Название: Un Amore come il Nostro
Автор: Sophie Love
Издательство: Lukeman Literary Management Ltd
Жанр: Современные любовные романы
Серия: Le Cronache Dell’amore
isbn: 9781640293311
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Keira aveva un po’ paura ad accettare la Guinness e a dare il primo sorso di quel forte liquido cremoso. Non aveva mai assaggiato una Guinness prima e il sapore non le piacque molto. Dopo un solo goccio fu certa che non sarebbe riuscita a finire la pinta intera.
“Gente,” gridò Orin ai clienti del pub, “questa è la giornalista americana!”
Keira sussultò quando l’intero pub si voltò verso di lei e iniziò ad applaudire e a festeggiarla come se fosse stata una celebrità.
“Siamo così emozionati che tu sia qui!” esclamò una donna con i capelli ricci e crespi, avvicinandosi e mostrando un sorriso con troppi denti per la tranquillità di Keira. Poi con voce più bassa aggiunse: “Forse vuoi ripulirti il baffo di Guinness.”
Sentendosi le guance bollenti per l’imbarazzo, Keira si asciugò rapidamente la schiuma sopra il labbro superiore. Un secondo più tardi un’altra dei clienti del bar si fece avanti, sgomitando via altre persone senza che nessuno sembrasse prendersela. Caracollando rovesciò qualche goccia del drink. “Non vedo l’ora di leggere l’articolo!”
“Oh, grazie,” rispose Keira, scrollando le spalle. Non aveva pensato che la gente del luogo avrebbe voluto leggere che cosa avrebbe scritto su di loro. Forse così sarebbe stato un po’ più complicato mantenere una prospettiva fredda e cinica.
“Quindi perché sei diventata una giornalista?” domandò l’uomo accanto a lei.
“Sono solo una scrittrice,” rispose Keira arrossendo, “non una giornalista.”
“Solo una scrittrice?” esclamò l’uomo, parlando ad alta voce e attirando l’attenzione degli altri attorno a lui. “L’avete sentita? Dice che è solo una scrittrice. Beh, io quasi non so tenere una biro in mano quindi per quel che mi riguarda tu sei un genio.”
Tutti scoppiarono a ridere. Keira bevve nervosamente piccoli sorsi della Guinness. Era molto grata per l’ospitalità irlandese ma era anche uno shock culturale, e si sentì intimorita, pensando ai diversi modi in cui poteva fare a pezzi quel posto nel suo articolo.
“Ti faccio vedere la tua camera,” disse alla fine Orin, non appena ebbe finito metà della sua pinta di Guinness.
Lei lo seguì su per una scalinata stretta e scricchiolante e lungo un corridoio con un logoro tappeto dal forte odore di polvere. Keira camminò in silenzio e assorbendo tutti i dettagli, costruendo frasi taglienti nella mente mentre osservava l’arredamento antiquato. Le pareti erano decorate con fotografie sbiadite e incorniciate delle squadre di calcio locali del passato e Keira sogghignò notando che la maggior parte dei giocatori condivideva lo stesso cognome, O’Sullivan. Scattò discretamente una foto della squadra di calcio in bianco e nero e la mandò a Zach con la dicitura: Il signor O’Sullivan si deve essere dato da fare.
“Eccola qui,” annunciò Orin, aprendo una porta e mostrandole l’interno.
La stanza era tremenda. Anche se era ampia, con un letto matrimoniale e una grande finestra, l’arredamento era agghiacciante. La carta da parati era di uno strano color pesca, macchiata da anni di manate unte. Il letto era coperto da un piumino, che era trapuntato ma non in un gradevole stile campagnolo, piuttosto come un residuato invenduto di un negozio di seconda mano.
“Questa è la stanza con la scrivania,” disse Orin, sorridendo con orgoglio e indicando il piccolo tavolino di legno sotto la finestra. “Così puoi scrivere.”
