Название: Prescelta
Автор: Морган Райс
Издательство: Lukeman Literary Management Ltd
Жанр: Книги про вампиров
Серия: Appunti di un Vampiro
isbn: 9781632913548
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Sage urlò loro: “Ricordo quanto eravate nobili,” disse. “Ma ora, non siete niente. Siete meno di niente. Questo vi fa fare la disperazione?”
Loro si voltarono e fecero una smorfia.
“Il tuo problema, Sage, è che, sebbene tu sia uno di noi, non hai mai capito la nostra razza. La distruzione è tutto ciò che abbiamo sempre voluto. Sei solo tu, soltanto tu, ad essere diverso.”
“Tu sei il figlio che non abbiamo mai capito,” la madre disse. “E non hai mai fallito nel deluderci.”
Sage sentì un dolore attraversarlo, e fu troppo debole per rispondere.
Quando si voltarono per andarsene, Sage, sussultando, raccolse le forse per gridare: “Scarlet! Dov'è? Ditemelo!”
La donna si voltò ed esplose in un grosso sorriso.
“Oh, non preoccuparti per lei,” la madre disse. “Lore la troverà, e ci salverà tutti. O morirà provandoci. E quando sopravviveremo, non osare pensare che ci sarà un posto per te.”
Sage arrossì per la rabbia.
“Ti odio!” lui gridò. “Vi odio entrambi!”
I genitori si limitarono a voltarsi, sorridendo; raggiunsero la ringhiera di marmo e spiccarono il volo nel cielo.
Sage restò immobile e li osservò andarsene, sparire nel cielo, mentre i cugini che restavano si unirono a loro. Lui se ne stette lì, tutto solo, davanti alla sua casa ancestrale oramai tutta sigillata; non gli restava più niente lì. La sua famiglia lo odiava—e lui ricambiava questo sentimento.
Lore. Sage si sentì travolgere dalla determinazione, mentre pensò a lui. Non poteva permettere che trovasse Scarlet. Nonostante tutto il dolore dentro di lui, sapeva che doveva ricorrere alla sua forza per l'ultima volta. Lui doveva trovare Scarlet.
O morire provandoci.
CAPITOLO QUATTRO
Caitlin era seduta dal lato passeggero nel loro pickup, esausta, distrutta, mentre Caleb guidava incessantemente sulla Route 9, su e giù oramai da ore, cercando in ogni angolo. L'alba stava nascendo, e Caitlin guardò attraverso il parabrezza un cielo insolito. Si meravigliò che fosse già giorno. Avevano viaggiato per tutta la notte, lei con il marito davanti, dietro Sam e Polly, tenendo gli occhi puntati sui lati della strada, cercando Scarlet ovunque. Una volta, si erano fermati improvvisamente ad un segnale di stop, perché Caitlin aveva pensato di averla vista – per scoprire poi che si trattava soltanto di uno spaventapasseri.
Caitlin chiuse gli occhi per un istante; le palpebre erano così pesanti, gonfie. Anche con gli occhi chiusi, continuò a vedere le luci delle auto con i fari che passavano, un immenso flusso di traffico, che aveva visto per tutta la durata della notte. Aveva voglia di piangere.
Caitlin si sentiva così svuotata, come una cattiva madre che non era stata abbastanza presente per Scarlet – che non aveva creduto in lei, che non l'aveva capita, che non le era stata accanto nel momento del bisogno. In qualche modo, Caitlin si sentiva responsabile per tutto. E si sentiva morire all'idea di non rivedere mai più la figlia.
Caitlin cominciò a piangere, poi aprì gli occhi e si asciugò velocemente le lacrime. Caleb allungò il braccio e le afferrò la mano, ma lei si sottrasse alla stretta. Caitlin si voltò e guardò fuori dal finestrino, cercando privacy; voleva stare da sola – voleva morire. Senza la sua piccola nella vita, comprese di non avere altro per cui vivere.
Caitlin sentì una mano rassicurante sulla sua spalla. Si voltò e vide Sam, proteso verso di lei.
“E' tutta la notte che giriamo,” lui disse. “Non c'è alcun segno di lei, da nessuna parte. Abbiamo coperto ogni centimetro della Route 9. Anche i poliziotti sono qua fuori, con più auto ancora. Siamo tutti esausti, e non abbiamo idea di dove possa essere. Potrebbe persino essere a casa ad aspettarci.”
“Sono d'accordo,” Polly aggiunse. “Dico di tornare a casa. Abbiamo bisogno di riposare.”
Improvvisamente si sentì un forte colpo di clacson e Caitlin, alzando lo sguardo, vide un camion dirigersi proprio verso di loro, che erano sul lato sbagliato della strada.
“CALEB!” Caitlin gridò.
Caleb improvvisamente, sterzò, scansandosi all'ultimo secondo e tornando sul lato giusto della strada; avevano evitato il camion per un pelo.
Caitlin guardò il marito, col cuore in gola, e un esausto Caleb ricambiò lo sguardo, con gli occhi iniettati di sangue.
“Che cos'hai?” lei chiese.
“Mi dispiace,” lui disse. “Devo essermi addormentato.”
“Questo non sta facendo del bene a nessuno,” Polly disse. “Dobbiamo riposare. Abbiamo bisogno di tornare a casa. Siamo tutti esausti.”
Caitlin prese in considerazione la decisione, e finalmente, dopo un lungo istante, annuì.
“Benissimo. Portaci a casa.”
Caitlin si sedette sul divano, mentre il sole tramontava, sfogliando un album che conteneva delle foto di Scarlet. La mente cominciò a vagare, ripensando a tutti i ricordi che riguardavano Scarlet nel corso degli anni. Caitlin fece scivolare il pollice sulle foto, desiderando, più di ogni altra cosa al mondo, di potere avere Scarlet con lei in quel momento. Avrebbe dato qualunque cosa, persino il suo cuore e la sua anima.
Caitlin tirò su la pagina strappata dal libro che aveva preso dalla libreria, l'antico rituale, quello che avrebbe salvato Scarlet, se solo Caitlin fosse tornata in tempo, quello che avrebbe curato la ragazza dal vampirismo. Caitlin fece la pagina a piccoli pezzi, e li gettò a terra. Atterrarono vicino a Ruth, il grande husky, che guaì e si accucciò accanto a Caitlin.
Quella pagina, quel rituale, che una volta avevano significato così tanto per lei, adesso erano davvero inutili. Scarlet si era già nutrita, e nessun rituale poteva salvarla ora.
Caleb, Sam e Polly erano anche loro nella stanza, ognuno perso nel proprio mondo; seduti sul divano o su una sedia, dormivano o erano mezzi addormentati. Rimanevano lì in profondo silenzio, tutti in attesa che Scarlet entrasse dalla porta – e tutti sospettavano che non sarebbe mai accaduto.
Improvvisamente, il telefono squillò. Caitlin saltò, e lo afferrò, con mano tremante. Fece cadere il ricevitore diverse volte, per poi finalmente tirarlo su e portarlo all'orecchio.
“Pronto, pronto, pronto?” lei disse. “Scarlet, sei tu? Scarlet!?”
“Signora, sono l'Agente Stinton,” rispose una voce maschile.
Il cuore di Caitlin sprofondò, quando capì che non si trattava di Scarlet.
“La chiamo per informarla che non abbiamo ancora alcun segno di sua figlia.”
Le speranze di Caitlin svanirono. Strinse il telefono più forte, disperata.
“Non ci state provando abbastanza,” la donna disse, fremendo di rabbia.
“Signora, stiamo facendo tutto ciò che possiamo—”
Caitlin СКАЧАТЬ