Prescelta. Морган Райс
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Название: Prescelta

Автор: Морган Райс

Издательство: Lukeman Literary Management Ltd

Жанр: Книги про вампиров

Серия: Appunti di un Vampiro

isbn: 9781632913548

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СКАЧАТЬ apparecchio degli anni '80, lo afferró, staccò il cavo dal muro, lo tirò su al di sopra della sua testa, e lo scaraventò a terra.

      Caleb, Sam e Polly saltarono tutti in piedi, destati bruscamente dal sonno, guardandola, come se fosse pazza.

      Caitlin guardò il telefono e capì che forse stava impazzendo davvero.

      Caitlin uscì dalla stanza, aprì la porta sul grande porticato anteriore, e andò a sedersi su un dondolo. Era l'alba, e faceva freddo, ma a lei non importava. Si sentiva insensibile al mondo.

      Si strinse forte le braccia sul petto, e si dondolò e dondolò nella fresca aria di novembre. Guardò verso la strada vuota, che si estendeva illuminata dalla prima luce del giorno, non c'era anima viva in giro, nessuna automobile si muoveva, tutte le case erano ancora buie. Ogni cosa era immobile. Una strada suburbana perfettamente silenziosa, non si muoveva una foglia, ogni cosa appariva pulita, proprio come doveva essere. Perfettamente normale.

      Ma niente, Caitlin lo sapeva, era normale. Improvvisamente, lei odiò quel luogo che aveva amato per anni. Odiò la quiete; odiò la tranquillità; odiò l'ordine. Avrebbe dato qualunque cosa pur di avere il caos, rompendo la quiete, ottenendo suoni, movimento, ma soprattutto il ritorno di sua figlia.

      Scarlet, lei pregò, mentre chiudeva gli occhi, che le si riempirono di lacrime, torna da me, piccola. Ti prego, torna da me.

      CAPITOLO CINQUE

      Scarlet Paine si sentì fluttuare nell'aria; le sembrò di avvertire il battito di un milione di piccole ali nelle sue orecchie, mentre si sentì sollevare più in alto, sempre più in alto. Guardò davanti a sé e capì che veniva trasportata da uno stormo di pipistrelli, un milione di pipistrelli, che la circondavano, afferrandola dalla parte posteriore della camicia e portandola con sé in aria.

      Scarlet venne trasportata in alto, attraverso la più bella alba che avesse mai visto, tra le nuvole sparse nel cielo color arancio in fiamme. Non capiva che cosa stesse accadendo, ma, in qualche modo, non era affatto spaventata. Sentiva che quegli animali la stavano portando da qualche parte, mentre gridavano e volavano tutti intorno a lei. La sorreggevano in aria nel cielo e si sentiva come se fosse una di loro.

      Prima che Scarlet potesse elaborare che cosa stesse accadendo, i pipistrelli la misero giù, gentilmente, davanti al castello più grande che avesse mai visto. Era circondato da antiche mura di pietra e l'avevano posata proprio davanti ad un'immensa porta ad arco. I pipistrelli volarono via e poi sparirono davanti ai suoi occhi.

      Scarlet era ferma davanti alla porta, che si aprì, lentamente. Una luce ambrata fuoriuscì dall'apertura e Scarlet si sentì invitata ad entrare.

      Attraversò la soglia della porta, superò la luce ed entrò nella stanza più grande che avesse mai visto. All'interno, allineato in perfetta attenzione, di fronte a lei, c'era un intero esercito di vampiri, tutti vestiti di nero. Lei volse lo sguardo su di loro, comportandosi come se fosse il loro leader.

      Come un'unica entità, tutti sollevarono i palmi e li batterono contro il petto.

      “Hai dato vita ad una nazione,” esclamarono tutti insieme, come se fossero una sola voce, che riecheggiò sulle pareti. “Hai dato vita ad una nazione!”

      I vampiri emisero un grosso grido, e, in quel momento, Scarlet si sentì soddisfatta: sentiva che, finalmente, aveva trovato la sua gente.

      Gli occhi di Scarlet si aprirono, quando si svegliò al suono del vetro infranto. Si ritrovò a faccia in giù, riversa sul cemento, con le guance contro il pavimento, freddo, bagnato e umido. C'erano delle formiche che camminavano verso di lei, e lei mise i suoi palmi sul duro cemento,  si tirò su, e le scacciò via.

