Una promessa rubata. Olga Kvirkveliya
Чтение книги онлайн.

Читать онлайн книгу Una promessa rubata - Olga Kvirkveliya страница 4

Название: Una promessa rubata

Автор: Olga Kvirkveliya

Издательство: Издательские решения

Жанр:

Серия:

isbn: 9785006461253

isbn:

СКАЧАТЬ nessun Guevara deve combattere per qualcuno che non sia il monarca spagnolo.

      Invece adesso lui non stava combattendo propriamente per conto del re; tanto più che il re di Spagna non partecipava affatto alla spedizione. È questo il motivo per cui ora decide di chiamarsi temporaneamente conte Pedro Latron, che, grazie a Dio, è il secondo nome di famiglia.

      In realtà lui non dovrebbe partecipare a questa campagna. La Spagna ha già abbastanza nemici e le forze per affrontare i Mori chiaramente non bastano. Ma il padre aveva un motivo particolare per mandarlo a liberare Gerusalemme…

      Pedro siede sull’erba appoggiandosi all’albero con la schiena e osserva cupamente come l’acqua trasparente del piccolo fiume corre verso il mare. Non è contento né della una giornata calda e solare, né del pranzo gustoso e abbondante nella taverna, né dell’improvvisa possibilità di rilassarsi tranquillamente. Da quasi un anno non è contento di niente.

      Sì, sono già passati trecentoquarantotto giorni, ma il giovane non può dimenticare come i Mori hanno buttato fuori della porta della città di Calaat-‐Rava il corpo deturpato della sua amata Miriam. L’aveva incontrata per la prima volta mentre passava con la pattuglia vicino al ruscello sotto le mura di Calaat-‐Rava. Era venuta a prendere l’acqua, e il conte Ladron aveva ammirato la sua fine ed elastica figura. Miriam notò il suo sguardo appassionato ma non si spaventò, non scappò via; si limitò a sorridere, abbassando gli occhi.

      Da quel momento il giovane aveva sempre cercato di far parte della pattuglia presso il ruscello. E a lui sembrava che anche la ragazza cercasse di venire più spesso a prendere l’acqua. Passo dopo passo fecero conoscenza: all’inizio, incontrandosi, facevano un semplice cenno con il capo, poi si salutavano, più tardi cominciarono a scambiarsi qualche parola, non significativa ad orecchi estranei ma dolce carezza per gli innamorati.

      Purtroppo qualcuno venne a conoscenza della simpatia “delittuosa” di Miriam per un

      “infedele” e la giovane fu lapidata. Il suo corpo deturpato giacque a terra, al solleone, e le grandi mosche nere vi si riunivano per il sanguinolento banchetto…

      Il padre ed i fratelli di lei cercarono di trattenere il giovane, ma lui salì in sella, si avvicinò alla ragazza, la sollevò in braccio e tornò indietro di corsa. Alle sue spalle fischiavano le frecce, ma lui, stordito dal dolore dell’anima, non si accorgeva di nulla.

      Pedro portò il corpo nella chiesa del cimitero, ma il sacerdote rifiutò di seppellirlo nella terra consacrata: Miriam non era cristiana. Il giovane, senza dire una parola, si voltò e uscì dalla chiesa. Portò sulle braccia la ragazza al ruscello e la seppellì vicino al posto del loro primo incontro.

      Da allora il suo carattere mutò notevolmente. Anche se non era mai stato un vigliacco, adesso era diventato semplicemente sconsiderato. Sembrava che cercasse la morte. In effetti era proprio così.

      Il padre, preoccupato, pregò il prete di parlare con il figlio.

      – ‐ Sì, non ho paura della morte, anzi la voglio! Perché? Perché solo così incontrerò la mia Miriam. -‐ gli disse il giovane conte Guevara Latron.

      – ‐ Mi dispiace, -‐ il prete scosse la testa -‐ quest’incontro non potrà aver luogo. Tu sai che nel regno celeste possono entrare solo i cristiani e Miriam era musulmana.

      – ‐ Ma questo non è giusto! Non è colpa sua se è stata nata in una famiglia musulmana! Lei non sapeva neanche dell’esistenza di Cristo, come avrebbe potuto essere battezzata?

