ragione. Se volete scusarmi, devo parlare con Toya.». Detto questo, uscì subito dalla capanna. Suki e Kyoko videro la porta chiudersi e ridacchiarono.
Shinbe uscì di corsa e si fermò accanto al muro. Appoggiò le mani sul legno freddo e poi vi sbatté la fronte… il dolore lo aiutava sempre a liberare la mente ma, stavolta, procedeva a rilento. Dopo la scorsa notte, non era riuscito a riprendere il controllo sui propri sentimenti, era più difficile del solito.
Non se la sentiva di palpare Suki per poi farsi schiaffeggiare, non dopo quello che era successo con Kyoko. Temeva che non sarebbe mai riuscito a toccare nessun’altra ragazza senza che gli venisse la voglia di tagliarsi la mano. Aveva scelto la sua compagna e lei non lo sapeva neanche.
Toya era a poca distanza e osservava suo fratello, percependo il suo senso di colpa. Uno dei vantaggi di essere un guardiano era la capacità di percepire i sentimenti degli altri, come se fosse una macchina della verità.
Alzò un sopracciglio e gli chiese: «Che c’è, hai dato di nuovo fastidio a Suki?», e rimase perplesso quando lo vide sussultare.
Shinbe si voltò verso Toya con i suoi occhi scuri e impauriti, e si scostò dal muro per raddrizzarsi. «No! Io… ecco, beh…» iniziò, infastidito dal suo stesso balbettare, e si sforzò di calmarsi e darsi un contegno. «Sono solo uscito perché non volevo dare fastidio a Kyoko.» disse con tono saggio, sperando che suo fratello fosse d’accordo.
Toya ringhiò dal profondo della sua gola: «Voglio proprio sapere come ha fatto ad ubriacarsi. Adesso vado a chiederglielo.». Fece per entrare ma Shinbe lo afferrò per un braccio, facendolo fermare. Toya guardò la mano che lo tratteneva, chiedendosi che avesse in mente suo fratello.
Shinbe vide le scintille argentate nei suoi occhi e lo lasciò andare; poi, con voce ferma, si azzardò a dire: «Fossi in te, aspetterei… se non vuoi sentire il sapore del pavimento.». Nascose un ghigno quando capì che Toya stava ricordando quando Kyoko gli aveva lanciato l’incantesimo.
Toya lo guardò storto, poi voltò le spalle alla porta borbottando: «E lei avrebbe dovuto fare attenzione, tanto per cominciare.». All’improvviso sentì un dolore alla testa e fece una smorfia, Suki era uscita e lo aveva colpito con la baionetta.
«Ahi, ma che ho fatto?» le chiese, lanciandole un’occhiataccia.
Suki lo guardò come per dire “Lo sai a cosa mi riferisco.” e rispose: «Non essere iperprotettivo.», poi ricambiò l’occhiataccia, sapendo che non avrebbe reagito. «Kyoko mi ha detto cos’è successo ieri sera.» continuò, e Shinbe vide tutta la vita passargli davanti agli occhi. Smise di respirare e si preparò ad essere ucciso da Toya.
Ma Suki aggiunse: «I suoi amici l’hanno portata a una festa dove servivano alcolici. Non ha bevuto nulla, ha solo mangiato della frutta e poi ha scoperto che era stata lasciata a macerare nell’alcol. Ma, a quel punto, era già ubriaca.».
Toya ringhiò e si voltò, pronto ad andare a rimproverare Kyoko per la sua stupidità, ma ricevette un altro colpo da Suki.
«Lasciala in pace, si è appena rimessa a dormire. E non credo che oggi potrà andare da qualche parte, perciò lasciamola riposare. Possiamo cercare il cristallo senza di lei, per un giorno.» disse Suki, poi si voltò a guardare Shinbe, chiedendosi perché si comportasse in modo così strano. Di solito la palpava almeno dieci volte, la mattina. «Shinbe, tutto bene oggi?» gli domandò, avvicinandosi e scrutando il suo volto pallido e i suoi occhi leggermente lucidi.
Shinbe si riprese quando si accorse che Suki lo stava fissando. Fece subito un passo indietro, poi si ricordò di quello che lei aveva detto. Sospirò scuotendo la testa e rispose: «In realtà no, non mi sento molto bene.». Non c’era bisogno di fingere perché, turbato com’era, gli sembrava di star impazzendo.
Toya arricciò il naso e disse: «Già, hai una pessima cera. Forse è meglio se rimani a sorvegliare Kyoko.», poi restrinse lo sguardo e aggiunse: «Ma, se la tocchi, lei me lo dirà.». Sapendo che suo fratello aveva sentito l’avvertimento forte e chiaro, si voltò verso Suki e le chiese: «Entri tu a chiamare Kamui o vado io?», non volendo saggiare di nuovo la sua baionetta sulla testa.
Suki scrollò le spalle e rispose: «Vado io. Tu…» gli puntò un dito al petto, «… aspetta qui.».
Shinbe represse una risata, ricordandosi di fingere che non stava bene. Come gli era venuto in mente? Toya, ovviamente, sapeva che i guardiani non si ammalano… o almeno non era mai successo. E poi… l’idea di stare da solo con Kyoko tutto il giorno… beh, quella tentazione era davvero troppo.
Toya osservò stizzito mentre Suki entrava per chiamare Kamui. Nel giro di un paio di minuti, Kaen si unì a loro, affacciandosi dalla porta. Shinbe sapeva che Kaen avrebbe badato a Kamui se ci fossero stati dei problemi. “Un guardiano che ha una guardia del corpo”… è così che lo prendeva in giro.
Il gruppo si allontanò e Shinbe sentì il proprio corpo e la propria mente rilassarsi per la prima volta, quella mattina. Sospirando, si voltò e rientrò nella capanna.
Kyoko si mosse nel sonno, la sua mente era ritornata alla sera prima. Era alla festa e voleva passare quel po’ di tempo che aveva con Tasuki. Le mancava molto perché questo mondo le portava via molto più tempo. Era così presa da accorgersi troppo tardi che la frutta era stata macerata nell’alcol. Mise il broncio, chiedendosi se Tasuki lo sapesse.
Non ricordava molto di quando aveva attraversato il portale , né di quando era tornata all’accampamento. Però ricordava una parte del sogno che aveva avuto… con Shinbe. La sua mente continuava a lavorare, non importava se lei fosse sveglia o dormisse.
Le era sempre piaciuto Shinbe perché era il più divertente dei guardiani e riusciva a farla ridere anche senza volerlo. Non era il tipo di ragazzo che si sarebbe accontentato di una sola donna. Ovviamente aveva i suoi difetti ma, ultimamente, lei aveva iniziato a vederlo in una luce diversa.
Kyoko continuava a girarsi nel sonno, non era giusto. Lei amava profondamente Toya, ma lui dimostrava di rado di ricambiare i suoi sentimenti. Con Shinbe, invece, era tutta un’altra storia. Toya la rimproverava anche per le sciocchezze, mentre lui cercava sempre di farla stare meglio.
Più Toya si comportava male, più sembrava che Shinbe diventasse gentile, ma non andava oltre l’amicizia. A volte pensava a lui, e forse era stata questa la causa che l’aveva portata a fare quel sogno. Fino a quella sera, aveva sempre sognato cose СКАЧАТЬ