Название: Il Quadriregio
Автор: Frezzi Federico
Издательство: Bookwire
Жанр: Языкознание
isbn: 4064066072339
isbn:
p. 45
CAPITOLO IX
Come la ninfa Lippea si duole che le convien partire.
Letto ch'io ebbi ciò che nel sasso era,
io mi partii e dentro uno spineto
mi posi a stare ascoso insino a sera,
acciò che il nostro amor fosse segreto.
5 Presso all'occaso ed io scendea la costa
e per veder Lippea andava lieto.
Ed una driada disse:—Fa', fa' sosta—
forte gridando, ond'io maravigliai
e 'nsin che giunse a me, non fei risposta.
10 Quando fu a me, ed io la domandai.
—Non sai—rispose—ciò ch'è intervenuto,
e Lippea quanti per te sostien guai?
L'amor tra te e lei stato è saputo,
e conven che si parta: oh sé infelice,
15 ché contra questo nullo trova aiuto!
Io son sua driada e giá fui sua nutrice:
l'amor, che porta a te, m'ha rivelato,
ed ogni suo segreto ella mi dice.
Se saper vuoi il fatto come è stato,
20 la Invidia, che sempre il mal rapporta,
che mille ha orecchie ed occhi in ogni lato,
disse a Iunone:—Or non ti se' tu accorta
che Lippea ama il vago giovinetto,
che venne qui e tanto amor gli porta?—
25 Poscia sparío, quando questo ebbe detto
la rea, che ha mille occhi e tutto vede
e mille orecchie e tosco ha dentro al petto.
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Ah Invidia iniqua, quanto a te si crede!
e perciò volentier tu se' udita,
30 perché troppo al mal dir si dona fede.
A Lippea detto fu che ammannita
stesse ad andarne nel seguente giorno,
quando Iunon volea far sua partita.
Pel gran dolor e per lo grave scorno
35 d'amaro pianto si bagnò le gote,
e smorto diventò suo viso adorno.
E per non far di fuor le fiamme note,
che Amor le aveva acceso dentro al core
coll'arco dur, che mai invan percote,
40 pigliava scusa pianger per l'amore,
ch'ella portava alla Diana dea
e alle sue ninfe come a care suore.
—Sorelle mie—dicea,—perché credea
rimanermi con voi, però 'l cuor piagne
45 che dipartir mi fa la 'Nvidia rea.
E non sará che mai 'l mio pianto stagne:
tanto è l'amor, oh lassa me tapina,
ch'io conceputo ho qui, o mie compagne.—
Poscia andò a Iuno e disse:—O mia regina,
50 per darmi infamia e darmi vitupero,
l'Invidia con sua lingua serpentina
detto ha cosí; ma s'ella dice il vero,
io cada morta, o s'io assento all'arme
di dio Cupido o mai n'ebbi pensiero.
55 Quando deliberasti, o dea, lassarme,
concepii amore a tutte, ed or mi dole
se io le lascio e altrove puoi menarme.—
Iunon rispose a lei brevi parole:
—Voglio che vegni e, quando il carro parte
60 crai, sii la prima sul levar del sole.—
Poscia che mille lacrime ebbe sparte,
dicea fra sé dolente ed angosciosa:
—Come farò? oimè! 'l cor mio si sparte.—
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Come va 'l cervio, a cui giá venenosa
65 è giunta la saetta, e move il corso
or qua or lá, e insin che muor non posa:
cosí ed ella per aver soccorso
giva ad ognuna, e poscia lacrimando
deliberò a Diana aver ricorso.
70 E disse:—O dea, tu facesti il domando
ch'io rimanessi, e Iuno fu contenta;
ed io anche assentii per suo comando.
Ed ora pare a me ch'ella si penta,
non so perché: e se fia mia partenza,
75 convien che gran dolor mio cor ne senta,
perché tu, dea, a me benivoglienza
hai dimostrata, e Pallia e Lisbena
e l'altre, con ch'i' ho fatto permanenza.
Però partir da loro a me è gran pena,
80 ch'io amo ognuna come mia sorella,
e sopra tutte te, o dea serena.
Però, ti prego, alquanto tu favella
a dea Iunon ch'io stia sino alla festa,
che ogni anno, come sai, si rinovella.—
85 Rispose a lei Diana:—Manifesta
tu fai te СКАЧАТЬ