Название: Destinata
Автор: Морган Райс
Издательство: Lukeman Literary Management Ltd
Жанр: Героическая фантастика
Серия: Appunti di un Vampiro
isbn: 9781632911063
isbn:
Improvvisamente, Caitlin si mosse, sorpresa da un cigolio, e si mise in allerta, mentre vedeva la porta cominciare ad aprirsi. Chiuse i pugni, preparandosi ad affrontare un visitatore indesiderato.
Ma appena la porta si aprì ancora di più, lei guardò in basso, e gli occhi le si spalancarono per la contentezza.
Era Rose, che spingeva la porta per aprirla, con il naso.
“Rose!” lei gridò.
Rose spinse la porta, aprendola completamente, corse dentro e balzò in braccio a Caitlin. Le leccò tutta la faccia, e Caitlin pianse per la gioia.
Caitlin la mise a terra e la guardò. Si era irrobustita, diventando più grande.
“Come hai fatto a trovarmi?” Caitlin chiese.
Rose la leccò di nuovo, guaendo.
Caitlin si sedette sul bordo del letto, accarezzandola, e pensando fortemente, provando a schiarirsi le idee. Se Rose ce l'aveva fatta, allora anche Caleb ci era riuscito. Si sentì incoraggiata.
Mentalmente, sapeva che doveva andare a Firenze. Per continuare la ricerca. Sapeva che la chiave per trovare suo padre, lo scudo, si trovava lì.
Ma il cuore le chiedeva di andare a Venezia.
Se ci fosse stata anche una remota possibilità che Caleb fosse lì, lei doveva scoprirlo. Doveva farlo.
Lei decise. Prese Rose, stringendola forte tra le braccia, prese una rincorsa, e prese il volo fuori dalla finestra.
Sapeva che ora si era ripresa, che le sue ali si sarebbero spalancate.
Ne era certa; e lo fecero.
E in pochi istanti, Caitlin stava volando nell'aria delle prime ore mattutine, spostandosi sopra le colline dell'Umbria, dirigendosi verso nord, in direzione di Venezia.
CAPITOLO CINQUE
Kyle camminava lungo le piccole strade dell'antico distretto di Roma. Intorno a lui, c'erano persone che chiudevano negozi, terminando la giornata lavorativa.
Il tramonto era sempre stato il suo momento preferito della giornata, il momento in cui cominciava a sentirsi più forte che mai. Sentiva il suo sangue pulsare più velocemente, sentiva che stava diventando più forte ad ogni passo. Era così felice di essere tornato nelle affollate strade di Roma, specialmente in quel secolo. Quei patetici umani erano ancora a secoli di distanza da ogni tipo di tecnologia, ogni tipo di sorveglianza. Avrebbe potuto distruggere quel posto con un cuore rilassato e leggero, e non doversi preoccupare di venire scoperto.
Kyle voltò per Via Del Seminario, e, nell'arco di istanti, camminò per ritrovarsi nella grande piazza antica, la Piazza Della Rotonda.
E lì si fermò. Kyle in quel luogo, chiuse gli occhi, e respirò profondamente. Era così bello essere tornato. Direttamente di fronte a lui, c'era un posto che aveva chiamato casa per secoli, una delle sedi dei vampiri più importanti al mondo: il Pantheon.
Il Pantheon si ergeva, Kyle era felice di vedere, come aveva sempre fatto, nella forma di un edificio grosso e antico, di pietra, il retro del quale si estendeva in forma circolare, e la sua parte anteriore era composta da enormi ed imponenti colonne di pietra. Di giorno, era ancora aperto ai turisti, persino durante quel secolo. Ospitava sconvenienti folle di esseri umani.
Ma di notte, dopo che le porte venivano chiuse al pubblico, i veri proprietari, i veri occupanti di quell'edificio, giungevano con forza: il Grande Consiglio dei Vampiri.