      Scarlet aveva freddo, era dolorante, e il collo e la schiena le dolevano perché aveva dormito appunto in una posizione scomoda. Soprattutto, si sentiva disorientata, spaventata perché non riconosceva il luogo in cui si trovava. Era sotto un piccolo ponticello, riversa sulla pavimentazione sotto di esso, mentre il sole albeggiava sopra di lei. Si sentiva odore di urina e di birra sgasata laggiù, e Scarlet vide che il cemento era tutto segnato da graffiti; mentre studiava la zona, vide lattine di birra vuote, rifiuti, aghi usati. Si rese conto di essere in un brutto posto. Si guardò intorno, battendo le palpebre, e non aveva alcuna idea di dove fosse, o di come ci fosse finita.

      Si sentì di nuovo il rumore di vetri rotti, accompagnato da quello di qualcuno che camminava trascinando i piedi, e Scarlet si voltò rapidamente, con i sensi in stato di allerta.

      A circa tre metri di distanza, c'erano quattro vagabondi vestiti di stracci, che sembravano ubriachi o sotto l'effetto di droghe – o intendevano semplicemente fare violenza. Erano uomini più anziani di lei e non sbarbati, che la guardavano come se fosse il loro giocattolo, con sorrisi lascivi sui loro volti, rivelando svariati denti gialli e guasti. Ma erano forti, lei poteva vederlo, robusti e alti; mentre si avvicinavano, uno di loro lanciò una bottiglia di birra, scaraventandola sotto il ponte, e Caitlin seppe in un istante che le loro intenzioni non erano gentili.

      La ragazza provò a ricordare come fosse finita in quel posto. Era un luogo in cui non avrebbe mai provato ad addentrarsi. Ci era stata portata? La sua prima idea era che, forse, era stata stuprata; ma abbassò lo sguardo, e vide che era completamente vestita, e capì che non le era accaduto niente di simile. Si sforzò, provando a ricordare la notte precedente.

      Ma era completamente confusa. Scarlet ricordava gli eventi, frammentati: un bar sul lato della Route 9 … una lite … Ma era tutto fin troppo annebbiato. Non riusciva a rammentare i dettagli.

      “Sai di essere sotto il nostro ponte, giusto?” uno dei vagabondi disse, mentre tutti si avvicinavano sempre di più. Scarlet mosse freneticamente mani e ginocchia, e si alzò in piedi, affrontandoli, non intendendo voler apparire spaventata.

      “Nessuno viene qui senza pagare il pedaggio,” un altro disse.

      “Mi dispiace,” lei disse. “Non so come sono arrivata qui.”

      “Hai commesso un errore,” intervenne un altro dei vagabondi, con una profonda voce gutturale, sorridendole.

      “Per favore,” Scarlet disse, provando a sembrare dura; ma aveva la voce rotta mentre indietreggiava, “Non voglio problemi. Sto andando via adesso. Mi dispiace.”

      Scarlet si voltò per andarsene, con il cuore che le batteva forte nel petto, quando improvvisamente, sentì qualcuno correre, e poi sentì un braccio intorno alla gola,  proprio un coltello alla gola, e sentì il cattivo alito di birra sulla sua faccia.

      “No, tesoro,” lui disse. “Non abbiamo neanche cominciato a conoscerci.”

      Scarlet lottò, ma l'uomo era troppo forte per lei, la sua barba corta le graffiava la guancia, mentre strofinava la sua faccia contro la sua.

      Presto, gli altri tre apparvero davanti a lei, e Scarlet gridò, mentre si dimenava, per poi sentire  delle mani viscide scorrere lungo il suo stomaco. Uno di loro raggiunse il suo giro vita.

      Scarlet si dimenava e contorceva, provando a scappare—ma quelli erano troppo forti. Uno di loro si allungò, le tolse la cintura, e la gettò via, e lei sentì il rumore del metallo che cadeva sul cemento.

      “Vi prego, lasciatemi andare!” Scarlet urlò, mentre si divincolava.

      Il quarto vagabondo si allungò e le afferrò i jeans, per la vita e cominciò ad abbassarglieli, provando a sfilarglieli. Scarlet sapeva che, nell'arco di pochi istanti, se non avesse fatto nulla, le avrebbero fatto del male.

      Scattò СКАЧАТЬ