Roma in ogni stagione. «Il Laterano alle cose mortali andò di sopra». Olga Averina
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СКАЧАТЬ style="font-size:15px;">      Verso la metà del secolo ivi si recava su di un mulo bianco il successore di San Pietro – il Papa di Roma, ribadendo il proprio diritto di potere sulla città eterna. Quì, inoltre, hanno trovato riposo 22 pontefici.

      A differenza del «pomposo» nome sulla facciata e del nome quasi popolano, ufficialmente alla basilica viene anche attribuito il seguente nominativo e la dedicazione ai santi: Arcibasilica40 Romana del Santissimo Salvatore e dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista al Laterano.

      Al principio venne chiamata basilica Costantiniana, poichè fu fatta costruire da Costantino il Grande seguendo l’uso pagano del «ex voto suscerto», e cioè secondo il voto di ringraziamento per la vittoria su Massenzio.

      Seguendo la tradizione dell’antica Roma l’edificio venne chiamato con il nome dell’imperatore che lo fece costruire, ma in relazione al luogo dove era collocato presto cominciò ad essere chiamato Lateranense. La consacrazione della basilica da parte di Silvestro I il 9 novembre dell’anno 318 (secondo altre fonti, del 324) fu un grande evento per i cristiani.

      Il tempio fu consacrato con il nome di «Basilica del Salvatore» (Basilica Salvatoris41) e fino ai nostri giorni ogni anno i cattolici celebrano la «festa della consacrazione della basilica Lateranense».

      Costruito sui possedimenti dello stesso Costantino, il tempio Lateranense ricevette uno status speciale come dono dell’imperatore che patrocinava la chiesa che un tempo veniva perseguitata. Come si sa «un bel diamante necessita di una bella montatura». Ed è per questo che Costantino donò al suo gioiello una montatura davvero regale…

      Dal momento della sua costruzione iniziale, la basilica di Costantino era già abbastanza grande e contava 5 navate42, con una lunghezza totale di 100 metri e larga 54,5. La magnificenza del suo interno se la giocava alla pari con i più importanti palazzi di Roma. La navata centrale poggiava su 30 colonne di granito rosso egiziano. Le navate laterali erano divise da 42 colonne di marmo verde proveniente dalla Tessaglia. Dietro al trono papale venne collocata una statua di Gesù Cristo beato affiancato dalle sue guardie fidate – gli angeli armati di lancie. Il mosaico dell’abside43 venne creato usando tasselli ricoperti da parti dorate, e il pavimento si estendeva sotto ai piedi dei visitatori come un tappeto di marmo policromo. La basilica veniva illuminata da 46 lampadari pendenti d’argento.

      Nella sua gratitudine Costantino offrì alla basilica numerosi pregevoli doni, tra i quali c’erano sette altari e un ciborio44 tutti d’argento con la raffigurazione di Cristo e gli apostoli. Per i suoi interni e i suoi muri di marmo giallo proveniente dalla regione nordafricana della Numidia, la basilica venne addirittura chiamata «dorata» dai romani.

      Ma, ahimè… A tutta questa mangnificenza, come tutto a lo stato romano era stata riservata una sorte poco invidiabile. Tutte e due cessarono di esistere.

      La storia della distruzione della basilica di Costantino ha molte popolari versioni. Grazie ai libri di scuola è diventata molto comune l’opinione che la maggior parte delle devastazioni furono opera delle tribù germaniche che irruppero nell’area del mediterraneo ai tempi delle invasioni. Dal nome dei vandali, una di queste tribù di «bestie dai capelli chiari» deriva il termine «vandalismo». Infatti, è vero che le invasioni delle tribù germaniche, come tutte le invasioni in generale, portavano con se morte, distruzione ed innumerevoli sofferenze umane. Allo stesso tempo, a onor del vero, facciamo notare che nei riguardi della chiesa cristiana non fu prorio così, anzi, le cose andarono in tutt’altra maniera.

      All’epoca dell’invasione germanica dell’italia la maggior parte degli invasori professavano il cristianesimo, anche se di stampo arianesco, e i loro capi non erano assolutamente propensi nel far distruggere le chiese. Nel 410 i visigoti capeggiati dal loro primo re Alarico, dopo aver conquistato e saccheggiato la città non toccarono ne una sola chiesa ne qualunque attributo religioso. Alarico spiegò il motivo dicendo che lui combatteva contro i romani e non contro gli apostoli45. Per questo i suoi guerrieri non si fecero scrupoli a saccheggiare la proprietà cittadina e privata dei Romani, ma senza danneggiare «le case del Signore». Non arrecò danni alla chiesa neanche il primo re dei Vandali e degli Alani – Genserico, al quale nel 455 papa Leone I Magno chiese di risparmiare Roma e i suoi abitanti. Il germanico ascoltò il santo padre e… svuotò completamente la città eterna, portando via la maggior parte degli abitanti resi schiavi, inclusa l’imperatrice Eudossia con i suoi figli. I templi cristiani invece furono lasciati intoccati dalle genti dai capelli lunghi, baluardi del credo nel salvatore e dell’immortalità dell’anima. Neanche al tempo in cui Roma fu conquistata dal re degli ostrogoti Totila nel 546, quando la città venne privata della maggior parte degli abitanti, le chiese non vennero distrutte. «Roma non sarà annientata dai barbari; si consumerà da sola cadendo vittima di fulmini, tempeste, tormente e terremoti». La storia ha conservato queste parole di San Benedetto da Norcia, pronunciate dal lui nel monastero di Montecassino durante il sacheggio di Roma da parte di Totila.

