Sola di fronte al Leone. Simone Arnold-Liebster
Чтение книги онлайн.

Читать онлайн книгу Sola di fronte al Leone - Simone Arnold-Liebster страница 20

Название: Sola di fronte al Leone

Автор: Simone Arnold-Liebster

Издательство: Автор

Жанр: Биографии и Мемуары

Серия:

isbn: 9782879531687

isbn:

СКАЧАТЬ ma cerca di capire che è molto stanco. Hai visto che ultimamente non ha giocato con te? Non ce la fa neanche più a controllare i tuoi compiti! Sarebbe meglio che lo lasciassi tranquillo questa sera e andassi direttamente nella tua stanza a chiacchierare con Claudine”.

      Mi precipitai pazza di gioia su per le scale del palazzo, come fossero un’unica rampa. Scartai con foga il regalo, poi gridai: “Guarda che cosa ho ricevuto papà!” Era seduto inerte sulla sua poltrona. Eppure diceva sempre che solo gli sfaticati e i morti restavano in ozio! Gli mostrai il regalo.

      “Mm hum”.

      “Guarda com’è carino, papà!”

      “Mm hum”.

      “Me lo ha comprato zia Valentine”.

      “Ah sì?”

      “L’ho scelto io, però”.

      “Bene, bene”.

      Un cenno della mamma mi fece comprendere che avrei fatto meglio a non insistere.

      Allora andai dalla mia bambola per mostrarle l’incantevole astuccio da cucito ricoperto di stoffa a fiori: conteneva delle graziose forbicine e dei rocchetti di filo di tutti i colori. Lei, per lo meno, aveva l’aria interessata!

      Una cappa di silenzio pesava sulla nostra casa. La mamma rinunciò al dialogo con un marito che aveva deciso di tacere. Immaginavo che la malattia del papà si fosse aggravata. La mia stanza mi sembrava stranamente vuota. Solo l’innocente bambola in miniatura seduta sulla mensola era sfuggita alla mia furia distruttiva. Messa così in bella vista, mi trasmetteva un accresciuto sentimento di sconforto: era un richiamo solenne e permanente alla mia coscienza. La mamma non mi aveva ancora permesso di spostarla. I giorni tristi si susseguivano come un corteo interminabile.

      A scuola la signorina accettò con aria indifferente le mie dalie e le ripose in una vecchia brocca sul davanzale della finestra. Forse non le piacevano più? Prima, quando gliene offrivo un mazzolino, mi ringraziava con un sorriso e le sistemava in un grazioso vasetto. Adesso i miei fiori non le davano più la gioia di una volta. Doveva essere ammalata anche lei.

      Il papà lavorava di mattino. Al suo rientro vide il libro ed esclamò: “Guarda questi, c’è da pensare che abbiano fretta! Ho scritto loro appena due giorni fa!”

      Il pacchetto rimase chiuso per giorni e giorni. Lo sguardo della mamma mi intimava di aspettare pazientemente e in silenzio.

      ♠♠♠

      Mi era proibito correre ad aprire quando qualcuno bussava alla porta. Spesso la mamma mi aveva raccomandato: “Sei una bambina ben educata. Non devi aprire a meno che non te lo dica io!” Non avevo nemmeno il permesso di rimanere nel corridoio, “perché è poco gentile mostrarsi curiosi e fissare gli ospiti”. La mamma non sapeva però che io avevo escogitato un rimedio eccezionale: dalla sua camera lo specchio del corridoio mi permetteva di tenere d’occhio quelli che si trovavano nel salotto o che vi passavano davanti. Con questo stratagemma potevo saziare la mia curiosità senza conseguenze!

      Prima che la neve isolasse per lunghi mesi Bergenbach, zio Germain venne a trovarci un’ultima volta. Gli corsi incontro entusiasta di rivederlo. Uno sguardo eloquente di mia madre mi fece battere in ritirata, ma accese sia la mia curiosità che la mia diffidenza. Ecco che ricominciavano a complottare! Zio Germain era carico di pesi. Attraverso la cucina la mamma lo condusse alla chetichella sul balcone, dove lei depositava le provviste fino alle prime gelate. Sistemato il tutto, lei mi disse: “Divieto di uscire sul balcone! Ordine del papà!”

      “Il papà non finisce mai di metterci dei limiti – mormorai – un giorno è permesso, il giorno dopo è proibito… Gli adulti cambiano continuamente opinione!”

      Le noci e le meravigliose mele rosse di zio Germain diffusero nell’appartamento l’odore di Bergenbach. Iniziai a solleticare lo zio che si mise a ridere di gusto, tutto sorpreso. Improvvisamente, vidi dalla finestra un abete sistemato sul nostro balcone. “Che ci fa lì?”, mi domandai. Trovai la risposta da sola: i miei genitori avevano deciso di occuparsene personalmente per venire in aiuto a Gesù Bambino che era troppo impegnato. Ricordai infatti che l’anno precedente si era dimenticato uno dei miei regali, così lo aveva consegnato in seguito a casa dei Koch, dove sapeva che ero stata invitata. Ad ogni modo non mi spiegavo perché avessero fatto arrivare l’abete tanto in anticipo.

      ♠♠♠

      Un giorno, annunciai ai miei genitori che, invece di andare in chiesa, sarei rimasta a casa con la mamma. Lei mi guardò sorpresa e il papà mi domandò con voce severa:

      “E perché non ci andrai?”

      “Perché non sono cattolica!”

      Lui replicò in tono perentorio: “Fino a quando avrò voce in capitolo, sarò io a stabilirlo! Prendo io le decisioni che ti riguardano”. La mamma lo sostenne prontamente: “Simone, corri a vestirti e accompagna il papà!”

      Sotto l’ombrello avanzammo contro il vento di tramontana e la pioggia fredda di novembre.

      “È stata la mamma a dirti che non sei più cattolica?”

      “Assolutamente no! Sono i miei compagni di scuola”.

      “Parli di religione con loro?”

      “Sì”.

      “Allora la mamma te ne parla?”

      “Sì. Ogni giorno mi legge un passo della Bibbia, sai, il libro del parroco”.

      “E non fa nient’altro?”, domandò mio padre dubbioso.

      “No. Di tanto in tanto rilegge le parole una o due volte, per aiutarmi a ricordare esattamente come sono riportate nella Bibbia cattolica”. Allora il papà tacque.

      “Papà, è vero quello che dicono le mie amiche, che non sono più cattolica?”

      “Sei cattolica e, credimi, farò in modo che tu rimanga tale!”

      Durante la messa fui insolitamente irrequieta. Ovunque posassi lo sguardo, non notavo altro che ‘occhi che non potevano vedere e orecchie che non potevano udire’. Le statue dei santi e degli angeli mi suscitavano interrogativi: Dio proibiva gli idoli, eppure la sua casa ne era piena! Giunsi alla conclusione che Dio era come i miei genitori: “Non toccare la padella!”, ma loro lo facevano; “Non salire sullo sgabello!”, ma loro lo usavano regolarmente.

      Nonostante il clima glaciale, СКАЧАТЬ