Vampiri provenienti da covi grandi e piccoli, da ogni angolo del mondo, si riunivano lì. Per partecipare ad ogni sessione, per tutta la notte. Il consiglio prendeva ogni genere di decisione, dava il permesso o lo negava. Nulla accadeva nel mondo dei vampiri senza che essi lo sapessero, senza la loro approvazione.
Tutti funzionava così alla perfezione. Quell'edificio era stato originariamente costruito per avere una funzione di tempio per gli dei pagani. Era sempre stato un luogo sacro, di riunione, per le forze oscure dei vampiri. Alla vista degli altri, era ovvio: c'erano inni agli dei pagani, affreschi, dipinti, statue ovunque. Qualunque visitatore umano che dedicava del tempo alla lettura sulla missione del luogo, non poteva immaginare che quella fosse la sua vera funzione.
E come se non bastasse, c'erano anche dei grandi vampiri sepolti lì. Era un mausoleo vivente, il luogo perfetto per Kyle e la sua specie da chiamare casa.
Appena Kyle percorse le scale, sembrava come se fosse tornato a casa. Camminò verso le enormi porte doppie frontali di ferro, colpendo il battente di metallo quattro volte—il segnale dei vampiri—ed attese.
Alcuni istanti dopo, le pesanti porte si aprirono di qualche centimetro, e Kyle vide un volto non familiare. La porta si spalancò, abbastanza da lasciarlo entrare, e poi, fu sbattuta rapidamente dietro di lui.
La robusta guardia, ancora più grossa di Kyle, lo guardò.
“Sei atteso?” gli chiese cautamente.
“No.”
Kyle, ignorando la guardia, fece diversi passi verso la sala, quando improvvisamente, sentì una presa fredda, ghiacciata sul braccio e si fermò. Kyle era furioso, e stava bruciando dalla rabbia.
La guardia vampiro lo guardò con uguale rabbia.
“Nessuno entra senza un appuntamento,” lui scattò. “Dovrai andartene via e tornare un'altra volta.”
“Io entro ovunque desidero,” Kyle gli rispose. “E se non togli la tua mano dal mio polso, soffrirai enormemente.”
La guardia lo guardò, e furono ad un punto morto.
“Vedo che alcune cose non cambiano mai,” giunse una voce. “Va bene, puoi lasciarlo andare.”
Kyle sentì lasciare la presa, e si voltò per vedere un volto familiare: era Lore, uno dei capi consiglieri del Consiglio. Lui era lì, guardava Kyle, sorridendo e scuotendo lentamente la testa.
“Kyle,” lui disse, “non avrei mai pensato di rivederti.”
Kyle, ancora rabbioso per la guardia, si sistemò la giacca e annuì lentamente. “Ho delle cose da discutere con il Consiglio,” lui disse. “Non possono attendere.”
“Mi spiace, vecchio amico,” Lore continuò, “siamo pieni oggi. Alcuni di loro hanno atteso per mesi. Ci sono delle questioni urgenti che riguardano i vampiri in ogni angolo del mondo, sembra. Ma se torni la prossima settimana, penso che potrò fare in modo che ti ricevano—”
Kyle fece un passo in avanti. “Tu non capisci,” lui disse nervosamente, “non vengo da questa epoca. Sono giunto dal futuro. Duecento anni nel futuro. Da un mondo totalmente diverso. Il giudizio finale è arrivato. Siamo sul punto di ottenere una vittoria— una vittoria totale. E se non li vedo immediatamente, ci saranno delle gravi conseguenze per tutti noi.”
Mentre Lore se ne stava lì a guardarlo, il suo sorriso scomparve dal volto, come se realizzasse la serietà della notizia; infine, dopo diversi istanti di tensione, si schiarì la gola. “Seguimi.”
Si voltò e s'incamminò, e Kyle lo seguì molto da vicino.
Kyle passò attraverso un lungo СКАЧАТЬ