Roma in ogni stagione. «Il Laterano alle cose mortali andò di sopra». Olga Averina
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СКАЧАТЬ curioso il fatto che la tradizione esoterica rapporti questi due santi al dio romano Giano. Il dio pagano dell’Inizio e della Fine, Giano, veniva raffigurato con due faccie che guardavano nelle direzioni opposte. Uno dei volti rappresentava un giovane e l’altro – un vecchio barbuto. Gli ermeneutici dell’epoca del Rinascimento spesso rappresentavano i due Giovanni o come vecchi barbuti, o come giovani effeminati. Basta ricordare le immagini di Giovanni il Battista nei quadri di Leonardo da Vinci, il quale conferiva al profeta sembianze androgine.

      Nell’antichità, le feste in onore di Giano (che oltretutto era anche il dio delle porte e di tutti i passaggi) si svolgevano nei giorni del solstizio d’estate e del solstizio d’inverno. Come a confermare le antiche tradizioni, vicino alla basilica Lateranense, nel XVI secolo nelle mura Aureliane fu creata una porta, alla quale venne dato il nome di… Porta di San Giovanni.

      Ma diamo un’occhiata più attenta alle varie allusioni esoteriche.

      La celebrazione del giorno di Giovanni Battista coincide con il solstizio d’estate. Nell’antica Roma in quel giorno si celebrava la festa della dea della fortuna, Fors Fortuna, l’adorazione della quale era vietata negli altri giorni. I romani credevano che in questo giorno si fondessero il mondo reale e quello soprannaturale50. La festa pagana di Ivan Kupala in Russia, che ha perso il prorio nome originale negli annali della storia, è diventata l’analogo della celebrazione della nascita di Giovanni Battista in tutti i paesi dove si professa la religione cristiana. Bisogna anche sottolinaere, che egli è l’unico santo, oltre alla Vergine Maria, ad essere celebrato nel giorno della sua nascita e non della sua morte.

      Secondo le credenze popolari, in questo giorno l’acqua e il fuoco stringono un’alleanza, dalla quale scaturisce una forza mistica. Nel medioevo, durante la notte del solstizio d’estate, nei campi vicino alla basilica Lateranense venivano appiccati fuochi, nel fumo dei quali si potevano intravvedere le sagome delle streghe che volavano. Con il termine streghe i romani intendevano le malvagie figure bibliche di Erodiade e Solomè. Secondo la leggenda, le due donne, colpevoli della morte di Giovanni Battista, si pentirono delle prorie azioni e piansero dolorosamente sulla testa mozzata del profeta inondandola di lacrime. Dai loro lamenti e urla scaturì una tromba d’aria, che trasportò in alto le malvagie donne. Da quel dì, madre e figlia sono condannate ad un’eterno errare nelle correnti d’aria, e nella notte della celebrazione di Giovanni Battista le loro sagome potevano essere intraviste nel fumo dei fuochi che venivano accesi. La rugiada, che si formava la mattina dopo, somboleggiava le lacrime versate dalle due peccatrici, e secondo le credenze medioevali era un’ottimo rimedio contro l’infertilità.

      Anche ai gironi nostri, ogni anno, il 23—24 giugno, in piazza Laterano si svolge l’allegra celebrazione della festa di San Giovanni, con la rituale consumazione di aglio e lumache, che secondo le credenze scacciano le forze oscure: il primo con il suo odore, le seconde con le proprie corna.

      Anche durante l’inverno si celebra la festa in onore di un Giovanni. Il giorno del solstizio d’inverno nella chiesa cattolica coincide con la festa di San Giovanni Evangelista. Questa festa si celebra subito dopo il Natale, quando il sole comincia la sua incalzante marcia in alto e in avanti, diffondendo il sempre più chiaro bagliore divino sempre più lontano, come un predicatore che porta al mondo la «Lieta Novella».

      La tradizione tende a sottolineare l’immacolatezza di Giovanni Evangelista, la sua particolare sacralità e dedizione che fanno dell’apostolo il più vicino a Gesù. Tra tutti gli apostoli, fu prorio Giovanni a diventare il più idoneo alla comprensione e alla preconizzazione dei più profondi segreti della fede, cosa che viene confermata dal suo vangelo nella «Apocalisse». Già dall’inizio del secondo secolo, quando i Vangeli vennero messi insieme e vennero diffusi come un’unica raccolta di quattro libri, i credenti cercavano di capire il motivo della differenza tra il vangelo di Giovanni e gli altri tre vangeli, che vennero chiamati sinottici51.