      Il prete scosse la testa con commozione, alzò le spalle e stese la mano per metterla sulla testa del giovane, ma questi si scansò e uscì frettolosamente dalla chiesa.

      Da quel giorno il conte Latron è sempre cupo. Non trova consolazione e speranza né sulla terra né in cielo, né nella vita, né nella morte. Fu così che il padre, convinto che chiodo schiaccia chiodo, decise – quale ultima speranza – di fargli intraprendere un viaggio lungo e difficile verso paesi sconosciuti, incontro a nuovi pericoli, nuovi amici e forse anche un nuovo amore.

      Ecco perché Pedro adesso si trova sulla riva del fiume presso una città dallo strano nome “Vibinum”. Il loro esercito deve recarsi al santuario dell’Angelo, sul Gargano, e da lì partire per la Terra Santa.

      Si muovono solo al tramonto. Dopo un breve tragitto il conte Latron si volta indietro. Sullo sfondo del cielo color porpora, sulla cima della montagna, biancheggia la città, somigliante alla sua Calaat-‐Rava. Si sente stringere il cuore: bisogna ricordare questo nome: Vibinum. Tornerò ancora, -‐ promette a se stesso -‐ ancora libererò Calaat-‐Rava. Forse non io ma i miei figli o i figli di miei figli. Chissà! Ma per fare questo bisognerà almeno accasarsi.

      Quest’idea inaspettata lo costringe a sorridere, per la prima volta dopo quasi un anno.

      2

      Durante la spedizione il conte non ha davvero tempo per cupi pensieri. Appare subito chiaro che egli ha l’innato talento del condottiero: tutti i Guevara erano eccellenti militari. Per questo è chiamato alla pianificazione delle operazioni militari. Certamente un ruolo importante aveva avuto anche il suo glorioso nome, la gloriosa origine.

      Ma un giorno il passato lo accappia e gli assesta un duro colpo.

      I crociati già da tempo tengono in assedio una cittadina dove una settimana prima erano esaurite acqua e cibo. Ogni giorno fuori dalle porte della città si gettano i corpi dei morti per fame e per sete: di solito bambini, vecchi e donne, perché le ultime briciole di cibo e la rugiada raccolta all’alba sono riservati ai militari. I crociati osservano attentamente se qualche corpo si muove: tra i cadaveri può nascondersi una spia.

      Giusto a mezzogiorno la porta si apre e altri corpi vengono gettati fuori. Improvvisamente tra loro sguscia una giovane donna, che comincia a correre stringendo al petto un bambino.

      – ‐ Che cosa è? – si volta Latron al vecchio interprete.

      Questi alza le spalle:

      – ‐ Cerca di salvare il suo bimbo. Ma chi glielo permetterà? Lei potrebbe descrivervi la situazione nella città.

      Infatti, dopo qualche momento di sbigottimento, in direzione della donna volano prima maledizioni poi anche pietre.

      – ‐ Guarda, risparmiano le frecce, evidentemente anch’esse stanno per finire, -‐ dice il vecchio a Latron.

      Ma questi già non sente più nulla. La figura femminile che corre, le pietre… Come la sua Miriam! Monta a cavallo e corre al galoppo incontro alla donna. In quel momento volano le frecce – poche e precise. Une delle prime si conficca nella schiena della donna. Lei cade e resta immobile.

      Quando il giovane si avvicina la donna è già morta. Il neonato succhia avidamente il suo seno, dal quale già gocciola sangue, non latte. Latron prende il suo corpicino quasi senza peso e, risalito a cavallo, torna indietro. Nella sua mente balena l’immagine del suo antenato che porta via dai nemici un altro neonato, un figlio di re. Al contrario, questo bimbo che reca con sé non è affatto un figlio di re…

      – ‐ Non sopravvivrà, è troppo debole, non riusciremo a salvarlo. E poi non sopporterebbe la vita dell’esercito. E dove troveremo il latte per lui? – dice afflitta la superiora delle suore che curano i feriti.

      Il СКАЧАТЬ