La Fossa Di Oxana. Charley Brindley
Чтение книги онлайн.

Читать онлайн книгу La Fossa Di Oxana - Charley Brindley страница 8

Название: La Fossa Di Oxana

Автор: Charley Brindley

Издательство: Tektime S.r.l.s.

Жанр: Приключения: прочее

Серия:

isbn: 9788835409267

isbn:

СКАЧАТЬ

      Tagliò un pezzo di vitello. “È una rivista chiamata Orphan.” Immerse la carne in una pozza di salsa di bistecca.

      Le tre donne tornarono al loro cibo, mangiando lentamente, senza parlare. Sembravano colpite dalle sue ultime parole.

      Signorina Impudenza parlò incerta. “Dal titolo si deve dedurre che la nuova rivista non ha una pubblicazione principale?”

      “Oppure,” intervenne signorina Prudenza, “è una rivista sugli orfani?”

      “Immagino che possa essere entrambe le cose,” rispose Tosh. “Non esiste una pubblicazione principale, ed in realtà è una rivista per e riguardo gli orfani.”

      Dopo un secondo di silenzio, tutte e tre parlarono all’unisono.

      “Ha fatto ricerche di mercato?”

      “È online?”

      “Che tipo di pubblicità utilizzerà?”

      “Chi scriverà gli editoriali?”

      “E per quanto riguarda le foto e l’arte?”

      “Stamperà lettere all’editore?”

      “Quale sarà il prezzo di copertina?”

      “Ha già contattato distributori e librerie?”

      “Darà copie gratuite agli orfanotrofi?”

      “Che cosa ne sa degli orfani?”

      Tosh posò il coltello e la forchetta sul tavolo, prese il tovagliolo e si appoggiò allo schienale, sopraffatto dalle domande e dall’entusiasmo delle sue ospiti. Successe anche qualcos’altro: un peculiare miglioramento dell’atmosfera attorno al tavolo. L’aria divenne più leggera, più facile da respirare. Una pressione invisibile aveva alternativamente compresso e allentato la sua presa sul suo corpo durante tutta la serata. Come un grasso boa costrittore che gioca con la sua preda, non molto affamato ma neanche disposto a lasciar andare una deliziosa e occasionalmente divertente vittima. Ora però, era tutto pace e luce.

      Rispose per prima all’ultima domanda. “L’unica cosa che posso dirvi sugli orfani è che io lo sono.”

      Il sorriso di signorina Impudenza era quasi dolce. “Anche noi lo siamo.”

      Alle 9 di mattino del giorno dopo Tosh entrò in ufficio e trovò la signora Applegate che intervistava un candidato. Era un uomo sulla quarantina robusto e calvo come un uovo, a parte una ciocca di capelli castano scuro sopra le orecchie. Si agitò sulla sedia, sistemandosi il suo vestito grigio lucido.

      “Perdonatemi.” Tosh era in piedi alla scrivania della signora Applegate.

      I suoi occhi socchiusi lo fissarono da sopra gli spessi occhiali poggiati sulla punta del naso.

      Tosh represse l’impulso di allungarsi e spingerli in su. Fece invece un cenno di saluto all’uomo, il quale deglutì, si asciugò la fronte con una manica e gracchiò un saluto a sua volta.

      Tosh parlò alla signora Applegate. “Tre donne verranno questa mattina per–”

      La signora lo fermò sollevando una mano e puntando la sua penna stilografica verso la sala conferenze. Le sorelle Bravant erano lì, piegate sulle loro domande di lavoro.

      “Bene, ottimo. Mi faccia sapere quando finiranno.”

      Se ne andò nel suo ufficio, si sedette e si girò verso il suo computer, però non ebbe la possibilità di accenderlo.

      La porta si chiuse con un colpo e la signora Applegate si avvicinò alla sua scrivania, tirandosi su gli occhiali. Le lenti alla vecchia maniera ingigantivano enormemente i suoi occhi grigio-nuvolosi, facendola sembrare un gufo cornuto pronto a piombare su un minuscolo topo.

      “Signor Scarborough.” Incrociò le braccia sotto il seno immenso. “Sono io a dover fare i colloqui per l’avvio di questa compagnia, oppure forse mi sto sbagliando?” Si sistemò le braccia, come se stesse cullando un paio di bambini grassi.

      Tosh vide gli occhiali scivolarle giù. “No.”

      Inclinò la testa di lato e fissò gli occhi su di lui, poi si spinse all’insù gli occhiali. “Allora perché queste tre... bambine hanno marciato qui alle otto del mattino dicendomi che erano pronte per essere intervistate per le posizioni dirigenziali?”

      “Beh, io–”

      “Inoltre,” lo interruppe con un movimento tagliente della mano destra, “insinuando che una domanda di lavoro non era altro che una semplice formalità?”

      “L’hanno detto davvero?”

      “Non con così tante parole.” Appoggiò le nocche sul margine della sua scrivania. “Ma certamente lo hanno insinuato molto bene.”

      La signora Applegate era una donna robusta di cinquantasei anni che, a immagine di Tosh, sarebbe stata una perfetta direttrice in un riformatorio per le ragazze ribelli.

      Giocò con il B-17 sulla sua scrivania, ruotando il modellino in plastica dell’aereo, studiandone il profilo. Si rammentò l’acre odore della colla di Tester e tutte quelle piccole parti difficili. Ricordava anche quel fine settimana, di quindici anni fa, quando costruì il bombardiere. Che piacevole ricordo. Il suo ultimo modello era un Cessna 421 bimotore. Era un’esatta copia in miniatura dell’aereo nel suo hangar all’aeroporto, però il bombardiere era come un vecchio amico di quell’estate di quando aveva tredici anni – lo stesso anno in cui conobbe Jade Wendy McAlister.

      Che marmocchia, quella piccola e dolce-aspra provocatrice. Le piaceva però giocare con il mio bombardiere.

      Una mezza dozzina di tintinnanti braccialetti emise un suono impaziente sul bordo della sua scrivania.

      Era probabilmente sposata adesso, con un minivan e piccoli marmocchi.

      Ruotò il B-17 finché il mitragliere di coda puntò le sue mitragliatrici di calibro 50 direttamente sul seno sinistro della signora Applegate.

      “Guardi, signora Apple–”

      “Se ha intenzione di assumere il personale durante le sue attività fuori orario–”

      Tosh si alzò di scatto. Si sporse, avvicinandosi al suo viso tanto da sapere che poteva sentire la sua rabbia.

      “Signora Applegate–” Si fermò, trasse un respiro e si raddrizzò. Non è mai stato bravo nei conflitti con le donne e di solito si sentiva intimidito o minacciato. “Può, per favore, accettare le loro domande e fare il colloquio preliminare? Se trova qualcosa sulle loro domande di lavoro, i curricula o nelle risposte alle sue domande che squalifichi qualcuna di loro,” si sedette e premette il pulsante di accensione sul computer, “le mandi via.” Vide apparire il logo di Windows sullo schermo del suo computer. “È tutto chiaro, signora Applegate?” Il suo computer emise due segnali acustici.

      “Perfettamente.” La СКАЧАТЬ