Raji: Libro Uno. Charley Brindley
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Название: Raji: Libro Uno

Автор: Charley Brindley

Издательство: Tektime S.r.l.s.

Жанр: Современная зарубежная литература

Серия:

isbn: 9788835408628

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СКАЧАТЬ si alzò in piedi dopo aver finito con il secondo stivale. Si mise i guanti di pelle che lui le porse e camminò in cerchio davanti a Fuse guardandosi i piedi.

      Si fermò e fece una domanda puntando il piede verso il basso.

      “Stivali,” disse lui.

      “Stivali.”

      “Papà,” disse Fuse, controllando il camino. “Andiamo dall’altra parte dello stagno a tagliare l’albero di Natale. Te la caverai per un paio d’ore?” Mescolò i carboni ardenti con un attizzatoio, poi aggiunse altri due legni al fuoco.

      “Papà,” Fuse sentì la voce di Rajianidietro di sé. Si voltò e la vide davanti al signor Fusilier, i cui occhi erano rivolti verso il suo viso.

      Lei indicò i suoi piedi. “Stivali.”

      La testa di lui si inclinò lentamente. Dopo un attimo, i suoi occhi tornarono sul suo viso, e sbatté le palpebre.

      Capitolo Sette

      Era bellissimo il bosco, al di là dello stagno. Era uscito il sole, soffiava ancora il vento, e l’unico rumore era il soffice scricchiolio della neve sotto i loro piedi.

      Fuse si fece strada attraverso i cumuli.Rajiani camminava dietro di lui, e Ransom la seguiva, trainando una piccola slitta con sopra un’ascia.

      “Cervo.” Fuse indicò la neve davanti a loro, dove una scia di improntespuntavasul loro percorso.

      “Cervo?” Rajiani era accanto a lui e seguì le tracce con gli occhi vedendole scomparire sulla riva del letto delfiume.

      La corrente tumultuosa era sufficientemente rapida da non ghiacciarsi mai, in particolarenelle pozze e nei mulinelli.

      “È andato laggiù a bere,” sussurrò Fuse.

      Rajiani raggrinzì la fronte.

      Lui mimò il gesto di portarsi un bicchiere alle labbra e indicò il fiume. “Bere.”

      “Cervo, bere.”

      Si inginocchiò per sfiorare le impronte, un attimo dopo proseguirono nel bosco.

      Fuse sapeva quale albero voleva. Si trovava nella parte più lontana del bosco, vicino alla recinzione che segnava il confine coni Quackenbush. Ci aveva posato gli occhi lo scorso agosto, quando aveva riparato il recinto sul lato nord della loro fattoria. Nella sua mente, l’aveva immaginato come l’albero di Natale perfetto grazie alla sua forma conica. Non era grande quanto l’abete rosso dell’anno precedente, ma l’altezza ridotta l’avrebbe reso più facile da decorare.

      “Questo è quello che voglio,” disse Fuse quando arrivarono dall’altra parte del bosco. Andò verso il pino loblolly di sette metri e si inginocchiò sotto di esso. “Taglierò il tronco, proprio lì.”

      Puntò l’ascia. Lei si chinò per vedere sotto i rami.

      “Vieni qui sotto, vedrai meglio.” Fuse la incoraggiò ad inginocchiarsi sotto l’albero.

      Lei si lasciò cadere sulle proprie mani e ginocchia e strisciò sotto. Lui tirò indietro l’ascia e colpì con forza, tagliando l’albero alla base. La vibrazione dell’impatto scosse la neve dai rami, facendola cadere a cascata, quasi seppellendo entrambi. All’inizio lei urlò, ma quando Fuse si mise a ridere, lo fece anche lei. Appenarealizzò che la stava prendendo in giro, si buttò su di lui. Caddero nella neve, rotolando da sotto l’albero. Con un gridolino, lei saltò in piedi, allontanandosida Fuse, e cominciò a togliersi la neve da braccia e spalle.

      “Saba logo,” disse lui, con un sorrisetto. Si alzò e si scrollò la neve dal cappotto “Non toccare, giusto?”

      Lei lo guardò, poi abbassò lo sguardo, stringendosi le mani dietro la schiena. E gli sussurrò, “Saba loga,” correggendo la sua pronuncia.

      “Saba loga. Se alla tua gente non piace essere toccata, come fate a…” Si bloccò. “Non importa.”

      “Non importa.”

      “Giusto.”

      Fuse finì di tagliare l’albero e lo sollevò sulla slitta, Ransom lo trainò senza problemi lungo il sentiero.

* * * * *

      Dopo cena, Fuse inchiodò una base di legno all’albero, poi portò due scatole di decorazioni giù dalla soffitta.La scatola conteneva due serie di addobbi in vetro rosso, verde e blu, assieme a lunghi fili di capelli d’angelo, fiocchi di neve e ritagli di carta appesi a delle catenelle realizzati e colorati da lui all’età di tre o quattro anni. Il ricordo della madre che lo aiutava a tagliare ed incollare la carta sul tavolo della cucina lo bloccò per un attimo. Quanto avrebbe voluto poter tornare indietro e rifare tutto da capo.

      La mamma è così lontana, e non sa nemmeno…

      Rajianigli parlò, interrompendo i suoi pensieri. La guardò e vide che reggeva uno degli ornamenti.

      “Quello va lassù.” Indicò la cima dell’albero.

      “Ah.” Appoggiò sul pavimento la stella giallo pallido.

      “Non so quale Dio abbiate in India,” Fuse andò da suo padre e spinse la sedia a rotelle vicino all’albero, “ma dubito che sia uguale al nostro.”

      Sapeva che lei non capiva il significato dell’albero, ma ovviamente le piaceva decorarlo.

      Lei prese una decorazione di vetro blu e lo guardò in modo interrogativo.Fuse ne prese una rossa dalla scatola.

      “Appendilo al ramo, così.”

      “Ah, Okay.”

      Dopo le ghirlande verdi e i ritagli di carta colorata, lui e Rajiani avvolsero a spirale l’ultimo orpello intorno all’albero. Quando tutte le decorazioni furono al loro posto, Fuse si mise in piedi sul gradino centrale della scala e si chinò per posizionare la stella in cima.

      “Ottimo lavoro,” disse dopo aver messo i regali per mamma e papà sotto l’albero. Fece un passo indietro per ammirarlo.

      “Ottimo lavoro,” disse Rajiani.

      “Adesso, devo preparare papà per andare a dormire.” Le fece cenno di seguirlo su per le scale. “Ma prima vieni, ti mostro dove dormirai.”

      Camminarono lungo il corridoio del piano superiore, oltre la sua stanza, fino alla porta di fronte alla camera da letto dei suoi genitori.

      “Questa è la stanza degli ospiti,” disse accendendo la luce.

      Lei lo seguì nella stanza fredda. Lui si diresse verso il letto e tirò giù la trapunta. “Se lasciamo la porta aperta per un po’ si riscalderà. D’accordo?”

      Lei inarcò le sopracciglia e alzò le spalle.

      “Puoi dormire qui.” Fuse unì le mani, inclinò la testa e le appoggiò sotto la guancia, come se fossero un cuscino. Poi chiuse gli occhi.

      “Oh,” disse lei. “Okay.”

      Quando uscì dalla stanza, Rajiani chiuse la porta dietro di lui.

* * * * СКАЧАТЬ