      Gli autori del Vangelo spesso vengono rappresentati sotto forma di quattro animali, che l’autore della Rivelazione vede seduti attorno ad un trono (Rivelazione 4,7). Il simbolo dell’evangelista Giovanni è l’aquila, poichè di tutte le creature è l’unica che può guardare il sole senza il timore di venire acciecata. Giovanni ha lo sguardo più penetrante di tutti gli autori del Nuovo Testamento, cosa che gli conferiva l’accesso ai più grandi segreti, alla pura verità eterna e al pensiero di Dio.

      L’identità di Giovanni è avvolta nel mistero. Ai suoi tempi, secondo una leggenda romana, l’imperatore Domiziano52 considerò l’apostolo immortale dopo inutili tentativi di ucciderlo vicino alla porta Latina di Roma, quando ne il veleno ne l’olio bollente gli arrecarono danno.

      Giovanni Evangelista fu l’unico allievo di Gesù Cristo a morire per cause naturali in tarda vecchiaia, e il periodo finale della sua vita è circondato da leggende. Le parole di Cristo «Se voglio che egli rimanga finché io venga» (Giovanni 21,22.) rivolte all’apostolo, facevano pensare che Giovanni, così come Enoch, Melchisedec e Elia, si sarebbe miracolosamente conservato per l’imminente martirio durante l’avvento dell’anticristo che aveva già visto nella rivelazione sull’isola di Patmos.

      Forse questo spiega la misticità della sua scomparsa: Giovanni esce dalla sua casa con i sette discepoli più vicini, si sdraia in una fossa e dice, rivolgendosi ai discepoli: «Fate uso della terra madre mia, ricorpitemi di essa!». I discepoli lo baciano, lo seppeliscono di terra fino alle ginocchia, lo baciano di nuovo, lo sepelliscono fino al collo, lo baciano un’ultima volta, dopodichè lo ricoprono interamente. Quando i cristiani di Efeso vennero a sapere di questa strana sepultura, scavarono nella tomba, ma la trovarono vuota.

      L’autore della misteriosa e inquietante Apocalisse, Giovanni Evangelista, è il vangelista preferito degli gnostici ed è il patrono dei vari ordini segreti. Per questo, durante i secoli, la dimora Lateranense dei due Giovanni attirava non solo le persone semplici che credevano nella forza dei riti pomposi e delle sontuose processioni, ma anche chi cercava il significato segreto del creato.

      LA BASILICA: DAL X SECOLO ALL’ERA CONTEMPORANEA

      Come avevamo già detto, papa Sergio III ricostruì la basilica del Salvatore, che era stata danneggiata dal terremoto e la dedicò a Giovanni Battista.

      Seguendo l’esempio dato, anche papa Giovanni XII (955—964) si dedicò al miglioramento della basilica. Nell’angolo sinistro della parte interna della facciata fu costruita la sagrestia,53 che occupò quel luogo fino al XVII secolo. Prorio lì si trovava la cosiddetta “ seggiola stercoraria» o Sedes stercoraria. Si tratta di una sedia con un foro nel mezzo, molto popolare nell’antica Roma. Ancora oggi non terminano i dibattiti sull’utilizzo di queste sedie: per facilitare il parto alle donne o per altre cerimonie di lunga durata. Una delle versioni, per esempio, presuppone che quando il papa si vestiva per la messa si sedeva su questa sedia, mentre un coro di canterini eseguiva il salmo 112 con le parole «il Signore… solleva l’indigente dalla polvere, dall’immondizia rialza il povero» (Suscitans de terra inopem, de stercore erigens pauperem). Un’altra versione indica al fatto, che durante le ispezioni i papi dovevano attenersi alle regole del sacerdozio indicate nell’Antico Testamento: “ Non entrerà nella comunità del Signore chi ha i testicoli schiacciati o il membro mutilato» (Deuteronomio 23:1). Molto più probabile è invece la versione, secondo la quale sedie di questo tipo venivano usate dai papi durante le lunghe cerimonie dove la loro presenza era obbligatoria, e nelle quali la sedia rendeva la vita molto più semplice ai pontefici, soprattutto a quelli che erano molto vecchi o malati.

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<p>50</p>

La commedia di Shakespeare «Sogno di una notte di mezz’estate», dove gli avvenimenti hanno luogo prorio nella notte del solstizio d’estate, secondo una delle versioni fu scritta in occasione del festeggiamento della regina Elisabetta I del giorno di San Giovanni il Battista.

<p>51</p>

Vangeli sinottici (greco ant. συνοπτικός, lett. «sguardo insieme») – i tre primi libri del Nuovo Testamento (i vangeli secondo Matteo, Marco e Luca). Per il loro contenuto i vangeli sinottici si incrociano spesso e presentano caratteristiche simili.

<p>52</p>

Tito Flavio Domiziano o Domiziano – imperatore romano negli anni 81—96.

<p>53</p>

Sagrestia (in russo Ризница, riznitsa) – nei templi, è il luogo dove vengono conservati gli oggetti e i vestiti per le funzioni liturgiche.