Название: Amata
Автор: Морган Райс
Издательство: Lukeman Literary Management Ltd
Жанр: Героическая фантастика
Серия: Appunti di un Vampiro
isbn: 9781632910684
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“Apprezzo l'invito, signore,” Caleb disse, “ma sono spiacente di informarvi che io e Caitlin abbiamo un importante impegno questa sera.”
Caitlin sentì il cuore gonfiarsi.
Vittoria.
Mentre guardava l'espressione del loro volto mutare, come se le tessere del domino fossero crollate tutte insieme, non si era mai sentita così vendicata.
Le ragazze sollevarono il naso e, in modo provocante, se ne andarono.
Caitlin, Caleb e Luisa restarono lì, da soli. Caitlin tirò un sospiro di sollievo.
“Oh mio Dio!” Luisa esclamò. “Quelle ragazze non l'hanno mai data vinta a nessuno prima d'ora. Molto meno per quanto riguarda un invito.”
“Lo so,” Caitlin disse, ancora sbigottita.
“Caitlin!” Luisa disse improvvisamente, avvicinandosi e prendendole il braccio, “Mi sono appena ricordata. Susan. Lei ha detto qualcosa su Sam. La scorsa settimana. Che stava frequentando i Coleman. Mi dispiace tanto, mi è appena tornato in mente. Forse può aiutare.”
I Colemans. Certo. Ecco dove sarebbe andato.
“E poi,” Luisa continuò eccitata, “ci vediamo tutti dai Frank stasera. Devi venire! Ci manchi tanto. E naturalmente, porta Caleb. Sarà una festa magnifica. Metà classe ci verrà. Devi esserci.”
“Ecco… non lo so –”
La campanellà suonò.
“Devo andare! Sono così contenta che tu sia tornata. Ti voglio bene. Chiamami. A presto!” Luisa disse, salutando Caleb, e si voltò per precipitarsi in fondo al corridoio.
Caitlin si concesse d'immaginarsi tornare alla vita normale. Uscire con tutti i suoi amici, andare alle feste, frequentare una scuola normale, diplomarsi. Le piaceva come la faceva sentire. Per un istante, provò davvero a scacciare completamente dalla mente tutti gli eventi della scorsa settimana. Immaginò che nulla di male fosse accaduto.
Ma poi guardò davanti a sè e vide Caleb, e la realtà tornò bruscamente a palesarsi. La sua vita era cambiata. Definitivamente. E nulla sarebbe più tornato come prima. Doveva solo accettarlo.
Senza contare che aveva ucciso delle persone e la polizia le stava dando la caccia.
O che sarebbe stata solo questione di tempo perchè la catturassero, da qualche parte. O il fatto che un'intera razza di vampiri la stava cercando per ucciderla. O che la spada che stava cercando avrebbe potuto salvare la vita a molte persone.
La vita era cambiata in maniera definitiva, e non sarebbe più tornata com'era. Lei doveva semplicemente accettare la sua nuova realtà.
Caitlin poggiò la testa sul braccio di Caleb, e lo condusse all'entrata. I Coleman. Sapeva dove vivevano e che aveva senso, Sam sarebbe andato lì. Se non si fosse trovato a scuola, allora sarebbe stato lì probabilmente. Ecco dove avrebbero dovuto andare dopo.
Mentre uscivano a respirare aria fresca, lei si meravigliò di quanto fosse bello camminare fuori dalla scuola ancora una volta—e stavolta per sempre.
*
Caitlin e Caleb s'incamminarono verso la proprietà dei Coleman; la neve che ricopriva l'erba scricchiolava sotto i loro piedi. La casa stessa non era altro che un modesto ranch che si affacciava sul lato della strada di campagna. Ma alle spalle, alla fine della proprietà, c'era un fienile. Caitlin vide tutti i camioncini e pickup malconci parcheggiati a caso nel prato, e riusciva a vedere le impronte nel ghiaccio e nella neve, e sapeva che doveva esserci stato un gran viavai intorno a quel fienile .
