Trovata . Морган Райс
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Название: Trovata

Автор: Морган Райс

Издательство: Lukeman Literary Management Ltd

Жанр: Героическая фантастика

Серия: Appunti di un Vampiro

isbn: 9781632912411

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СКАЧАТЬ proveniente dalla folla di là dalle mura fin da dove si trovava.

      Sam fece pochi passi verso la porta e immediatamente i bambini si sparpagliarono, come se fuggessero un mostro. Si chiese quanto apparisse spaventoso. Ma non gli importava davvero. Sentì il bisogno di entrare in quella città e capire perché si era ritrovato lì. Ma, a differenza del vecchio Sam, non sentiva il bisogno di esplorarla: piuttosto, intendeva distruggerla. Fare quella città a pezzi.

      Una parte di lui provò a scuotersi di dosso quella sensazione, tentando di riportare indietro il vecchio Sam. Si obbligò a pensare a qualcosa che potesse riportarlo indietro. Si costrinse a pensare a sua sorella Caitlin. Ma era confuso; non riusciva a richiamare alla mente il suo volto, per quanto tentasse. Provò a ripensare ai sentimenti che avvertiva per lei, alla loro missione in comune, al loro padre. Sapeva, nel profondo del suo essere, di volerle ancora bene, di volerla ancora aiutare.

      Ma quella piccola parte di lui fu presto sopraffatta dalla nuova parte malvagia. Riusciva a malapena a riconoscere se stesso. E il nuovo Sam lo obbligò ad abbandonare quei pensieri e a proseguire, entrando in città.

      Sam attraversò la porta della città, facendo a gomitate tra le persone che incontrava sul suo cammino. Un'anziana signora, che trasportava un cestino sulla testa, gli si avvicinò troppo, e lui le colpì forte una spalla, facendola volare, e rovesciando la cesta, con la frutta che finì per sparpagliarsi ovunque.

      “Hei!” gridò un uomo. “Guarda che cosa hai fatto! Chiedile scusa!”

      L'uomo si affrettò verso a Sam e, stupidamente, afferrò il suo cappotto. Avrebbe dovuto accorgersi del fatto che quel cappotto era strano, nero, di pelle ed aderente. Avrebbe dovuto intuire che gli abiti di Sam appartenevano ad un'altra epoca—e che Sam era l'ultimo uomo con cui avrebbe dovuto litigare.

      Sam guardò la mano dell'uomo, come se fosse un insetto, poi si fece avanti, afferrò il suo polso e con la forza di cento uomini, lo piegò all'indietro. Gli occhi dell'uomo si spalancarono per la paura e il dolore, mentre Sam continuava a girare. Alla fine, l'uomo si voltò di lato, e cadde in ginocchio. Sam continuava a girare, fino a quando non sentì un rumore spaventoso e l'uomo urlò, con il braccio rotto.

      Sam si tirò indietro e finì l'uomo, colpendolo con un forte calcio al volto, lasciandolo incosciente al suolo.

      Un piccolo gruppo di passanti, che aveva osservato la scena, fece subito spazio a Sam, consentendogli di proseguire. Nessuno sembrava osare avvicinarsi a lui.

      Sam continuò a camminare, fendendo la folla, e si trovò presto immerso del tutto in quella moltitudine di persone, che riempiva la città. Non era certo di che direzione prendere, ma sentiva che nuovi desideri lo sopraffacevano. Sentiva il bisogno di nutrirsi. Voleva sangue. Sentiva il bisogno di uccidere qualcuno.

      Sam lasciò che i suoi sensi prendessero il sopravvento, e si fece guidare verso un vicolo particolare. Appena superato l'accesso, si accorse che il vicolo diveniva più stretto, più cupo, sempre più sovrastato dagli edifici circostanti e distante dal resto della città. Era chiaramente una parte squallida della città, e, mentre lui proseguiva, la folla divenne più sospetta.

      Mendicanti, ubriachi e prostitute riempivano le strade, e Sam dovette sgomitare con diversi delinquenti: uomini grassi, non rasati, senza denti che gli si ritrovarono davanti. Si assicurò di urtarli e colpirli forte alle spalle, facendoli volare in ogni direzione. Saggiamente per loro, nessuno si fermò a sfidarlo, tranne che urlare un indignato: “Hei!”

      Sam continuò a camminare e presto si trovò in una piccola piazza. Lì, al centro, c'era un cerchio composto da circa una dozzina di uomini, allegri, che gli davano le spalle. Sam si fece strada per vedere quale fosse il motivo di tanta allegria.

