Il Quadriregio. Frezzi Federico
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Читать онлайн книгу Il Quadriregio - Frezzi Federico страница 22

Название: Il Quadriregio

Автор: Frezzi Federico

Издательство: Bookwire

Жанр: Языкознание

Серия:

isbn: 4064066072339

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СКАЧАТЬ io vidi una signora

       splendente quanto il sol su la mattina,

       quando dell'orizzonte egli esce fòra,

      incoronata come la regina,

       20 che venne a Salomon dal loco d'Austro

       per udire e saper la sua dottrina.

      Quando piú presso ingiú si fece il plaustro,

       lo scudo cristallin gli vidi in mano,

       lucente quanto al sol nullo alabastro.

      25 Ed era sí scolpito e sí sovrano,

       che tanto adorno nol fece ad Achille,

       per preghi della madre, dio Vulcano.

       p. 56

       Appresso al carro stavan le sue ancille,

       inclite ninfe, intorno a coro a coro,

       30 ed ogni coro in sé n'ha piú di mille.

      Non ebbe piú splendor, né piú lavoro

       il carro, a cui Fetòn lasciò lo freno,

       quando trasse i corsier dal cammin loro.

      Vedendo lo splendor tanto sereno,

       35 l'alpestre ninfe stavan ginocchioni

       con reverenza sul basso terreno.

      Quando discesa fu con canti e suoni

       la dea Minerva e che fu posto fine

       a tanti balli ed a tante canzoni,

      40 le ninfe alpestre riverenti e chine

       dissono:—O dea, qual vorrai che vegna

       di noi e che al tuo regno al ciel cammine?—

      Rispose ella:—Di voi ognuna è degna;

       ma ora eleggo Ilbina e voglio questa,

       45 che venga meco ove da me si regna.—

      E, detto questo, con canti e con festa

       la coronò d'alloro e poi d'uliva,

       e di fin òr gli fe' vestir la vesta.

      Poi per la strada, che da ciel deriva,

       50 la menò seco pel cammin ad erto,

       forte a salire ad uom mortal, che viva.

      Io, che m'era occultato in quel deserto

       tra dure spine e pungenti cespogli,

       il viso alzai di lacrime coperto.

      55 —Perché, o Palla, Ilbina mia mi togli?

       —dissi piangendo;—e perché a questa volta

       d'Ilbina, o dio Cupido, ancor m'addogli?—

      E fuora uscii e con fatica molta

       per la celeste strada insú mi mossi

       60 dietro alla ninfa, la qual m'era tolta.

      E ben un miglio cred'io andato fossi,

       che la dea Venus si chinò a pietade:

       tanto con li miei preghi io la commossi.

       p. 57

       Nell'aere apparse con grande beltade;

       65 poi scese al carro con faccia proterva,

       il qual saliva le splendenti strade.

      —Non senza gran cagione, o dea Minerva

       —disse Venus,—io vengo tra la schiera,

       che segue te e tuo comando osserva,

      70 ché insino al cielo, ove il gran Iove impera,

       d'un vago giovinetto è giunto il grido,

       che sempre ha 'n me sperato e sempre spera.

      Ed io ed anche il mio figliuol Cupido

       una ninfa, ch'è qui, gli abbiam promessa,

       75 sí come a nostro caro amico e fido.

      E se tu vuoi sapere quale è essa,

       Ilbina ha nome, che la dea Diana

       la mandò a te ed halla a te concessa.

      E perché la mia spen non fosse vana,

       80 Iunon la confermò e fe' che scese

       Iris, sua nuncia, presso una fontana.

      Acciò che mie parol sien meglio intese,

       mira colui che sal su per la via:

       il mio figliuol colui d'Ilbina accese.

      85 Costui è quel, di cui prego che sia

       la detta ninfa; ed egli è quel che fue

       dato da Iuno a lei per compagnia.

      Vedi che move ratto i passi insúe

       e per la costa omai è tanto stanco,

       90 che a pena dietro a te può seguir piúe.—

      Minerva, vòlta verso il destro fianco,

       mi rimirò; ed io era da lunge

       tre gettar di balestro o poco manco.

      Come che 'l servo se medesmo punge,

       95 che è visto ed aspettato dal signorso,

       che affretta i passi insin che a lui aggiunge;

      cosí fec'io insin ch'io ebbi corso

       al carro, ove Ciprigna s'era posta,

       che mi aspettava per darmi soccorso.

       p. 58

       100 Come persona a compiacer disposta

       a chi la prega, cosí Palla fece

       a Citarea benigna risposta:

      —Se a Iunone, a cui imperar lece,

       io ho rispetto ed a te che 'l domandi,

       105 che puoi dir: «Voglio», e fai cotanta prece,

      io mi contento far ciò che comandi;

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