Keira arrossì. Dentro di sé era disgustata dall’idea di stare in quella stanzetta sudicia per un mese intero, ma riuscì a emettere un grato: “Grazie.” E lei che era stata certa di riuscire a vivere ovunque per un mese!
“Preferisci ambientarti e riposarti un po’ prima di incontrare Shane?” chiese Orin.
Keira si accigliò, confusa. “Chi è Shane?”
“Shane Lawder. La tua guida turistica. Per il festival,” spiegò Orin.
“Certo,” disse Keira, ricordando che tra gli appunti di Heather c’era scritto che avrebbe avuto una guida. “Sì, grazie, mi farebbe piacere incontrare Shane.” Non aveva alcun desiderio di passare neanche un altro minuto nella stanza, quindi lasciò cadere la borsa sul letto e si diresse di nuovo verso la scalina scricchiolante.
“Shane!” gridò Orin, riprendendo la sua posizione dietro il bancone del bar.
Con grande sorpresa di Keira, fu il violinista a rispondere. Abbassò il suo strumento, anche se il gruppo di musicisti con cui si stava esibendo continuò come se non fosse cambiato niente, e si avvicinò.
Sotto la barba incolta, Keira notò che aveva una mascella scolpita. In effetti, se non fosse stato per i capelli, che dovevano assolutamente essere tagliati, e gli abiti trasandati, Shane si sarebbe potuto definire decisamente attraente. Keira si sentì in colpa a fare un pensiero di quel tipo, specialmente dato che le cose con Zach erano tanto incerte in quel momento, ma poi pensò al motto di Bryn: Non c’è niente di male nel guardare.
“Non sembri un Joshua,” commentò Shane stringendole la mano.
“Oh, non te l’hanno detto?” disse Keira. “C’è stato un cambio di piani e sono stata mandata io al suo posto. Mi spiace.”
Shane le lanciò un’occhiata impudente. “Perché ti scusi? Preferisco di gran lunga passare trenta giorni con una bella ragazza come te. Senza offesa per questo Joshua, sono sicuro che sia un bell’uomo, ma non sembra il mio tipo. Sai, per il fatto che è maschio e quella roba lì.”
Keira deglutì. Non si aspettava che gli uomini irlandesi fossero tanto audaci. Ma ricordò a se stessa di Zach e si ripeté mentalmente che stava solo guardando.
Quando Shane si sedette sullo sgabello accanto a lei, Orin mise una Guinness davanti a entrambi. Keira mugugnò dentro di sé. Come avrebbe fatto a sopportare tutto quell’alcol?
Shane prese una lunga sorsata della sua birra e poi aprì alcuni fogli sul bancone.
“Il Festival dell’Amore dura trenta giorni,” spiegò. “La maggior parte delle attività inizia solo la sera, quindi ho preparato un itinerario di posti che possiamo visitare mentre sei qui, così puoi farti un’idea di tutto il paese. Inizieremo con il Burren per gli scenari montuosi, le Scogliere di Moher per vedere l’oceano, poi andremo nella contea vicina, Kerry, per il palazzo monumentale a Killarney, e infine a Dingle.”
“Pensavo che mi avresti semplicemente fatto da guida nel festival,” disse Keira. “Non per tutto il paese!”
“Andrai fuori di testa se non esci un po’ da Lisdoonvarna durante il giorno,” spiegò Shane. “Tutte quelle comitive di persone che vanno e vengono, dopo un po’ diventano decisamente troppo.”
Keira rise silenziosamente tra sé e sé. Le era difficile credere che Lisdoonvarna fosse anche solo vagamente caotica durate il festival quanto New York durante una giornata qualsiasi.
“Si beve molto,” continuò Shane. “Certe feste durano fino alle prime ore del mattino del giorno seguente. Dico certe, ma praticamente quasi tutte.”
Keira ripensò allo scatenato addio al celibato con cui aveva condiviso il viaggio in aereo e si chiese se nel mese successivo sarebbe mai riuscita СКАЧАТЬ