Название: Prescelta
Автор: Морган Райс
Издательство: Lukeman Literary Management Ltd
Жанр: Книги про вампиров
Серия: Appunti di un Vampiro
isbn: 9781632913548
isbn:
La vettura della polizia finì nell'altro lato dell'autostrada, e il suono dei clacson riempì l'aria, mentre si schiantava contro un'auto proveniente dalla direzione opposta.
Kyle finì per volare con la faccia nel parabrezza, cadendo sull'autostrada, rotolando e rotolando, ma non in tempo—e Kyle sentì il petto schiantarsi, quando l'auto lo schiacciò.
La vettura stridette, fermandosi mentre Kyle giaceva lì, respirando affannosamente, e una donna sui trent'anni uscì, urlando, piangendo, mentre corse verso Kyle, disteso sulla schiena.
“Oh mio Dio, sta bene?” lei disse velocemente. “Ho provato a fermarmi in tempo. Oh mio Dio. Ho ucciso un uomo! Oh mio Dio!”
La donna era isterica, inginocchiata accanto a lui, in lacrime.
Improvvisamente, Kyle aprì gli occhi, si tirò su, e guardò la donna.
Questa smise di piangere e rimase immobile a guardarlo scioccata, con gli occhi spalancati come fari.
Kyle sorrise, si allungò e affondò le sue belle zanne, che si allungavano sempre di più, nella sua gola.
Fu la più grande sensazione della sua vita.
La donna urlò mentre lui beveva il suo sangue, saziandosi finché lei non perse i sensi tra le sue braccia.
Kyle si alzò in piedi, soddisfatto, e si voltò per scrutare l'autostrada vuota.
Si strinse il colletto, tolse le pieghe dalla camicia, e fece il primo passo. Avrebbe ricavato molte soddisfazioni da questa città—e avrebbe cominciato con Scarlet.
CAPITOLO TRE
Sage volò in aria, andando incontro all'alba nascente; i primi raggi di sole illuminarono sulla sua guancia una lacrima, che si affrettò ad asciugare. Era esausto, aveva gli occhi stanchi dopo aver volato tutta la notte, solo per atterrare pochi attimi accanto ad una strana ragazza, che era scioccata nel vederlo, per poi riprendere il volo. Stava cominciando a chiedersi se l'avrebbe mai trovata.
Scarlet sembrava essere scomparsa e Sage non riusciva a capire. La loro connessione era così forte, che era certo di poter percepire la sua presenza: sarebbe stata la ragazza stessa a condurlo da lei. Ma ora non avvertiva nulla. Non riusciva a capire che cosa fosse accaduto. Era forse morta?
Sage poteva solo ipotizzare che lei fosse in un tale stato emotivo da bloccare tutti i suoi sensi e che per questo lui non fosse in grado di percepire dove si trovasse; o forse, era caduta in un sonno profondo, così come avveniva solitamente con i vampiri dopo la prima volta che si nutrivano di un umano. Ciò poteva essere fatale per alcuni, lui lo sapeva, e il cuore cominciò a dolergli immaginandola là fuori, chissà dove, tutta sola. Si sarebbe mai svegliata?
Sage volò in basso e velocemente, per non farsi notare, passando sopra tutti i luoghi a lei familiari – la scuola, la sua casa, qualsiasi cosa lui riuscisse a pensare – sfruttando la sua vista prodigiosa, per perlustrare dietro gli alberi e nelle strade più nascoste, in cerca di lei.
Quando il sole fu ancora più alto nel cielo – erano trascorse inutilmente altre ore – Sage infine risolse che cercare non fosse più di alcuna utilità. Avrebbe dovuto aspettare finché lei non fosse apparsa, o finché non fosse giunto il momento di scovarla, di nuovo.
Sage era esausto, in un modo a lui prima di allora sconosciuto. Sentiva le forze vitali abbandonarlo. Sapeva che gli restavano pochi giorni di vita, e provò un dolore a petto, braccia e spalle, sentiva che stava morendo dentro. Era consapevole che presto avrebbe lasciato questo mondo – aveva fatto pace con questo. Voleva soltanto trascorrere gli ultimi giorni con Scarlet.
Non aveva altri luoghi in cui cercare, dunque Sage girò intorno alla vasta proprietà di famiglia sull'Hudson, guardando in basso. Volò di nuovo intorno, e ancora, come un'aquila, chiedendosi se l'avrebbe rivista per l'ultima volta. Non sapeva quale fosse il punto. Tutti lo odiavano ora per non aver portato loro Scarlet; e, dovette ammetterlo, anche lui li odiava. L'ultima volta che era andato via, sua sorella stava morendo tra le sue braccia, e Lore era sulle tracce di Scarlet, per provare ad andare a ucciderla. Non voleva più affrontarli.
Ma, nonostante tutto, non aveva un altro posto dove andare.
Mentre volava, Sage sentì un rumore forte, e guardò in basso, notando diversi suoi cugini che mettevano delle assi di legno alle finestre e martellavano. Finestra dopo finestra, stavano sigillando la loro villa ancestrale, e Sage scorse molti altri cugini spiccare il volo. Ne fu incuriosito. Chiaramente, qualcosa stava accadendo.
Sage doveva scoprirlo. Una parte di lui voleva sapere dove fossero diretti, che cosa ne sarebbe stato della sua famiglia—e una parte più forte ancora di lui voleva sapere se avessero un'idea di dove fosse Scarlet. Forse, uno di loro aveva visto o sentito qualcosa. Forse, Lore l'aveva catturata. Doveva saperlo; era l'unica pista che aveva.
Sage si abbassò, diretto alla villa di famiglia, atterrando nel cortile posteriore in marmo, davanti ai grandi scalini che conducevano all'entrata posteriore, composta dalle alte e antiche porte francesi.
Quando si avvicinò ad esse, si aprirono improvvisamente, e lui vide entrambi i genitori farsi avanti, guardandolo con uno sguardo severo e di disapprovazione.
“Che cosa ci fai qui dietro?” sua madre chiese, come se fosse un intruso indesiderato.
“Ci hai uccisi una volta,” il padre disse. “La nostra gente potrebbe essere sopravvissuta, se non fosse stato per te. Sei venuto per ucciderci di nuovo?”
Sage li guardò male; era così stufo della disapprovazione dei suoi genitori.
“Dove state andando tutti?” Sage domandò.
“Dove pensi?” il padre esplose. “Hanno convocato il Gran Consiglio per la prima volta in mille anni.”
Sage lanciò loro uno sguardo scioccato.
“Al Castello di Boldt?” lui chiese. “Siete diretti alle Mille Isole?”
I genitori lo guardarono con rimprovero.
“Che cosa t'importa?” la madre disse.
Sage non riusciva a credere alle proprie orecchie. Il Gran Consiglio non si era riunito sin dall'inizio dei tempo, e, per la loro gente, riunirsi in un posto non poteva portare alcunché di buono.
“Ma perché?” lui chiese. “Perché convocarlo, se moriremo tutti comunque?”
Il padre avanzò e sorrise, mentre sollevò un dito e lo affondò nel petto di Sage.
“Noi non siamo come te,” lui ringhiò. “Non moriremo senza combattere. Il nostro sarà il più grande esercito mai conosciuto, per la prima volta saremo tutti riuniti in un solo posto. L'umanità la pagherà. Avremo la nostra vendetta.”
“Vendetta per cosa?” Sage domandò. “L'umanità non ha nulla a che fare con voi. Perché fate del male a degli innocenti?”
Il padre gli sorrise.
“Stupido СКАЧАТЬ