Storey. Keith Dixon
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Читать онлайн книгу Storey - Keith Dixon страница 3

Название: Storey

Автор: Keith Dixon

Издательство: Tektime S.r.l.s.

Жанр: Триллеры

Серия:

isbn: 9788873043591

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СКАЧАТЬ e la paura che vi leggeva probabilmente rispecchiava la sua, sebbene non lo avrebbe mai ammesso, a se stesso né a nessun altro.

      Disse, ‘Ha i miei numeri di telefono. Non abbia paura di usarli.’

      GUIDÒ VERSO CASA attraverso strade che trovò più affollate di quel che ricordasse e parcheggiò fuori dalla casa di suo padre. C’era un garage sul retro ma era di difficile accesso e inoltre era pieno di roba che suo padre non aveva mai spostato per buttarla via – una vecchia lavatrice Hotpoint, un tavolo con una gamba rotta, una poltrona. Aveva detto a suo padre di liberarsi di tutto quel disordine, ma a quanto pare non trovò mai il tempo. Troppo occupato al pub o nel suo terreno. A coltivare roba che non aveva mai mangiato.

      Stava scaldando un pasto al microonde quando squillò il telefono.

      â€˜Milly.’

      â€˜Storey. Non chiami, non scrivi …’

      â€˜Quando tuo padre muore ci sono cose da fare. Socializzare non è una di quelle.’

      â€˜Non provare a farmi sentire in colpa. L’ultima volta che mi sono sentita davvero in colpa è stato nel duemilaquattro, quando mi sono scontrata con un anziano con il deambulatore.’

      â€˜Stavi guidando?’

      â€˜Camminando troppo veloce, senza guardare dove stavo andando. Non è per questo che ti ho chiamato.’

      â€˜Perché mi hai chiamato?’

      Lei emise un sospiro profondo e Paul la vedeva appoggiarsi allo schienale del divano nell’appartamento che aveva in affitto di fianco al suo a Battersea. Avrebbe indossato un body nero e sudato per gli esercizi di danza di fronte alla televisione, i suoi trofei scintillanti accumulati sullo scaffale sopra. Praticava balli da sala nei fine settimana con un tizio di Fulham, ripassava i movimenti da sola come meglio poteva.

      Storey era un progetto per lei. C’era stato un momento in cui ci sarebbe potuto essere qualcosa tra loro, ma lui sbagliò la tempistica e smisero di parlarsi per tre mesi. Poi ripresero, ma in modo diverso. Apprezzava il fatto che lei avesse ancora voglia di parlargli nonostante fosse partito con due soli giorni di preavviso e lasciando a lei il compito di vendere i mobili prima che il padrone di casa li desse via. Era piena di risorse – avrebbe gestito la cosa.

      Lei disse, ‘Un tipo è passato di qui per parlare con te ieri sera. L’ho sentito bussare alla tua porta ripetutamente, sono uscita. Ha detto che lavorava con te, voleva parlare.’

      â€˜Che aspetto aveva?’

      â€˜Poco più alto di te, capelli chiari rasati, grandi labbra, molto rosse, come se portasse il rossetto o qualcosa del genere.’

      â€˜Rick. Immaginavo sarebbe venuto.’

      â€˜Grazie per avermi avvertito.’

      â€˜Cosa gli hai detto?’

      â€˜Ora guarda, qui viene il bello, sai? Sono quasi sempre stata una ragazza piuttosto tranquilla, ma così mi fai perdere la pazienza, Storey. Non ho bisogno di tutta la tua storia passata a riversarsi all’entrata di casa mia. Ho la mia vita, sai? Capisco se devi occuparti dell’organizzazione del funerale e tutto, ma non dovevi mollare tutto di colpo. Non mi interessa il tuo stress, non mi interessa del tuo lavoro. Non mi interessa delle tue librerie. Non hai il diritto di buttarmi tutto addosso e andartene nel Midlands.’

      â€˜D’accordo. Mi sono comportato male. Quindi, cos’hai detto a Rick?’

      Ora la poteva vedere a fissare il soffitto, cercando di ricordare cosa le aveva detto il consulente riguardo al controllo della rabbia. Stava contando fino a dieci. O immaginando gli angeli. Lui non aveva idea di cosa fece per calmarsi.

      Disse, ‘Gli ho detto che te ne eri andato. Non ho detto dove o perché. Ho fatto finta di non sapere. Non è quello che volevi?’

      â€˜Non hai menzionato mio padre? O Coventry?’

      â€˜Ho seguito le tue istruzioni.’ Sembrava roba forte ora, era un po' arrabbiata, un tono che riconosceva bene. ‘Cosa vorrebbe questo Rick, in ogni caso? Pensavo avessi dato le dimissioni.’

      â€˜L’ho fatto. Probabilmente pensa che può farmi cambiare idea. Si è sempre creduto un po' uno strizzacervelli. Pensava di conoscermi meglio di quanto mi conoscessi io.’

      â€˜Dai, Storey, tu non ti conosci affatto. Brancoli nel buio.’

      â€˜Mi inchino al tuo sapere superiore.’

      â€˜Guarda la tua storia recente. Ti dirà tutto quello che devi sapere.’

      â€˜Devo andare. Il microonde ha appena suonato.’

      â€˜Sì, giusto, non lasciare raffreddare il tuo hamburger.’

      â€˜E’ un polpettone.’

      â€˜Così ti sei già integrato. Mi fai paura, davvero.’

      â€˜Ti chiamo quando mi sono sistemato meglio.’

      â€˜Pare che andrà così,’ disse, attaccando il telefono.

      

      CAPITOLO TRE

      JANICE LO VIDE attraverso la vetrina prima di entrare. La faccia tosta — sedersi nel suo posto preferito, rilassarsi su quella sedia nonostante appartenesse a lui. Lo vedeva di bell’aspetto del tipo carnagione scura, come Pierce Brosnan se avesse avuto genitori greci, quel tipo di mento scuro irsuto e la nera peluria spessa. Gli abiti sembravano cadergli bene addosso, mostrando il suo petto robusto e i suoi fianchi stretti, quelli di un uomo che si manteneva in forma, non un ragazzo senza struttura. Non aveva nessun angolo morbido, era definito e spigoloso e i suoi occhi sembravano guardarti dentro.

      Poteva essere interessante. Bello conoscere un uomo che potrebbe prendere il comando, per una volta. Vide questo in lui, quella brama di dominare, di fare andare le cose a modo suo. Le sarebbe potuta piacere la sfida, se non avesse avuto altri piani.

      Così eccolo lì, ad alzare gli occhi dal suo libro ora, vedendola e sorridendole allo stesso tempo, sapendo che avrebbe varcato la soglia, e aspettando solo che lei arrivasse. Il sorriso non ha toccato il suo sguardo, pensò lei, era qualcosa che aveva fatto con la bocca, un dovere sociale, prendendo atto che il gioco stava per iniziare.

      Disse, ‘Pensavo non saresti mai tornata, visto che sono stato così sgarbato e tutto il resto. Pensavo di avere rotto la magia.’

      Lei guardò la sua camicia scollata, a mostrare un po' di peluria riccia affiorare, la giacca blu navy che indossava sopra che probabilmente era di Next e proveniente da un negozio di beneficenza, il libro ora a faccia in giù sul tavolo – Furore – e pensò a quello che faceva per vivere: perito assicurativo. Non se l’era bevuta. Lui si comportava come se avesse una missione, qualcosa che avrebbe fatto nella vita, un qualche posto dove sarebbe stato. Non era uno scribacchino o qualcuno che osservava cifre СКАЧАТЬ