      E infatti gli attacchi dall’esterno non si rivelarono poi tanto catastrofici quanto le diatribe nella Santa Sede o le calamità naturali.

      Le invasioni dei barbari si ritirarono come le onde del mare. I belligeranti invasori si calmarono, si stabilirono sulle fertili terre della penisola e adottarono la lingua e la cultura dei popoli conquistati.

      Passarono altri secoli, ma nel 896 la basilica Lateranense venne comunque distrutta. La colpa di questo non fu della gente, ma di una calamità rappresentata da un tremendo terremoto. Molti lo considerarono una punizione a causa di un macabro evento che più tardi verrà chiamato «Sinodo del Cadavere» (lat. synodus horrenda – sinodo orrendo).

      Si tratta del vendicativo papa Stefano VI (896—987), che fece esumare il corpo del suo acerrimo nemico, morto nove mesi prima, papa Formoso. Stefano VI fece vestire con i paramenti pontifici il cadavere mezzo decomposto del suo predecessore e lo fece mettere a sedere sul trono papale. Dopodichè il morto venne sottoposto ad un interrogatorio postumo, durante il quale per lui parlava un diacono nascosto dietro al trono. Il risultato dell’interrogatorio fu che l’elezione di papa Formoso venne dichiarata invalida, i sui atti e misure annullati, e le sue dita, che usava per le benedizioni vennero mozzate. Dopo di questo il cadavere del condannato fu denudato, trascinato per la città e sepolto in una fossa comune. Tuttavia, la sete di vendetta di Stefano ancora non era saziata. Durante la notte i suoi seguaci dissotterratono gli odiati resti e li gettarono nel Tevere.

      La culminazione di questo macabro rituale fu un devastante terremoto, dopo il quale la basilica Lateranense, così come la maggior parte degli edifici di Roma, si trasformò in rovine. All’inizio la gente fu presa dal terrore che presto si tramutò in ira, poichè il terremoto fu giudicato come collera Divina per il sacrilegio compiuto. Il risultato fu una «insensata e spietata» rivolta, nella quale furono uccisi molti seguaci di Stefano VI. Dopo si compiette il castigo di Dio – papa Stefano fu catturato e rinchiuso in una cella dove trovò la morte impiccandosi. Più tardi, dei pescatori ritrovarono i resti del disonorato Formoso, che su ordine del nuovo papa Romano (agosto-settembre 896) davanti a una folla immensa vennero solennemente inumati nella basilica di San Pietro. Ma quel che successe, successe, e dopo i fatti descritti la chiesa cattolica sprofondò in una scia di tumulti con il conseguente altalenarsi di successioni nella Santa Sede. La punizione Divina durò otto anni, durante i quali si avvicendarono sei papi, quattro dei quali vennero uccisi.

      Tutto questo tempo la Madre e Capa di tutte le chiese СКАЧАТЬ



<p>40</p>

La basilica Lateranense ha il prefisso «arci» («somma»), perchè dal giorno della sua consacrazione fino ad oggi è la cattedrale principale della diocesi romana. Questo vuol dire, che al suo interno si trova la cattedra (dal greco καθέδρα «sedile»; «sedia») del vescovo di Roma, e cioè il Papa.

<p>41</p>

Nel cristianesimo con il nome di Salvatore si intende Gesù Cristo, nome del quale (Yeshua, o Dio salva) venne dato al figlio di Dio durante la nascita: «essa partorirà un figlio», disse l’angelo a Giuseppe riguardo alla Vergine Maria, e tu lo chiamerai Gesù, egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati» (Matteo 1:21).

<p>42</p>

Navata (dal latino navis – nave) – sala allungata circondata per il lungo da colonne da uno o tutti e due i lati.

<p>43</p>

Abside (dal greco ἁψίς – arco) – terminazione a pianta semicircolare di una parete, rettangolare o a più sfaccettature, coperta generalmente da una calotta a quarto di sfera.

<p>44</p>

Ciborio – elemento architettonico che sovrasta l’altare nelle chiese. Generalmente poggia su quattro supporti verticali.

<p>45</p>

Isidoro di Siviglia. Storia dei goti // Antiche e medioevali fonti della storia di Spagna. San Pietroburgo, 2006. Cap. 15—17.