Название: Prescelta
Автор: Морган Райс
Издательство: Lukeman Literary Management Ltd
Жанр: Книги про вампиров
Серия: Appunti di un Vampiro
isbn: 9781632913548
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“Ha bevuto stasera, signora?” chiese un altro poliziotto.
“Ascolti,” Caleb scattò, avanzando, “mia moglie non sta inventando nulla. Anch'io l'ho visto. Tutti l'abbiamo visto: anche suo fratello e sua moglie. Tutti e quattro noi. Pensa forse che vediamo tutti delle cose?”
Il poliziotto trattenne una mano.
“Non c'è bisogno che lei stia sulla difensiva. Facciamo tutti parte della stessa squadra. Ma prestate attenzione alle vostre parole: mi avete detto che vostra figlia corre più in fretta di un cervo. Ovviamente, questo non ha alcun senso. Forse, siete tutti sconvolti per la zuffa. Talvolta, le cose non sempre sono come sembrano Quello che sto cercando di dire, è che non è tutto improvvisato.”
L'agente si scambiò uno sguardo scettico con il compagno, che si fece avanti.
“Come ho detto, i nostri uomini sono lì fuori, cercando vostra figlia. Nove volte su dieci, i ragazzi che scappano, tornano a casa. O a casa di un'amica. Perciò, il miglior consiglio che posso darvi è tornare proprio a casa, e aspettare. Scommetto che tutto quello che in questo caso è accaduto è che lei ha voluto rompere un po' le regole e uscire per una serata da adulta, recandosi in un bar a bere, e le cose sono un po' sfuggite di mano. Forse, ha incontrato un ragazzo al bar. Quando voi siete arrivati, lei probabilmente se ne è andata via, perché si è sentita in imbarazzo. Tornate a casa, scommetto che lei vi sta aspettando,” l'agente concluse, come se chiudesse ordinatamente la faccenda.
Caitlin scosse la testa, sopraffatta dalla frustrazione.
“Lei non capisce,” lei disse. “Non conosce mia figlia. Scarlet non frequenta i bar. E non interagisce con gli uomini estranei. E' venuta qui perché stava soffrendo. E' venuta qui, perché non aveva un altro posto dove andare. E' venuta qui, perché si sta trasformando. Capisce? Trasformando.”
I poliziotti la guardando, pensando che fosse pazza; Caitlin odiava quello sguardo.
“Trasformando?” quelli ripeterono, come se lei avesse perso la testa.
Caitlin sospirò, disperata.
“Se voi non la trovate, la gente là fuori si farà male.”
L'agente mostrò un'espressione accigliata.
“Si farà male? Che cosa intende? Sua figlia fa del male alla gente? E' armata?”
Caitlin scosse la testa, mostrandosi più che frustrata. Questi poliziotti locali non le avrebbero mai creduto; stava soltanto sprecando fiato.
“E' disarmata. Non ha mai fatto del male ad anima viva. Ma, se i vostri uomini la trovano, potrebbero non essere in grado di fermarla.”
I poliziotti si scambiarono un'altra occhiata, come se fossero giunti alla conclusione che Caitlin fosse pazza, poi le diedero la schiena, e si recarono nella stanza accanto.
Quando Caitlin li vide andarsene, si voltò e poi guardò fuori, attraverso il vetro rotto, nella notte.
Scarlet, lei pensò. Dove sei? Torna a casa da me, piccola mia. Ti voglio bene. Mi dispiace. Qualsiasi cosa io abbia fatto per offenderti, mi dispiace. Ti prego, torna a casa.
La cosa più strana di tutte, Caitlin realizzò, era che, mentre lei pensava a Scarlet là fuori, da sola nel cuore della notte, non provava alcun timore per la figlia.
Invece, provava timore per tutti gli altri.
