Contro Ogni Nemico . Джек Марс
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СКАЧАТЬ posto alla fine di una frase, nel quale era incorporato il codice che avrebbe armato e attivato la testata.

      Jamal si avvicinò per guardare.

      Il giovane con il microscopio lentamente esaminava la busta. Ogni qualche secondo si copriva il microscopio con la mano e dava un’occhiata su una scala maggiore con l’occhio scoperto, in cerca di macchie d’inchiostro, imperfezioni, di qualsiasi puntino probabilmente sospetto. Poi si rituffava nel lavoro col microscopio.

      “Aspettate,” sussurrò sottovoce. “Aspettate…”

      “Dai,” disse il suo partner con un’aria di impazienza nella voce. Venivano giudicati non solo per l’accuratezza, ma per le tempistiche. Quando fosse giunto il loro momento, sarebbero stati costretti ad agire molto rapidamente.

      “Ce l’ho.”

      Adesso alle strette c’era il partner. A memoria, il giovane digitò una sequenza che abilitava il laptop ad accettare un codice di armamento. Gli tremavano le mani. Fu abbastanza nervoso da pasticciare la sequenza al primo tentativo, cancellare, e ricominciare da capo.

      “Okay,” disse. “Dimmi.”

      Molto lentamente e chiaramente, l’uomo col microscopio lesse una sequenza di dodici numeri. L’altro digitò ogni numero a mano a mano che veniva detto. Dopo dodici, il primo disse “Finito.”

      Adesso l’uomo al laptop passò per un’altra breve sequenza, azionò i due interruttori e girò la manopola. La luce al LED verde sul pannello si accese.

      Il giovane sorrise e si voltò verso il suo istruttore.

      “Armato e pronto al lancio,” disse. “Se Dio vuole.”

      Anche Jamal sorrise. Lì lui era un osservatore – era venuto a vedere i progressi delle reclute. Erano credenti veri che si preparavano per quella che probabilmente era una missione suicida. Se i codici venivano inseriti erroneamente, le testate potevano semplicemente spegnersi – ma potevano anche autodistruggersi, diffondendo una letale nuvola radioattiva e uccidendo chiunque nelle vicinanze.

      Nessuno era sicuro di cosa sarebbe accaduto nell’eventualità di un codice sbagliato. Erano tutte voci e speculazioni. Gli americani tenevano ben taciuti quei segreti. Ma non aveva importanza. Quei giovani erano disposti a morire, e probabilmente era quello che avrebbero fatto. A prescindere dai codici, quando gli Stati Uniti avrebbero scoperto che le loro preziose armi nucleari erano state rubate, non avrebbero risposto con gentilezza. No. La bestia gigante si sarebbe scatenata, i tentacoli in volo, a distruggere qualsiasi cosa sul suo cammino.

      Jamal annuì e recitò una silenziosa preghiera di ringraziamento. Era stato un lavoraccio mettere insieme quel progetto. Avevano i mujaheddin necessari – comunque i giovani disposti a morire per la fede erano facili da acquisire.

      Gli altri elementi erano più difficili. Presto avrebbero avuto le piattaforme di lancio e i missili – Jamal se ne sarebbe occupato lui stesso. Erano stati promessi i codici, ed era sicuro che li avrebbe ricevuti come descritto. Poi tutto ciò di cui avrebbero avuto bisogno sarebbero state le testate stesse.

      E ben presto, se quello era il volere di Allah, avrebbero avuto anche quelle.

      CAPITOLO TRE

      19 ottobre

      13:15 ora legale orientale

      Contea di Fairfax, Virginia – sobborghi di Washington, DC

      Luke aveva affittato un elicottero per andarsene dal canyon insieme a Gunner. Era riuscito a rimediare un nuovo volo, e aveva guidato come un pazzo per arrivare a Phoenix in tempo per prendere l’aereo. Per tutto il tempo aveva aggirato le domande di Gunner in merito alla loro brusca partenza.

      “Tua mamma ti vuole a casa, Mostriciattolo. Le manchi, e non vuole che salti così tanti giorni di scuola.”

      Sul sedile del passeggero, con l’autostrada che sfrecciava fuori dal finestrino, Luke vedeva le antenne di Gunner contorcersi come impazzite. Era un ragazzino intelligente. Stava già cominciando a capire quando le persone mentivano. Luke odiava – odiava! – essere tra i primi a farsi beccare da Gunner.

      “Pensavo che avessi sistemato tutto con la mamma prima che partissimo.”

      “E l’ho fatto,” disse Luke con un’alzata di spalle. “Ma le cose sono cambiate. Senti, ne parliamo quando arriviamo, okay?”

      “Okay, papà.”

      Ma Luke lo capiva che niente era okay. Ben presto sarebbe stato molto meno okay.

      Adesso, due giorni dopo, eccolo seduto sul grande e sontuoso sofà del soggiorno della sua ex casa. Gunner era a scuola.

      Luke guardò la stanza. Una volta lui e Becca avevano avuto una vita fantastica, lì. Era una casa bellissima, moderna, come uscita da una rivista di architettura. Il soggiorno, con le sue finestre che andavano dal pavimento al soffitto, era come una scatola di vetro. Si immaginò sotto Natale – seduti in quella sconvolgente stanza infossata, l’albero nell’angolo, il caminetto acceso, la neve che cadeva tutt’intorno, come se fossero fuori, quando invece erano dentro, caldi e comodi.

      Dio, che bello. Ma quei giorni se n’erano andati.

      Becca si agitava frenetica, puliva, spolverava, metteva via varie cose. A un certo punto della conversazione, aveva preso l’aspirapolvere dall’armadio e l’aveva fatto partire. Si trovava in un pessimo stato psicologico. Lui aveva cercato di abbracciarla appena arrivato, ma lei si era fatta di legno, le braccia sui fianchi.

      “Ti avevo superato, lo sapevi?” disse adesso. “Ero pronta ad andare avanti con la mia vita. Sono anche uscita per qualche caffè con qualcuno mentre Gunner era con te, quest’estate. E perché no? Sono ancora giovane, giusto?”

      Scosse la testa amaramente. Luke non disse nulla. Che cosa c’era da dire?

      “Vuoi sapere una cosa su di te, Luke? Il primo con cui sono uscita era un insegnante in vacanza, un tipo carino, e mi ha chiesto che lavoro fai. Gli ho detto la verità. Oh, il mio ex marito è una specie di assassino segreto del governo. È stato nella Delta Force. E sai cos’è successo dopo? Te lo dico io. Non è successo niente. Quella è stata l’ultima volta che l’ho sentito. Ha sentito Delta Force ed è scomparso. Tu spaventi la gente, Luke. È questo che voglio dire.”

      Luke si strinse nelle spalle. “Perché non dici che faccio un altro lavoro? Non è che io abbia intenzione di…”

      “L’ho fatto. Una volta capito, ho cominciato a dire alla gente che fai l’avvocato.”

      Per un attimo Luke si chiese che cosa significasse “gente”. Era uscita con qualcuno ogni giorno? Con due al giorno? Scosse la testa. Non erano più affari suoi, fin quando fosse stata al sicuro. E anche così… stava morendo. Non sarebbe più stata al sicuro, e non c’era nulla che lui potesse fare.

      Tra loro passò una lunga pausa.

      “Vuoi una seconda opinione?”

      Becca annuì. Sembrava intorpidita, in stato di shock, come i sopravvissuti a disastri e atrocità. Luke l’aveva visto moltissime volte. La cosa fantastica era che sembrava anche essere СКАЧАТЬ