Il Quadriregio. Frezzi Federico
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Читать онлайн книгу Il Quadriregio - Frezzi Federico страница 13

Название: Il Quadriregio

Автор: Frezzi Federico

Издательство: Bookwire

Жанр: Языкознание

Серия:

isbn: 4064066072339

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СКАЧАТЬ e sia lasciato in mezzo a questi piani.

      E tu, o Lippea, li porrai da un lato

       50 con le tue ninfe e con le tue compagne,

       con quante e quali e come a te sia grato.

      Lisbena ancor per piani e per montagne

       porrá le ninfe mie dall'altra parte;

       e se addivien che il cervio tu guadagne,

      55 piaccia a Iunon volere incoronarte.

       Ma se le ninfe mie vincon la caccia

       o per ingegno o per forza di Marte,

      anco Lisbena incoronar gli piaccia,

       non per lei tanto, ma per le sorelle,

       60 che per vergogna stan con rossa faccia.—

      Le ninfe di Iunon gentili e belle

       si mostrôn d'accettar volonterose

       con arditi atti e con pronte favelle.

       p. 32

       Allor Diana a sei silvani impose

       65 che menassero il cervio; ed ei menôllo

       su delle ripe e delle vie scogliose,

      con una fun legato intorno al collo;

       poi fu lasciato sciolto presso al fonte,

       ch'era sacrato alla suora d'Apollo.

      70 —Su su, sorelle, circondate il monte

       —dicea Lippea,—e prendete la costa

       con archi e spiedi coll'acute ponte.

      Ognuna attenta sia nella sua posta:

       co' can correnti dietro alli cespogli,

       75 come chi sta in aguato, stia nascosta.

      E tu, Tirena, va' 'ntorno a li scogli

       con cento ninfe: sai ch'io mi confido

       in tua virtú; però mostrar la vogli.

      Sí come io accenno o col mio corno grido,

       80 cosí con quelle cento mi soccorre,

       co' cani alani e col tuo arco fido.

      Perché, se 'l cervio suso al monte corre,

       di lá dall'altra valle non trapassi,

       lassú, Ipodria, tu ti vogli porre

      85 e con ducento ninfe prendi i passi:

       con can mastini e con cani levrieri

       fa' che lo pigli e che passar nol lassi.

      Or ora essere accorte è ben mestieri;

       acciò che onore abbia la nostra dea,

       90 mostriam la forza de' nostri archi fieri.—

      Non men Lisbena ancora disponea

       la schiera sua e facevala forte

       con modi e con parol, ch'ella dicea.

      —Sorelle, ora conviene essere accorte;

       95 ora convien mostrar nostro valore;

       ch'altri che noi di caccia onor non porte.

      Ora si vederá chi porta amore

       a dea Diana e se siete valente,

       sí che di questa caccia abbiamo onore.

       p. 33

       100 O Lisna bella mia, va' prestamente

       sopra del monte e circonda la cima

       con cento ninfe: e state bene attente.

      Credo che 'l cervio lí correrá prima:

       abbiate cani e spiedi, ché non varchi

       105 di lá dal monte verso la valle ima.

      Chi per la costa discorra cogli archi,

       chi di lanciotto e chi di duro spiedo,

       quando fia l'ora, la sua mano incarchi.

      Alconia, te per principal richiedo,

       110 che stii con cento ninfe in su la piaggia;

       ché 'l cervio lí verrá, sí come io credo.—

      Quando ordinata fu la schiera saggia,

       e fu ognuna nel loco che vòlse

       quella di Iuno e della dea selvaggia,

      115 la bella Iris i gran cani sciolse

       d'intorno al cervio abbaianti e feroci;

       ed ei fuggí e ver' Diana volse.

      Le ninfe sue alzôn liete le voci,

       gridando fortemente:—Ad esso, ad esso

       120 con le saette e coi passi veloci.—

      Le lor verrette scoccavano spesso;

       e 'l cervio corre e su lo monte sale;

       e dietro i can correndo vanno appresso.

      E poi che giunto fu nel piano equale,

       125 passato arebbe il monte, se non fosse

       che Lisna bella gli die' d'uno strale.

      Allora quello addietro alquanto mosse,

       ed un fier can mastin gli prese il volto,

       e Marsa ninfa d'un dardo il percosse.

      130 Per questo il cervio, alla man destra vòlto,

       ver' quelle di Iunon fece l'andata;

       e questo a Lisna bella increbbe molto.

      Ipodria bella, tutta rallegrata:

       —Fa'—disse,—o Iuno, che vinciam la festa;

       135 dá' or questa vittoria a tua brigata.

       p. 34

       L'aspere ninfe della dea foresta

       non l'han saputo aver, ma s'è fuggito:

       però è degno che perdan l'inchiesta.—

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