      Nel bel mezzo del cerchio, c'erano due galli, che combattevano tra loro ed erano ricoperti di sangue. Sam osservò la scena, e vide che gli uomini scommettevano, scambiandosi delle antiche monete. Lotta tra galli. Lo sport più antico del mondo. Così tanti secoli erano passati, ma nulla era realmente cambiato.

      Sam ne aveva avuto abbastanza. Stava diventando ansioso, e sentiva il bisogno di scatenare un po' di caos. Si diresse al centro del ring, proprio verso i due uccelli. Appena lo fece, la folla esplose in un urlo d'indignazione.

      Sam li ignorò. Invece, si fece avanti, afferrando uno dei galli per la gola, lo sollevò in alto e lo fece roteare sulla sua testa. Ci fu un rumore secco e lo sentì afflosciarsi nella sua mano, con il collo spezzato.

      Sam sentì i suoi canini allungarsi, e li infilò nel corpo del gallo. Iniziò a succhiare il sangue, che uscì fuori, colandogli lungo la faccia e le guance. Finalmente, gettò via l'uccello, insoddisfatto. L'altro gallo scappò via, quanto più in fretta possibile.

      La folla stette a guardare Sam, chiaramente scioccata. Ma questi erano dei tipi bruschi e rozzi, non persone che fuggivano via facilmente. Accigliati, si prepararono a combattere.

      “Hai rovinato il nostro divertimento!” uno di loro scattò.

      “La pagherai!” un altro urlò.

      Diversi uomini robusti estrassero dei piccoli stiletti e puntarono verso Sam, dritti contro di lui.

      Sam a malapena trasalì. Osservò la scena, quasi come se accadesse al rallentatore. I suoi riflessi erano un milione di volte più rapidi e si fece semplicemente avanti, afferrò il polso di un uomo a mezz'aria, girandolo all'indietro con la stessa mossa e rompendogli un braccio. Poi, piegandosi all'indietro, gli diede un calcio al petto, facendolo volare e tornare nel cerchio.

      Quando un altro uomo si avvicinò, Sam gli si fece sotto, battendolo sul tempo e, prima che questo potesse reagire, affondò i canini nella sua gola. Sam bevve avidamente, con il sangue che scorreva ovunque, mentre l'uomo urlava per il dolore. Nell'arco di pochi istanti, lo privò della vita, e l'uomo scivolò a terra, esanime.

      Gli altri si immobilizzarono, terrorizzati. Finalmente, dovevano aver realizzato che erano in presenza di un mostro.

      Sam fece un passo verso di loro, e tutti si voltarono e scapparono via. Sparirono rapidamente, e, in un solo istante, Sam fu l'unico rimasto nella piazza.

      Li aveva battuti tutti. Ma, per Sam, non era abbastanza. Non c'era fine alla morte, al sangue e alla distruzione che lui bramava. Voleva uccidere ogni singolo uomo in quella città. Ma anche quello non gli sarebbe bastato. La sua mancanza di soddisfazione lo frustrava all'infinito.

      Tirò indietro la testa, guardò il cielo e ruggì. Era l'urlo di un animale finalmente liberato. Il suo grido di angoscia si elevò nell'aria, riecheggiando sulle pareti in pietra di Gerusalemme, più forte delle campane, più forte delle urla di una preghiera. Per un unico breve istante, scosse le pareti, dominando l'intera città – e da un capo all'altro, gli abitanti si fermarono, ascoltarono e appresero a temere.

      In quel momento, seppero che un mostro era in mezzo a loro.

      CAPITOLO QUATTRO

      Caitlin e Caleb percorsero il ripido fianco della montagna, diretti al villaggio di Nazareth. Inizialmente camminarono sulla roccia nuda, scivolando piuttosto che camminando e sollevando polvere. Man mano, il terreno cominciò a cambiare, la roccia fu sostituita da mucchi di erbacce, palme occasionali, poi vera erba. Alla fine, si ritrovarono in un uliveto, mentre si facevano sempre più vicini alla città.

      Caitlin guardò attentamente i rami e vide migliaia di piccole olive, che splendevano al sole, e si meravigliò di quanto fossero belle. Più si avvicinavano alla città, tanto più rigogliosi erano gli alberi. Caitlin guardò in basso, ammirando, con una prospettiva a vista d'uccello, la valle e la città.

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