Название: Storey
Автор: Keith Dixon
Издательство: Tektime S.r.l.s.
Жанр: Триллеры
isbn: 9788873043591
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Non stare al suo gioco, diceva lei a se stessa. Non farti ammaliare.
Si sedette e prese fuori il suo Microsoft Surface Pro 3 portatile, aprì la tastiera flessibile e toccò lo schermo per evidenziare il file aperto. Appoggiò il suo smartphone Moto G sul tavolo accanto ad esso. Le piacevano i suoi congegni e conosceva i nomi e le caratteristiche di ciascuno di essi. E per qualche ragione voleva convincere questo Storey che era sincera, che era una giornalista per davvero, che il suo lavoro era in qualche modo importante. Di solito quando entrava da Starbucks scriveva il giornale, o talvolta lavorava a una delle sue didascalie. Le spie le chiamavano così â false identità create per salvarsi la pelle. Lei ne aveva circa dieci al momento e ogni giorno provava ad aggiungere un altro particolare, unâaltra caratteristica o eventi di vita, almeno a due delle identità . Inventandosi man mano.
Dandole qualcosa da fare mentre aspettava che David fosse cotto al punto giusto.
Storey tornò con il caffè per lei e un altro per sé.
Lei disse, âNon sei venuto per due giorni.â
âTi sono mancato?â
âNon mi può mancare qualcuno che non conosco.â
âDevo scusarmi con te.â
Lei stava mettendo dello zucchero nel suo caffè e si fermò.
Disse, âNon ti stavo pedinando. Non voglio che lo pensi. Mi è capitato solamente di essere qui quando sei entrata. Ho pensato che sembravi interessante. Sai cosa voglio dire, vedi qualcuno e pensi che ti piacerebbe conoscerlo, vedere come parla e cosâha da dire.â
Si appoggiò indietro e la guardò, come se pensasse di stare a farle un regalo.
Janice si trattenne un attimo, poi disse, âTi dispiace se mi metto a lavorare? Anche se mi piacerebbe stare qui a chiacchierare.â
Le piacque il modo in cui lui sorrise e poi scosse la testa con approvazione, come se la gara in cui si stavano misurando fosse avanzata di livello e lui sapesse che avrebbe dovuto alzare la posta in gioco. Ma non stare al suo gioco, non farti ammaliare.
Nellâaprire il portatile lo girò in modo che lui non potesse vedere lo schermo. Non câera scritto nulla sul documento a parte un titolo â Fasi successive â osservò la pagina vuota per un po', poi batté qualche tasto, mettendo per iscritto il suo nome attuale e il ruolo, tanto per fare qualcosa. Araminta Smith, giornalista. Si era imbattuta in questo nome in una recita che avevano fatto a scuola e le era sempre piaciuto. Sembrava di classe, la parte di Araminta.
Storey ignorò il suo distanziarsi, sollevò il suo libro e continuò a leggere.
Irritata nonostante dipendesse da lei, disse, âà bravo, Steinbeck?â
Lui abbassò il libro.
âHa vinto il premio Nobel per il suo peggiore romanzo. Immagina quanto è bravo. Hai visto Furore, il film?â
âPuò essere.â
âDuro come una roccia per essere un film hollywoodiano, ma addolcito rispetto al libro.â
Lei annuì e abbassò lo sguardo verso il suo schermo di nuovo. Non sapeva nulla di letteratura e iniziava ad allarmarsi quando le persone parlavano di libri, come se potessero porle una domanda a cui non sapeva rispondere. Non riusciva mai a leggere più di un articolo di giornale prima di addormentarsi. Un giorno avrebbe iniziato a concentrarsi su quella carenza e a correggerla. Un corso breve online probabilmente sarebbe bastato.
Lui colse lâoccasione della sua apertura. âCosì stai lavorando a un articolo, giusto? O è più banale â compleanni, morti, matrimoni?â
Lei disse, âNon capiresti.â
⦠poi si chiese perché lo avesse detto. La sua stessa contraddittorietà la sorprendeva a volte. Lui sembrava piuttosto perspicace, dunque perché cercava di indisporlo?
Piegò lo schermo verso di sé. âNon posso dirti molto perché è ancora in fase di sviluppo. Sto facendo ricerca, parlando con le persone.â
âDammi un indizio, così non mi offendo.â
Lei esitò, poi disse, âSi tratta di corruzione nellâamministrazione locale. Non posso dire di più.â
âCe nâè molta a Coventry?â
âNon lo so ancora. Per questo sto facendo ricerca.â
âConosci persone con cui poter parlare, persone con cui spettegolare? Ã quello che fai?â
Lei pensò che la sua curiosità era reale, ma non avrebbe ottenuto nulla di buono a lasciargli superare il limite. Ancora non sapeva niente di lui o di cosa volesse. Era bello che lui trovasse interessante parlare con lei, ma aveva troppo da fare e troppa carne al fuoco.
Disse, âCome dicevo, non posso parlarne. E non te lo direi nemmeno se potessi. Non ho idea di chi tu sia.â Fece una pausa, poi disse, âCosa intendevi quando mi hai detto che volevi vivere un giorno alla volta?â
Lui alzò le spalle. âNon prenderla seriamente. Sono un commediante. Dico un sacco di cose senza senso.â
âNon ti credo. Penso che tu sia molto serio.â Ora si stava infuriando, perché lui non stava prendendo lei sul serio, disse, âOk, questo mi ha fatto arrabbiare. Allora puoi lasciarmi da sola?â
âEro qui prima di te.â Non si arrese.
âHo bisogno del tavolo per lavorare. E poi, hai quasi finito il tuo caffè.â
Il suo volto si spense, spinse la sedia indietro e si alzò. Alla fine aveva vinto lei.
Disse, âResterò nei paraggi.â
âNon temporeggiare per meâ.
âTemporeggiare?â
âAspetta un attimo. Resta. Rimani dove non sei desiderato.â
âOh, sì, sei una scrittrice. Capisco.â
Raccolse la sua tazza di caffè, diede unâocchiata in giro nella stanza affollata e camminò fino a una sedia libera nellâangolo in fondo, vicino ai bagni. Lei notò di nuovo le larghe spalle e i fianchi stretti, una bella sagoma. Magari lo avrebbe intrattenuto unâaltra volta, quando sarebbe stata meno occupata.
O forse no.
PAUL SI CHIESE cosa stesse facendo con questa donna. Lei gli aveva fatto una semplice domanda qualche giorno prima e lui si era lasciato sfuggire cosa pensava: come poteva andare oltre, СКАЧАТЬ