Una promessa rubata. Olga Kvirkveliya
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Название: Una promessa rubata

Автор: Olga Kvirkveliya

Издательство: Издательские решения

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isbn: 9785006461253

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СКАЧАТЬ Pedro junior

      L’anno 1157

      1

      Fin dal mattino era agitato, anche se cercava di non farlo vedere. Altro che! Per la prima volta, dopo dieci anni passati lontano dalla patria, stava tornando in Spagna.

      Nella sua agitazione c’era tutto: il presentimento del viaggio lungo e difficile; la gioia dell’imminente incontro con la madre e la nonna; l’orgoglio della partecipazione all’importante impresa; ma anche una certa preoccupazione, se non proprio paura.

      Procedevano in grande reparto, composto da drappelli di cavalieri giunti dai diversi monasteri. Era stato il suo grande nonno e omonimo, Pedro Ladron de Guevara, ad aver creato e organizzato questa struttura.

      Tornando dalla crociata, il nonno Pedro si era preoccupato di trovare una moglie degna di essere madre dei suoi futuri figli. Non si faceva illusioni sulla possibilità di liberare subito Calaat-‐Rava, così cara al suo cuore: il re non aveva le forze per questa impresa militare. Ma il motivo principale era che ai giovani militari non era concesso il tempo di acquisire l’esperienza necessaria né quello di sposarsi e fare figli.

      I Mori, infatti, controllavano attentamente ogni gruppo di giovani e colpivano prima che diventassero adulti. E così nella testa di Pedro era maturata un’idea: bisognava mandare i figli minori nei paesi vicini e là farli diventare dei veri militari. In questo caso i Mori non avrebbero potuto raggiungerli e sarebbe stato possibile preparare, a loro insaputa, un vero esercito.

      I monasteri della Francia e dell’Italia sarebbero dovuti diventare centri per la preparazione di quei giovani. Ma i signori locali non avevano alcun interesse a riempire i monasteri di cavalieri armati; il nonno doveva usare tutta la sua capacità diplomatica e strategica per convincerli.

      Il monastero di Troia (dove avrebbe in seguito studiato Pedro nipote) era stato dato agli Spagnoli nel 1124, dopo che il drappello di giovani cavalieri sotto la guida di Sancho, figlio del primo Pedro e padre del secondo, aveva aiutato i Normanni, e in particolar modo il conte di Loretello e il re di Sicilia Ruggero II, a rafforzare il loro potere in Puglia. Da allora momento il monastero si chiamò San Nicola Calatrava.

      In ogni modo non era possibile tenere molti giovani in un solo posto perciò quando arrivavano nuovi gruppi di ragazzi si costruivano o si prendevano in gestione nuovi monasteri.

      Con il tempo il numero dei militari preparati era cresciuto. Nel 1147 un drappello di giovani, sotto la guida dell’abate del monastero di Orsara, era partito per la Spagna. Ufficialmente si disse che l’abate spagnolo aveva organizzato il lungo viaggio per ricevere notizie e creare un rapporto d’amicizia con il re, anche se la loro amicizia durava già da molti anni – erano nati e cresciuti nella stessa città. Il motivo per cui aveva preso con sè tanti

      “frati” era dovuto alla pericolosità del viaggio. Ma tutti i cavalieri sapevano che li aspettava una grande battaglia: la liberazione di Calaat-‐Rava.

      E la battagia ci fu. Calaat-‐Rava fu liberata e l’abate ricevette dal re la villa Bamba per il coraggio dei suoi “frati”.

      Tra i giovani c’era anche il fratello maggiore di Pedro junior, Vela, a cui fu affidata Bamba. Lì -‐ presso Bamba, non Calaat-‐Rava -‐ fondò subito il santuario della Madonna di Valverde. Così la promessa del nonno non era stata realizzata pienamente. E adesso – morti in battaglia sia Pedro che suo figlio Sancho – Vela, il nipote maggiore di Pedro, doveva farlo.

      2

      Tutto questo il giovane Pedro aveva saputo dai racconti di Vela, della nonna e della madre, quando aveva solo dieci anni, ascoltando con il fiato sospeso.

      Il nonno si era lanciato all’attacco per primo. Nella sua figura – col mantello svolazzante al vento, sul cavallo che volava – c’era qualcosa di spaventoso e mistico insieme.

      Sancho aveva cercato di raggiungere il padre, ma vi era riuscito solo quando il cavallo di Pedro era caduto sotto una pioiggia di frecce. Questo non aveva fermato il cavaliere. Il figlio gli aveva offerto il suo cavallo, ma Pedro lo aveva scansato senza dire una parola ed era corso avanti.

      Era penetrato nella città come un coltello nel burro. Sembrava che la morte non dovesse coglierlo, ma all’improvviso un colpo lo raggiunse, poi un altro…

      Sancho voleva aiutare il padre ferito, ma questi di nuovo lo scansò e di nuovo entrò in battaglia. Le frecce volavano dai tetti delle case. Sancho, per proteggere il padre da una di esse, fu colpito a morte. Neanche questo fermò Pedro. Ma subito dopo, anch’egli colpito a morte, cadde accanto al figlio…

      Vela entrò nella città dall’altra parte insieme con il riparto dei “frati”. Furono loro a trovare i corpi del nonno e del padre.

      3

      Pedro si stava preparando al viaggio: era arrivato il tempo di partire per l’Italia; la lotta non era ancora finita. Il ragazzo aveva un po’ di timore a lasciare la casa.

      – ‐ Perché non posso rimanere? – domandava – Calatrava è liberata, perché bisogna ancora preparare i militari in altri paesi?

      – ‐ Prendere una città è più facile che tenerla! – gli spiegava ragionevalmente il fratello – Il re non ha forza per difenderla. Hai visto, è stato costretto a dare Calatrava ai templari, ma neanche loro possono tenere qui un grande riparto perché il loro primo dovere è nella Terra Santa. E i Mori sono ancora molto forti. Dio voglia che i templari resistano almeno dieci anni, fino a quando voi sarete cresciuti. Poiché quasi tutti i vostri padri, nonni e fratelli maggiori sono caduti in battaglia, cosa succederebbe se i templari partissero?

      – ‐ E come mai tu resti?

      – ‐ A chi affidare la mamma e la nonna? Ed è, inoltre, necessario preparare il vostro ritorno. Non tutto è così semplice…

      Il discorso con la nonna era molto più difficile. La perdita del marito e del figlio l’aveva impietrita. La nonna disse:

      – ‐ Devi. Questo è tutto. Tutti i tuoi antenati sono stati militari, lo sarai anche tu. È un lavoro pericoloso, conduce alla morte. Per soppravvivere e vincere, o solamente vincere, bisogna essere buon militare. Perciò vai in Italia per diventare buon militare.

      – ‐ Ma se io non volessi fare il militare? Se volessi fare qualcos’altro?

      – ‐ E che cosa? Piantare i fiori? Sarà possibile farlo dopo la guerra.

      – ‐ E quando finirà la guerra?

      – ‐ Boh, Dio voglia che i tuoi pronipoti possano vederlo… Ma adesso bisogna essere buon militare. Vedi, persino i monaci partecipano alla lotta, anche se potrebbero passare questo brutto momento dietro le mura del monastero.

      – ‐

      La mamma non diceva nulla a Pedro, lo stringeva solamente, abbracciandolo e cercando di non piangere. All’ultimo momento disse:

      – ‐ Meglio che tu vada, almeno per te il mio cuore non soffrirà.

      4

      Pedro sta per tornare, col suo riparto, in patria. Suo fratello Vela è venuto a prenderli СКАЧАТЬ