Название: Un Amore come il Nostro
Автор: Sophie Love
Издательство: Lukeman Literary Management Ltd
Жанр: Современные любовные романы
Серия: Le Cronache Dell’amore
isbn: 9781640293311
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Tutti si girarono per guardarla e lei dovette lottare contro la tentazione di nascondersi dietro la sedia.
“E tu saresti?” chiese Elliot.
La donna deglutì. “Keira Swanson. Sono la scrittrice junior di Joshua. Mi ha incaricata di svolgere le ricerche preliminari per questo articolo.”
“Ha incaricato te, eh?” domandò Elliot, apparentemente poco soddisfatto dalla scoperta che Joshua affidava i propri compiti ai sottoposti. Si accarezzò il mento, pensieroso. “Non sei mai stata all’estero per scrivere un articolo, prima?”
Keira scosse la testa. “Non ancora,” rispose. “Ma sarei felice di farlo.” Sperava che non percepisse il lieve tremito nella sua voce.
Era consapevole dell’irritazione di colleghi tutti intorno a lei. Probabilmente ritenevano che fosse molto ingiusto, che Keira non meritasse quell’incarico. Di certo si stavano pentendo amaramente di essersi offerti volontari per scrivere articoli molto meno importanti nelle settimane precedenti, perché a quel punto non potevano più liberarsene. L’unica che le stava dimostrando un minimo di supporto era Nina, che le lanciò un sorriso d’intesa. Dentro di sé, anche Keira si sentì sorridere. Era il suo momento. Era rimasta in attesa al Viatorum, ripulendo i casini di Joshua, riscrivendo gli articoli per lui, lavorando a tutte le ore in cambio di poco o niente. Finalmente poteva farsi notare.
Elliot tamburellò le dita sul ripiano del tavolo. “Non sono sicuro,” disse. “Ancora non hai dimostrato quanto vali. E questo è un compito importante.”
Nina intervenne coraggiosamente dall’altro capo della sala. L’amica lavorava da tempo in quell’industria, e si era guadagnata fiducia e rispetto. Anni come editore in riviste di lusso l’avevano temprata. “Non credo che tu abbia altra scelta.”
Elliot si fermò, come per assimilare quelle parole. Poi il suo cipiglio iniziò a rilassarsi e con una sorta di consenso riluttante disse: “Va bene. Swanson, l’articolo è tuo. Ma solo perché siamo disperati.”
Non era il modo migliore per ricevere una notizia tanto bella, ma a Keira non importava. Aveva ottenuto il pezzo. Era tutto ciò che voleva. Si costrinse a non alzare un pugno in segno di vittoria.
“È un viaggio di quattro settimane,” spiegò Elliot. “Al Festival di Lisdoonvarna, in Irlanda.”
Keira annuì; sapeva già tutto. “Il Festival dell’Amore,” disse sardonica.
Elliot sogghignò. “Quindi sei una cinica?”
Improvvisamente nervosa, Keira temette di aver detto la cosa sbagliata, di aver lasciato trapelare il suo disprezzo per errore. Ma poi notò che l’espressione di Elliot in realtà esprimeva approvazione.
“È esattamente la prospettiva che stavo cercando,” disse lui.
Attorno al tavolo sembrò che tutti avessero mangiato un limone. Lisa le lanciò uno sguardo di aperta gelosia.
“La verità,” aggiunse Elliot, con gli occhi che brillavano per l’eccitazione improvvisa. “è che voglio che smitizzi questa sciocchezza del romanticismo in Irlanda. Sfata il mito che si può trovare la propria anima gemella solamente grazie a un festival smielato. Ho bisogno che tu sia coraggiosa e che dimostri che sono tutte sciocchezze, che l’amore non funziona così nel mondo reale. Voglio tutti i dettagli, nel bene o nel male.”
Keira annuì. Era una cinica newyorkese, e la prospettiva dell’incarico le si adattava bene. Era come se le fosse caduta tra le braccia l’opportunità giusta al momento giusto. Era la sua occasione per dimostrare quanto valeva, di sfoggiare la sua voce e il suo talento, di far vedere che meritava il suo posto al Viatorum.
“La riunione è finita,” annunciò Elliot. Mentre Keira si alzava, aggiunse: “Non per te, signorina Swanson. Dobbiamo discutere i dettagli con la mia assistente. Prego, andiamo nel mio ufficio.”
Mentre gli altri uscivano dalla sala conferenze, Nina colse il suo sguardo e sollevò i pollici in segno di vittoria. Poi Keira attraversò tutto l’ufficio, fianco a fianco con Elliot, seguita dal ticchettio dei tacchi e dagli sguardi invidiosi del resto dello staff.
*
Non appena la porta dell’ufficio di Elliot si richiuse, Keira capì che stava per iniziare il lavoro vero e proprio. L’assistente di Elliot, Heather, si era già accomodata. Si accigliò confusa quando capì che era stata scelta lei per l’incarico, ma non disse niente.
Farò ricredere anche te, pensò Keira.
Si sedette e così fece Elliot. Heather le tese una cartella.
“I tuoi biglietti dell’aereo,” spiegò. “E i dettagli su dove alloggerai.”
“Spero che tu sia mattiniera perché dovrai partire molto presto,” aggiunse Elliot.
Keira sorrise, anche se le vennero in mente tutti gli eventi che aveva in programma, eventi che avrebbe dovuto cancellare o perdersi. Le venne in brivido quando si rese conto che si sarebbe persa il matrimonio di Ruth, la sorella di Zachary, che sarebbe stato proprio il giorno seguente. Il suo fidanzato si sarebbe infuriato!
“Non è un problema,” disse, abbassando lo sguardo sui biglietti nella cartella, che erano per il volo delle 6 del mattino. “Assolutamente nessun problema.”
“Ti abbiamo prenotato una stanza in un caratteristico Bed & Breakfast a Lisdoonvarna,” spiegò Elliot. “Niente fronzoli. Vogliamo che ti godi ogni esperienza.”
“Fantastico,” rispose lei.
“Non fare stupidaggini, va bene?” disse Elliot. “Sto correndo un grosso rischio a fidarmi di te. Se sbagli questo incarico i tuoi giorni qui sono finiti. Hai capito? Ho cento altri scrittori in lizza per il tuo lavoro.”
Keira annuì, cercando di non lasciare trapelare l’ansia nella propria espressione, e di apparire audace, sicura di sé e con i piedi per terra, mentre dentro si sentiva tutta sottosopra.
CAPITOLO DUE
Più tardi quella sera, quando Keira ritornò all’appartamento che condivideva con il suo fidanzato, si ritrovò ancora fremente per l’eccitazione e l’incredulità. Le tremavano le mani mentre cercava di infilare la chiave nella serratura della porta.
Alla fine riuscì ad aprire ed entrò. L’aria era pervasa dai profumi della cucina, insieme all’odore dei detergenti per la casa. Zachary si era dato alle pulizie. Significava che era furioso.
“Lo so, lo so, lo so,” iniziò a dire ancora prima di vederlo. “Sei arrabbiato. E mi dispiace.” Lanciò le chiavi nel vassoio a fianco della porta e la richiuse con una spinta. “Ma, piccolo, ho delle grandi notizie!” Si sfilò le scarpe con il tacco e si massaggiò i piedi doloranti.
Zachary apparve all’ingresso del soggiorno, con le braccia incrociate. I suoi capelli erano scuri quanto la sua espressione.
“Ti sei persa il brunch,” esordi. “Dall’inizio alla fine.”
“Mi СКАЧАТЬ