CAPITOLO DUE
Kyle era seduto sul sedile posteriore dell'auto della polizia, con le manette ai polsi e le mani dietro alla schiena, guardando le sbarre nella vettura, e sentendosi in un modo che non aveva mai conosciuto prima. Qualcosa stava cambiando dentro di lui, non sapeva cosa, ma lo sentiva ribollire dentro. Quella sensazione gli rammentò di quando si era fatto di eroina, quel primo trambusto che aveva provato quando l'ago aveva toccato la pelle. Questa nuova sensazione era come un calore ustionante, dentro le vene – accompagnato da un senso di forza incredibile. Si sentì sopraffatto dalla forza, come se le vene potessero esplodere dalla pelle, come se il suo sangue stesse aumentando dentro di lui. Si sentiva più forte di quanto non fosse mai stato nella sua vita, la pelle gli pizzicava la faccia e la fronte, e dietro il collo. La portata della forza dentro di lui era qualcosa che non riusciva a comprendere.
Ma a Kyle non importava; fino a quando la forza fosse stata presente, lui l'avrebbe accolta senza problema. Guardò con occhi annebbiati, mentre il mondo si tingeva di rosso, tornando lentamente a mettere a fuoco. Oltre le sbarre della gabbia, poté vedere due agenti di polizia.
Quando il ronzio nelle orecchie cominciò ad attenuarsi, cominciò a sentire la loro conversazione, inizialmente attenuata.
“Questo starà fuori dai piedi a lungo,” uno disse all'altro.
“Ho sentito anche che era appena uscito. Uno schifo per lui.”
I due cominciarono a ridere, e il suono irritante giunse dritto alla testa di Kyle. La vettura corse lungo l'autostrada, con i lampeggianti accesi, e Kyle divenne sempre più consapevole dei dintorni, cominciando a capire dove si trovasse. Era sulla stessa Route Nine, diretto verso la prigione, il luogo in cui aveva trascorso gli ultimi quindici anni della sua vita. Stava rimettendo insieme i pezzi di quella notte: quel bar … quella ragazza … stava per possederla, quando …qualcosa era accaduto. Quella puttanella lo aveva morso.
Improvvisamente si rese conto di quello che era avvenuto, proprio come fosse investito da un'onda. Lei lo aveva morso.
Kyle provò ad allungare le braccia verso l'alto e a tastare il collo – i due segni stavano pulsando – ma poi si fermò; realizzò di avere le mani ammanettate dietro la schiena.
Kyle mosse le braccia, e con stupore, ruppe le manette senza alcuno sforzo. Tirò su i polsi stupito, guardandoli, scioccato dalla sua stessa forza. Le manette erano state messe male? Le guardò pendere davanti a lui, e si chiese: Come poteva esserci riuscito?
Kyle allungò in alto le braccia e sentì i due fori sul collo; questi bruciavano, come se il morso gli avesse penetrato le vene. Restò seduto lì, guardando le manette pendenti, e si chiese se i vampiri esistessero. Era possibile?
Kyle allargò il sorriso. Era giunto il momento di scoprirlo.
Kyle prese le manette pendenti e le mise contro la gabbia davanti a lui.
I due poliziotti si voltarono e guardarono, e stavolta non stavano ridendo; ora, i loro volti esprimevano uno stato di shock. Le mani di Kyle erano libere, le manette aperte, e lui le aveva lasciate appese lì, sorridendo, mentre continuava a stare nella gabbia.
“Maledizione,” un agente disse all'altro. “Non l'hai ammanettato, Bill?”
“L'ho fatto. Ne sono sicuro. L'ho ammanettato più stretto possibile.”
“Non abbastanza stretto,” Kyle ringhiò.
Un poliziotto prese la pistola, e l'altro pigiò il piede sui freni.
Ma non abbastanza in fretta. Con incredibile velocità, Kyle si allungò, spezzò le grate di metallo come fossero uno stecchino, e scivolò sul sedile anteriore.
Kyle puntò al poliziotto seduto al lato passeggero, СКАЧАТЬ