Название: Mai Sfidare Il Cuore
Автор: Amy Blankenship
Издательство: Tektime S.r.l.s.
Жанр: Современная зарубежная литература
isbn: 9788893987707
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Toya strinse un pugno mentre uno dei pugnali gemelli gli apparve nel palmo. «Sì, e allora?» ribatté, non essendo dell’umore adatto per sopportare le provocazioni di suo fratello maggiore.
Kyou guardò verso il santuario, «Non mi è permesso preoccuparmi del destino di mio fratello?». La sua espressione era priva di emozioni mentre continuava a fissare sospettosamente la statua della vergine. Percepiva l’odore di sangue secco addosso a Toya e lo attribuì a Shinbe. Sentiva anche l’odore di Kyoko, mescolato a quello dei guardiani.
«E da quand’è che ti interessa?» esclamò Toya avvicinandosi.
Kyou annusò l’aria e restrinse lo sguardo, «Non sei riuscito a reclamare la sacerdotessa come tua compagna?». I suoi occhi brillarono, nascondendo un ghigno, «È stato stupido, da parte tua, lasciare che nostro fratello reclamasse ciò che appartiene a te.».
Toya ringhiò cupamente e sbottò: «Di che cosa stai parlando?».
Kyou sentiva che l’erba era contaminata, ma non riusciva a vedere l’aura malvagia. «Sei un guardiano ma i tuoi sensi sono deboli.» disse, voltandosi di spalle; poi si diresse verso la foresta mentre le sue ali dorate gli apparivano sulla schiena.
«Torna qui, Kyou! Di che stai parlando?» urlò Toya mentre suo fratello si librava in aria.
Kyou sogghignò, guardandolo dall’alto, e gli disse: «Sei uno sciocco, fratellino. Non dovresti mai sottovalutare il nemico.».
Toya si voltò a guardare il santuario, furioso perché non poteva attraversarlo. L’odore di Kyoko era ancora nell’aria. Si diresse verso la caverna in cui era rimasto dopo l’ultima volta, non voleva vedere nessuno. Sperava solo che, quando Kyoko fosse tornata, sarebbe riuscita a risolvere la situazione all’interno del gruppo.
Per ora, lui voleva soltanto riflettere su ciò che Kyou gli aveva detto. Sapeva che Kyoko non sarebbe mai stata volontariamente con Shinbe ma, se suo fratello maggiore aveva ragione, allora la prossima volta avrebbe ucciso sul serio quel pervertito.
Kyoko si svegliò di soprassalto per i lamenti di Shinbe. Gli si avvicinò di corsa e gli posò una mano sulla fronte, stava sudando e scottava. «Non va bene… non va bene per niente.» disse, poi prese un’aspirina e versò dell’acqua nel bicchiere. La mano le tremava leggermente perché lui stava peggiorando.
«Shinbe.» gli sfiorò una spalla nel tentativo di svegliarlo per dargli la medicina. «Accidenti.» borbottò, poi poggiò il bicchiere sulla scrivania e corse fuori dalla stanza in preda al panico.
«Nonno!» gridò mentre lo raggiungeva nella sua stanza.
«Cosa c’è, Kyoko?» le chiese lui strofinandosi gli occhi, poi la guardò e capì che qualcosa non andava con Shinbe.
Kyoko si sentiva svenire… se aveva un’infezione, rischiava di morire… vero? Gemette a quel pensiero e rispose: «È bollente! Dobbiamo fare qualcosa.», poi iniziò a singhiozzare, incolpando se stessa.
Il nonno prese una borsa piena di erbe e medicine e le disse: «Vai a prendere dell’acqua fresca e degli stracci. Andrà tutto bene, ci prenderemo cura di lui.», cercando di calmarla, anche se era preoccupato. Ieri sembrava che Shinbe stesse migliorando, e adesso invece…
Tama uscì dalla sua stanza, stropicciandosi gli occhi, e le chiese: «Che sta succedendo? Perché piangi?». Poi guardò verso la camera di Kyoko e aggiunse: «È… morto?», e impallidì nel vedere sua sorella così sconvolta.
Kyoko iniziò a singhiozzare più forte, e il nonno alzò gli occhi al cielo. Dandole una pacca di incoraggiamento, guardò Tama in cagnesco e sbottò: «Ha solo la febbre, tutto qui. Adesso aiuta tua sorella a prendere il necessario.».
Sperava solo di avere ragione, il guardiano aveva mal di testa da quando aveva combattuto con Toya e la ferita lo aveva lasciato perplesso. Sapeva che era la seconda volta che si faceva male in quel punto, era stato proprio Shinbe a dirglielo quando erano rimasti da soli. Essere ferito da un demone-scorpione era già abbastanza brutto, perciò un secondo colpo nello stesso punto non era un bene.
Il nonno aveva parlato con Toya, una volta, e aveva scoperto che i suoi artigli erano velenosi durante una battaglia, potevano essere letali. Sperava solo che non avesse avvelenato suo fratello. Tuttavia, guardando Shinbe, era proprio quello che temeva.
Si fermò in corridoio, chiedendosi se sarebbe riuscito a salvare il guardiano. “Non sono sicuro di poter guarire qualcuno che non è neanche umano.” pensò tristemente. “Se gli succedesse qualcosa, Kyoko non se lo perdonerebbe mai.”. Con quel pensiero, entrò nella camera da letto, preparandosi al peggio.
Kyoko tornò nella stanza e vide che il nonno aveva scoperto Shinbe. «Che stai facendo? Non vedi che ha i brividi?» esclamò, pronta a tirargli su le lenzuola.
«Kyoko, dobbiamo far abbassare la febbre. Non si sveglierà per prendere l’aspirina, perciò dobbiamo raffreddarlo con gli stracci bagnati. Porta qui quella bacinella.» le disse, facendole cenno di avvicinarsi, «Dobbiamo fare in fretta.».
Le porse uno straccio bagnato e indicò le gambe di Shinbe, «Tu raffreddagli le gambe, Tama penserà al torace. Io intanto chiamo un amico.» disse, poi uscì dalla stanza senza dare ai suoi nipoti il tempo di rispondere.
Kyoko guardò Shinbe… quando il nonno gli aveva tolto i vestiti per curare le ferite la prima volta, lo aveva lasciato con soltanto un paio di boxer neri addosso. Si schiaffeggiò mentalmente per aver notato quel particolare e iniziò a passargli lo straccio bagnato sulle gambe.
Osservò le gocce che gli lasciava sulla pelle liscia e si rimproverò di nuovo. Scosse la testa per scacciare quei pensieri e si concentrò su quello che doveva fare. “Ha la febbre, per l’amor del cielo.” si disse, poi guardò Tama, temendo che l’avesse sorpresa a sognare ad occhi aperti. Ma suo fratello, invece, era intento a passare uno straccio bagnato sulle spalle di Shinbe.
“Sto raffreddando la parte sbagliata.” pensò, e decise di andare ad aiutare Tama. «Ci penso io, ok? Dobbiamo raffreddargli prima la testa.». Immerse lo straccio nella bacinella e poi glielo tamponò sulla fronte e sui capelli. Shinbe gemette e girò la testa verso di lei, borbottando.
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