Il Quadriregio. Frezzi Federico
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Читать онлайн книгу Il Quadriregio - Frezzi Federico страница 32

Название: Il Quadriregio

Автор: Frezzi Federico

Издательство: Bookwire

Жанр: Языкознание

Серия:

isbn: 4064066072339

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СКАЧАТЬ 75 dicendo:—O sacra dea, a cui mi fide?

      In prima, o Iove, occidermi ti piaccia;

       in prima, o Citarea, voglio morire,

       che alcun uomo mi tenga tra le braccia.—

      E per podermi ancor meglio tradire,

       80 'sciuccava gli occhi a sé con li suoi panni,

       nel cor mostrando doglia e gran martire.

      Chi creso arebbe che cotanti inganni

       e tanta falsitá adoperasse

       ninfa, che non parea di quindici anni?

      85 Io pregava Cupido che tirasse

       contro di lei omai il suo fiero arco

       e che al mio voler la soggiogasse.

      Ed io il vidi col balestro carco

       nell'aer suso in uno splendor chiaro,

       90 e ferirla mostrò con gran rammarco.

      Non fe' all'Amor la ninfa piú riparo,

       ma il capo biondo sul mio petto pose

       e che io l'abbracciassi mostrò caro.

      Allor Venus di rosse e bianche rose

       95 a lei ed anco a me risperse il petto;

       e poi sparí come ombra e si nascose.

      Quand'ella vide me seco soletto,

       cosí mirava intorno con sospiri

       come persona, quand'ella ha sospetto.

       p. 83

       100 —Perché, o ninfa mia, intorno miri?

       —diss'io a lei.—Deh! alza gli occhi belli,

       che hai nel viso, quasi duo zaffiri.

      Perché stai timorosa e non favelli?—

       Allor alzò la faccia a me e parlommi,

       105 'sciuccando gli occhi a sé co' suoi capelli.

      —Pel sommo Iove e per li dèi piú sommi

       per l'aere e 'l cielo, il qual nostr'amor vede,

       pel duro dardo il qual gittato fommi,

      ti prego, amante, che mi dia la fede

       110 che non m'inganni e che vogli esser mio,

       da ch'io son tua e Venus mi ti diede.

      Or ti dirò perché ho sospetto io:

       qui stan centauri e fauni incestuosi,

       turpi in ogni atto scostumato e rio.

      115 E stanno tra le selve qui nascosi,

       e qui la 'Nvidia maledetta anco usa

       con sue tre lingue e denti venenosi.

      Ed io temo lor biasmo e loro accusa;

       però pavento, e sai che colpa occolta

       120 innante ai numi e al mondo ha mezza scusa.

      Però, acciò che teco non sia còlta,

       prego che la partenza non sia dura

       a te, né anco a me per questa volta.—

      Un monte mi mostrò e:—Su l'altura

       125 —mi disse sta un boschetto; io lí verraggio

       a te, quando la notte sará oscura.—

      E, perché 'l suo consiglio parve saggio,

       io me partii; ma prima li die' il giuro

       d'amarla sempremai con buon coraggio.

      130 Ed ella del venir mi fe' sicuro.

       Cosí n'andai; e, quando al loco fui

       colla speranza del venir futuro,

      dissi pregando:—O Febo, i corsier tui

       movi veloci verso l'occidente,

       135 perché piú ratto questo dí s'abbui.

       p. 84

       E tu, Atlante, il ciel piú prestamente

       movi coll'alte braccia e grandi e forti,

       perché la notte giunga all'oriente.

      O cerchio obliquo, che i pianeti porti,

       140 fa' sí che entri il sole in Capricorno,

       che sia la notte lunga e il dí raccorti,

      acciò che tosto passi questo giorno

       e venga Ionia, che venire aspetta,

       quando sia notte, meco a far soggiorno.

      145 Io benedico il foco e la saetta,

       o dio Cupido, col qual m'hai ferito;

       e la tua madre ancor sia benedetta,

      che, quando con Minerva insú er' ito,

       per me avvocò ed ella mi ritorse;

       150 ed ella ha fatto ch'ancor t'ho seguíto.

      E qui al suo reame ella mi scorse

       ed hammi data Ionia, e che a me vegna

       n'aggio speranza senza nessun forse,

      e spero in te e 'n lei che mi sovvegna.—

      p. 85

       Indice

      Dove si tratta dell'inganno, che fu fatto all'autore dalla ninfa Ionia.

      E giá il chiaro sol sí calato era,

       che nell'altro emisperio a quello opposto

       faceva aurora e quivi prima sera.

      E, per meglio vedere, io m'era posto

       5 alto in un sasso e lí cogli occhi attenti

       stava sperando che venisse tosto.

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