Storey. Keith Dixon
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Название: Storey

Автор: Keith Dixon

Издательство: Tektime S.r.l.s.

Жанр: Триллеры

Серия:

isbn: 9788873043591

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СКАЧАТЬ che anche altri ragazzi la guardavano – per lo più studenti che avevano colonizzato il luogo, seduti avvolti nei loro montgomery, fissando il telefonino o parlando con altri vestiti esattamente come loro a parte le sciarpe di diverso colore che indossavano. Lei era una cosa a parte. Creava una sorta di aura intorno a sé, un’autosufficienza che parte di lui voleva scalfire.

      Era interessante … ed era falsa.

      Non riusciva a spiegare come lo sapesse, ma capiva che lei stava fingendo di essere qualcosa che non era. Ti guardava di traverso, come se non potesse rischiare uno sguardo diretto, come se potesse rivelare troppo. Quando parlava, ti attaccava, tenendoti a distanza, tagliando ogni possibilità di amicizia.

      Ma poi lui l’aveva guardata. Forse era sinceramente spaventata da lui, di cosa avrebbe potuto fare.

      Da non credere, pensò. Cosa avrò mai fatto per spaventare la gente, a parte fargli saltare le cervella?

      ORA UN UOMO camminò verso di lei. Aveva attraversato la porta di vetro e l’aveva vista subito. Non un omone, ma si atteggiava come se sapesse il fatto suo. Aveva una barba folta per lo più rossa, sebbene i suoi capelli fossero neri e lasciati crescere in giù a coprire la sommità delle orecchie. Indossava una giacca di pelle nera e jeans sdruciti. Aveva un corpo robusto sotto la giacca, e una certa andatura, che fece pensare a Paul che fosse uno allenato. Non appena giunse al tavolo della donna si guardò intorno, incrociò lo sguardo di Paul per un momento, poi avanzò. A Paul sembrò che avesse quella tensione scattosa di chi ha il sospetto di essere attaccato, magari di sorpresa, qualcuno preoccupato del suo stato.

      Gli piaceva pensare di avere un talento nell’analizzare le persone e il loro comportamento. Ma alla fine, pensò, chi non ce l’ha?

      Quando l’uomo arrivò di fronte a lei, lei smise di scrivere al computer e guardò in su, appoggiandosi allo schienale, con l’aria disinvolta, anche se non sorrise. Era qualcuno che conosceva ma che non voleva vedere.

      Lei disse qualcosa e Giacca di Pelle si sporse in avanti sul tavolo, appoggiando le nocche ai due lati del suo computer. Lei stese un braccio e chiuse il computer. Lui disse qualcosa in risposta e Paul notò che le parole la colpirono – si aggiustò sulla sedia e le sue caviglie sotto al tavolo si scavallarono.

      Ora l’uomo stava puntando un dito contro di lei, sventolandolo, e il borbottio basso della sua voce – che Paul aveva sentito ma non riusciva a distinguere – si fece più calmo. La donna distolse lo sguardo e Giacca di Pelle allungò la mano e toccò la punta del suo naso col dito, premendolo. Lei indietreggiò e disse qualcosa di sgarbato.

      Paul si mosse dalla sua sedia e andò verso di loro, avvicinandosi all’uomo di lato. Sentì l’odore della pelle della sua giacca e quello fastidioso di un forte deodorante. La donna lo guardò e corrugò la fronte, ovvero un segnale per Giacca di Pelle di guardarlo.

      â€˜Cos’hai da guardare?’

      â€˜Sono più grosso di te. Non provocare discussioni.’

      Allora l’uomo si girò, piegando il suo corpo in modo da trovarsi faccia a faccia con lui. Paul vide che i suoi occhi erano fieri e scuri, spenti nel profondo. Probabilmente aveva la stessa età di Paul, ma le rughe sul suo volto lo facevano sembrare più vecchio di dieci anni.

      Giacca di Pelle disse, ‘Vai a sederti in un angolo e faremo finta di non averti mai visto.’

      â€˜Stai mettendo la ragazza a disagio e voglio che tu te ne vada.’

      â€˜Qual è il tuo nome?’

      â€˜Paul Storey. Il tuo?’

      â€˜E’ Levati-Di-Torno.’

      â€˜I tuoi genitori ti hanno regalato un’infanzia felice, non è vero?’

      â€˜E’ un tuo amico, Minty?’ Si era girato a guardare la donna, ancora seduta, con le ciglia aggrottate in un modo che Paul stava cominciando a riconoscere.

      Lei disse, ‘Lascialo fuori, Cliff. Ci sentiamo più tardi.’

      Cliff. Quello era un nome che non si sentiva spesso oggigiorno, pensò Paul, un nome degli anni Sessanta, ma era felice di avere un nome di riferimento.

      Cliff disse, ‘Tu non mi dici cosa devo fare – nessuno di voi. Se voglio entrare qui e parlare con te, lo faccio.’

      â€˜Vai a casa, ti chiamerò.’

      Cliff si girò per guardare Storey, date le sue dimensioni, in tutta la sua presenza. Paul non pensò che Cliff fosse intimorito, solo prudente. Probabilmente girava sempre con una banda, gente che lo avrebbe supportato o fatto quello che diceva. Gli aveva dato una tale confidenza che andava in giro come un’arma carica. Paul lo aveva già riscontrato in passato e non gli piaceva. Le persone che controllavano le altre in quel modo spesso avevano problemi a mantenere l’autocontrollo.

      Cliff si mosse di nuovo e andò dall’altra parte del tavolo, in piedi accanto alla donna, ridando un’occhiata a Paul. Disse, ‘Non mi piaci. Ma hai dello stomaco. Ci siamo conosciuti da qualche parte?’

      â€˜Ne dubito.’

      â€˜Sì, anch’io. Ma c’è qualcosa in te che riconosco. Mi verrà in mente.’

      â€˜Non ci perdere il sonno.’

      â€˜Oh, non lo farò.’ Si girò e uscì dal bar come aveva detto, senza voltarsi indietro, sempre sicuro di sé.

      La donna disse a Paul, ‘Non sederti, non avevo bisogno di un salvatore.’

      â€˜Lo so.’

      â€˜Allora perché ti sei intromesso?’

      â€˜Fa parte della mia natura.’

      Lei lo osservò con il primo segno di curiosità che lui avesse visto da parte sua, come se avesse finalmente catturato la sua attenzione.

      Lui disse, ‘Sembrava che non volessi parlare con lui.’

      â€˜Lo avevo turbato.’

      â€˜Qualcosa che hai scritto?’

      â€˜Non esattamente. Puoi andare ora, per favore?’

      Fece cenno di sì col capo ed era sul punto di andarsene quando gli venne in mente qualcosa. Disse, ‘“Minty?”’

      Lei guardò in su. ‘Araminta. Non ti preoccupare – non avrai mai l’occasione di usarlo.’

      â€˜Nome insolito per una scozzese.’

      â€˜Non per questa.’

      â€˜Sei sempre così aggressiva?’

      â€˜Sei sempre così stupido?’

      Lui СКАЧАТЬ