Una promessa rubata. Olga Kvirkveliya
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Название: Una promessa rubata

Автор: Olga Kvirkveliya

Издательство: Издательские решения

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isbn: 9785006461253

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СКАЧАТЬ noi i templari.

      – ‐ “Noi” chi?

      – ‐ Tu sai che i templari sono un Ordine monastico militare. Non vogliono lasciare la città ai vassalli del re perché questi sono obbligati a combattere là dove lui ordina e re Sancho adesso è turbato solo da Navarra. Dunque servono uomini indipendenti dal re.

      – ‐ E noi siamo indipendenti?

      – ‐ Insomma sì. Vivete nei monasteri perciò si può dire che siete in un certo senso monaci. E siete cavalieri. Quasi come i templari.

      – ‐ Però essi hanno un Ordine proprio! E noi? Ti chiedo ancora una volta: noi chi siamo?

      – ‐ Siete Calatrava. Avrete anche voi il vostro Ordine, aspetta e vedrai.

      Partono da Troia a Napoli di notte, per imbarcarsi al mattino. Pedro, voltandosi, scorge, sulla cima di una delle montagne, una corona d’oro appesa al cielo nero. Dapprima si stupisce, poi, guardando attentamente, capisce che sono le luci di Vibinum, città dove suo nonno aveva promesso di tornare.

      A Pedro sembra che il loro viaggio assomigli alla nascita di un fiume: i piccoli riparti si incontrano, confluiscono e procedono insieme, incorporando via via altri nuovi “riparti-‐ ruscelli” e diventando un fiume sempre più ricco d’acqua. Un altro “fiume” proviene dalla Francia, alimentato da “ruscelli” più piccoli affluenti da altri paesi, alcuni dei quali molto lontani.

      5

      Ai riparti è stato ordinato di fermarsi lontano da Calaat-‐Rava per non attirare l’attenzione. Pedro non capisce come mai. Vela spiega:

      – ‐ Non conviene far vedere al re Sancho che i templari non vogliono lasciargli la città. Potrebbe sentirlo come offesa e sarebbero guai. Non ci bastano i Mori come nemici, serve anche un conflitto con il re?!

      – ‐ Cosa fare?

      – ‐ Vedrai. Importante è trovarsi al momento giusto nel posto giusto.

      Pedro comincia a osservare gli avvenimenti con interesse: ecco, i templari rifiutano di difendere la città; ecco, il re torna da Navarra e cerca qualcuno a cui affidare Calaat-‐Rava. Ma tutti rifiutano e, in fondo, non c’è da stupirsi: se un Ordine così potente come i templari non può difendere la fortezza, cosa dire dei singoli signori locali?

      – ‐ Davvero Calaat-‐Rava non serve a nessuno? – Pedro domanda al fratello Vela.

      – ‐ A qualcuno serve certamente ma è stato possibile convincerli a non esporsi.

      – ‐ E come hanno potuto convincerli?

      – ‐ Spiegando loro che gli Ordini sanno essere grati. A differenza di alcuni re…

      Nel giorno del ritorno del re Sancho a Navarra, nel campo dei cavalieri accade una cosa strana. La mattina presto arrivano due monaci. Entrano nella tenda di Vela che ordina di non disturbare nè lui, nè i suoi ospiti, ma permette a Pedro di essere presente alla conversazione.

      Uno dei monaci è Raimondo Serrat, l’abate del monastero di Fitero, presso Navarra, dove il re sta conducendo la guerra. Il secondo è frate Diego Velasquez.

      – ‐ Siete pronti? – chiede l’abate.

      – ‐ Sì, e voi?

      – ‐ Anche noi.

      – ‐ Come pensate di convincere il re?

      – ‐ Frate Diego è non solo ex cavaliere, ma anche amico d’infanzia del re Sancho. A lui il re crederà.

      – ‐ Allora, avanti!

      E così è stato.

      Al re conviene dare la città ai frati ma ad una condizione: prima devono dimostrare che sono capaci di difendere Calaat-‐Rava.

      Ora tocca ai cavalieri.

      In pochi giorni (tanti, quanti servono per levare le tende e raggiungere la città) sotto le mura di Calaat-‐Rava si riuniscono quasi ventimila giovani cavalieri, ben preparati e armati, in maggior parte provenienti dalla Francia e dall’Italia. Dopo sei mesi il re sottoscrive la donazione della città “a Dio, a Santa Maria, all’abate Serrat e ai suoi frati”…

      6

      – ‐ Adesso finalmente si può realizzare la promessa del nonno – Vela dice a Pedro. – Lo ricordi ancora?

      – ‐ Ma Calaat-‐Rava non solo è liberata, ma è anche indipendente! Davvero esisteva un’altra promessa?

      – ‐ Sì. Fondare presso la città, sulla riva del fiume, il santuario della Madonna di Valverde.

      – ‐ Valverde? E dove si trova?

      – ‐ Vicino al purgatorio.

      Vela racconta al fratello la storia del nonno: della bellissima Miriam, di Abdulla, della donna con il bambino, della valle verde del limbo…

      – ‐ E la nonna? Lui non l’amava proprio?

      – ‐ All’inizio no. Cercava una madre per i suoi figli, una ragazza forte e intelligente, capace di capire e di assecondare lo scopo della sua vita, il suo servizio alla Madonna della valle verde. E trovò nostra nonna.

      – ‐ Ma lei sapeva..?

      – ‐ Sapeva. Il nonno voleva che lei lo prendesse così com’era, non deludendo le sue speranze e non fingendo. E lei lo prese.

      – ‐ Sembra che lei lo amasse molto…

      – ‐ Sai, anche lui l’amava, non come amava Miriam, forse molto più profondamente. Di Miriam era innamorato, ma l’amore è tutt’altra cosa…

      I fratelli trovano quel luogo riposto presso il fiume; vi costruiscono il santuario; vi posano la statua della Madonna bruna con gli occhi neri. Infine dedicano il santuario a Dio, a Santa Maria e all’Ordine di Calatrava.

      Capitolo IV

      Don Enrico

      L’anno 1208

      1

      Questa morte assurda confuse tutti definitivamente. Che cosa insensata, morire per mano del fidanzato rifiutato dalla figlia! E proprio nella famiglia reale! Un amore infelice? Come se questo potesse accadere alle principesse! Enrico scuoteva la testa, incredulo. Ora bisognava prendere in fretta delle decisioni per risolvere la situazione in una terra come la

      Puglia, così importante per lui, e non solo. Per questo si diresse subito a Messina, per condurre delle trattative con un ragazzino di 14 anni!

      Si strofinò il braccio malato, che si faceva sentire con l’umidità. Enrico, figlio tardivo di Pedro Guevara, era nato con un braccio e una gamba semiparalizzati, e non poteva neanche pensare di diventare soldato in queste condizioni. Da bambino questo lo faceva molto soffrire, e con lui soffriva suo padre. In seguito trovò la sua strada. Non potendo praticamente allontanarsi da casa, da СКАЧАТЬ