Название: Destinata
Автор: Морган Райс
Издательство: Lukeman Literary Management Ltd
Жанр: Героическая фантастика
Серия: Appunti di un Vampiro
isbn: 9781632911063
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Kyle si sentì spinto in ogni direzione, mentre la folla diventava più grande, sempre più grande, persone di tutte le razze e classi brulicavano da ogni dove. Si meravigliò delle vetrine primitive, che esponevano vecchi cappelli italiani alla moda. Si meravigliò dei ragazzini vestiti di stracci, che correvano verso di lui, mostrandogli pezzi di frutta da vendere. Alcune cose non erano cambiate.
Kyle s'incamminò lungo un viale stretto e squallido, uno che rammentava bene, sperando che tutto fosse proprio come appariva una volta. Fu felice di scoprire che era così: dinnanzi a lui, c'erano dozzine di prostitute, poggiate contro le pareti, e lo chiamavano mentre camminava.
Kyle fece un grosso sorriso.
Appena si avvicinò ad una di loro —una donna robusta e prosperosa, dai capelli tinti di rossi e troppo trucco sul viso – questa gli si fece incontro e gli accarezzò il viso con la mano.
“Hey, ragazzone,” lei disse, “vuoi divertirti? Quanto hai?”
Kyle sorrise, appoggiò il braccio intorno a lei, e la diresse verso un vicolo laterale.
Lei lo seguì contenta.
Non appena svoltarono l'angolo, lei disse, “Non hai risposto alla mia domanda. Quanti soldi hai—”
Fu una domanda che non avrebbe mai terminato.
Prima che potesse terminare la frase, Kyle aveva già infilato i canini nel suo collo.
Lei provò a urlare, ma lui le tappò la bocca con la sua mano libera, e la spinse più vicino a sè, bevendo e bevendo. Lui sentì il sangue umano scorrergli nelle vene, e si sentì euforico. Si era sentito così assetato, disidratato. Il viaggio nel tempo lo aveva spossato, e questo era esattamente ciò che gli serviva per ristorare il suo spirito.
Appena sentì il corpo della donna perdere vita, succhiò ancora e ancora, bevendo più di quanto avesse bisogno. Alla fine, si sentì completamente dissetato, e lasciò il corpo senza vita cadere a terra.
Appena si diresse per uscire, un uomo grosso, con la barba, senza un dente, si avvicinò. Estrasse uno stiletto dalla sua cintura.
L'uomo guardò in basso verso il cadavere della donna, poi rivolse lo sguardo a Kyle e fece una smorfia.
“Era una mia proprietà,” l'uomo disse. “Faresti meglio ad avere i soldi per lei.”
L'uomo fece due passi verso Kyle, e allungò lo stiletto verso di lui.
Kyle, con i suoi riflessi incredibilmente rapidi, si scansò facilmente, afferrò il polso dell'uomo, e lo spinse all'indetro con un solo movimento, spezzandogli il braccio a metà. L'uomo urlò, ma prima che finisse, Kyle gli sottrasse lo stiletto dalla mano, e con lo stesso movimento, gli squarciò la gola. Lasciò il cadavere dell'uomo cadere esamine in mezzo alla strada.
Kyle guardò verso lo stiletto, una piccola arma intricata con un manico in avorio, e scosse la testa. Non era niente male. Lo nascose nella cintura e si deterse il sangue dalla bocca con il palmo della mano. Respirò profondamente, e infine, contento, percorse il vicolo e tornò in strada.
Oh, quanto gli era mancata Roma.
CAPITOLO TRE
Caitlin camminò con il prete lungo la navata della chiesa, mentre lui finiva di sbarrare la porta principale e sigillava tutti gli altri ingressi. Il sole era tramontato e così questi iniziò ad accendere le torce mentre proseguiva il giro, illuminando gradualmente quello spazio immenso.