Questo facevano i ragazzi ad Oakville – s'incontravano nei loro fienili. Oakville era tanto campagna quanto periferia, e dava loro la possibilità di giocare in una struttura abbastanza distante dalla casa dei genitori, così che non sapessero o che non importasse loro che cosa stessero facendo. Era certamente molto meglio che radunarsi in cantina. I genitori non sentivano una sola parola. E si disponeva di un'entrata personale. E di un'uscita.
Caitlin prese un lungo respiro, prima di entrare nel fienile, e aprì la pesante porta di legno.
La prima cosa a colpirla fu l'odore. Erba. Delle nuvole aleggiavano nell'aria.
Quello, mescolato all'odore della birra stantia. Ce n'era troppo.
Poi la colpì—più di ogni altra cosa—l'odore di un animale. I suoi sensi non erano mai stati così spiccati prima. Lo shock derivato dalla presenza dell'animale colpì i suoi sensi, proprio come se avesse appena sniffato dell'ammoniaca.
Lei guardò alla sua destra e mise a fuoco. Lì, all'angolo, c'era un grosso Rottweiler. Quest'ultimo si sedette lentamente, con lo sguardo fisso su di lei e ringhiò. Esplose in un ringhio basso e gutturale. Era Butch. Lei si ricordò di lui ora. L'odioso Rottweiler dei Coleman. Come se i Coleman avessero bisogno di un animale aggressivo da aggiungere alla loro immagine confusionaria.
Dai Coleman c'era sempre da aspettarsi delle catastrofi. Tre fratelli—17, 15, e 13 anni— ad un certo punto, Sam aveva fatto amicizia con il secondogenito, Gabe. Uno era peggio dell'altro. Il padre li aveva abbandonati molto tempo prima, nessun aveva idea di dove fosse andato, e la madre non c'era mai. Erano praticamente cresciuti da soli. Nonostante la loro età, erano sempre ubriachi o drogati, e passavano più tempo fuori dalla scuola che dentro.
A Caitlin non piaceva l'idea che Sam li frequentasse. Non avrebbe portato a nulla di buono.
Si sentì una musica di sottofondo. I Pink Floyd. Wish You Were Here.
Figuriamoci, Caitlin pensò.
Era buio, specie per chi, come lei, proveniva da un giorno tanto luminoso, e le occorsero diversi secondi perchè gli occhi le tornassero a posto.
Eccolo. Sam. Seduto nel mezzo di un logoro divano, circondato da una dozzina di ragazzi. Gabe da un lato e Brock dall'altro.
Sam era curvo su un bong. Aveva appena finito di inalare; lo mise giù e si poggiò allo schienale, succhiando l'aria e trattenendo il fiato troppo a lungo. Alla fine rilasciò il fumo.
Gabe gli diede un colpetto, e Sam guardò in alto. Stordito, posò lo sguardo su Caitlin. I suoi occhi erano iniettati di sangue.
Caitlin ebbe una fitta di dolore allo stomaco. Era più che delusa. Credeva che fosse tutta colpa sua. Ripensò all'ultima volta che si erano visti, a New York, quando avevano litigato. Le sue parole dure. “E allora vai!” gli aveva gridato. Perchè doveva essere sempre così dura? Perchè non poteva avere la possibilità di rimediare?
Ora era troppo tardi. Se lei avesse scelto delle parole diverse, forse le cose ora sarebbero state differenti.
Provò anche un'ondata di rabbia. Rabbia verso i Coleman, rabbia verso tutti i ragazzi in quel fienile, che se ne stavano seduti su quel divano e su sedie logore, su balle di fieno, tutti lì a bere, fumare e a non fare niente della propria vita. Erano liberi di non fare nulla della propria vita. Ma non erano liberi di trascinare anche Sam con loro. Lui era migliore di loro. Non aveva mai avuto una guida. Non aveva mai potuto contare su una figura paterna, non aveva mai ricevuto una forma di gentilezza da parte della loro madre. Era un figlio meraviglioso, e lei sapeva che avrebbe potuto essere il primo della classe СКАЧАТЬ