Caitlin guardò in alto e notò tutte le enormi croci, e si chiese come mai si sentisse così in pace in quel luogo. Non era forse vero che i vampiri dovevano temere le chiese? Le croci? Ricordò della casa del Covo Bianco nei Chiostri di New York, e le croci che ricoprivano le pareti. Caleb le aveva detto che alcune razze di vampiri abbracciavano le chiese. Si era lanciato in un lungo monologo sulla storia della razza dei vampiri e del suo rapporto con il cristianesimo, ma non aveva ascoltato attentamente all'epoca, troppo innamorata di lui. Ora, desiderava di averlo fatto.
Il prete vampiro condusse Caitlin ad una porta laterale, e Caitlin si ritrovò a scendere una rampa di scale in pietra. Camminarono lungo un corridoio medievale ad arco, e lui continuò ad accendere le torce durante il tragitto.
“Non penso che torneranno,” lui disse, chiudendo a chiave un'altra entrata mentre andava. “Perlustreranno l'intera campagna per trovarti, e quando non ti troveranno, torneranno alle loro case. Succede sempre così.”
Caitlin lì si sentiva al sicuro, ed era così grata per l'aiuto ricevuto da quell'uomo. Si chiese perchè l'avesse aiutata, perchè avesse messo a rischio la sua stessa vita per lei.
“Perchè sono della tua specie,” lui disse, voltandosi per guardarla dritto negli occhi, con gli occhi blu che sembrarono penetrarla.
Caitlin dimenticava sempre quanto i vampiri potessero facilmente leggere le menti altrui. Ma, per un istante, aveva dimenticato che lui fosse uno della sua specie.
“Non tutti noi temiamo le chiese,” lui disse, rispondendo ancora una volta ai suoi pensieri. “Sai che la nostra razza è divisa. La nostra specie—quella buona—ha bisogno delle chiese. Noi ci aggrappiamo ad esse.”
Non appena s'incamminarono lungo un altro corridoio, percorrendo un'altra piccola rampa di scale, Caitlin si chiese dove lui li stesse conducendo. Così tante domande affollarono la sua mente, e non sapeva che cosa chiedergli per primo.
“Dove mi trovo?” lei chiese, e realizzò, che quella era la prima cosa che gli aveva detto sin da quando si erano incontrati. Tutte le sue domande si succedettero rapidamente. “In quale paese mi trovo? In che anno siamo?”
L'uomo sorrise mentre camminavano, le rughe della vecchiaia si evidenziarono sul suo volto. Era un uomo basso e fragile, con i capelli bianchi, ben rasato, e aveva un volto da nonno. Indossava le vesti elaborate di un prete, e, persino per un vampiro, sembrava molto vecchio. Lei si chiese per quanti secoli avesse vissuto. Percepì gentilezza e calore da lui, e sentì di essere davvero in pace intorno a lui.
“Così tante domande,” disse alla fine, con un sorriso. “Capisco. E' stato faticoso per te. Bene, tanto per cominciare, sei in Umbria. Nella piccola città di Assisi.”
Lei sforzò il cervello, provando a comprendere dove fosse.
“Italia?” lei chiese.
“In futuro, sì, questa regione farà parte di un paese chiamato Italia,” lui le disse, “ma non adesso. Siamo ancora indipendenti. Ricorda,” lui sorrise, “non ti trovi più nel secolo XXI – lo avrai immaginato, osservando gli abiti e il comportamento di quei paesani.”
“In che anno siamo?” Caitlin chiese tranquillamente, quasi temendo di conoscere la risposta. Il cuore le batteva più forte.
“Sei nel secolo XVIII,” lui le rispose. “Ad essere più precisi: nell'anno 1790.”
1790. Assisi. Umbria. Italia.
Il pensiero di tutto ciò la sopraffece. Sembrava quasi surreale, come se si trovasse all'interno di un sogno. Lei riusciva a malapena a immaginare che questo stesse accadendo per davvero, che fosse davvero lì, in quel tempo e in quello spazio. Il СКАЧАТЬ