Il Quadriregio. Frezzi Federico
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Читать онлайн книгу Il Quadriregio - Frezzi Federico страница 30

Название: Il Quadriregio

Автор: Frezzi Federico

Издательство: Bookwire

Жанр: Языкознание

Серия:

isbn: 4064066072339

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СКАЧАТЬ quando un loco a sé prende un contraro,

       l'altro contraro prende un loco opposto,

       e quanto posson tengon loco varo.

      70 E però, quando è ito il fin d'agosto,

       e che 'l dí manca e fassi qui il verno,

       allor che il sole in bassi segni è posto,

      nelle caverne, ch'Eolo ha 'n governo,

       s'inchiude il caldo. E di ciò dán certezza

       75 l'acque che stanno nell'alvo materno,

      che hanno il verno alquanto di caldezza,

       come si vede e come appare al senso;

       la state hanno sotterra piú freddezza.

      Sí che 'l vapor, in prima grosso e denso,

       80 convien che s'assuttigli e sparso cresca

       il verno, riscaldato ovvero accenso.

      Però dall'arto loco cerca ond'esca:

       cosí per le fissure e pori esala,

       e 'l sole il tira insino all'aura fresca.

      85 Lí ripercosso, poscia all'ingiú cala

       e fassi vento, e, dove luna il tira

       ovver Saturno, quivi move l'ala.

      Il vapor che rimane e che si aggira

       nel ventre della terra, perché appieno

       90 non può uscir del loco, ond'egli spira,

      ritorna addietro in fondo giú nel seno

       dell'alma terra; e però innanzi alquanto

       che sia il tremoto, ogni vento vien meno.

      E poi ritorna e con impeto tanto,

       95 venendo insieme, la terra percote,

       che la fa almen tremare in alcun canto.

      Questo è 'l tremoto, e voglio ch'ancor note

       che 'l vapor caldo inchiuso ha tal valore,

       che nulla cosa ritener il puote.

       p. 78

       100 Se fusse un monte qual tu vuoi maggiore,

       tutto d'acciaio dentro alla montagna,

       per mille parti ne uscirebbe fore.

      Cosí il vapor inchiuso in la castagna

       o in altra cosa, quando è riscaldato,

       105 convien che n'esca e quel che 'l tiene infragna.

      Io ho veduto giá ch'egli ha levato

       del loco un monte e fatta un'apertura

       sopra la terra con sí grande iato,

      che 'l re d'inferno avuta ha gran paura

       110 che non discenda insin laggiú il raggio

       e non illustri la sua patria oscura.

      E dico a te che anco veduto aggio

       Eolo re temere alcuna volta,

       quand'apre i monti e dá a' venti il viaggio.

      115 Egli escono con furia ed ira molta,

       quasi lioni o Cerbero feroce,

       quando si vide la catena sciolta.

      E discorrendo van per ogni foce;

       e, se si scontran due venti inimici,

       120 il turbo fanno, il qual cotanto nòce.

      Quest'è che gitta a terra li edifici

       con gran ruina e percuote li tetti,

       e svelle gli arbor dalle lor radici.—

      E giá poneva fine alli suoi detti,

       125 se non ch'io dissi:—Deh! di' se la luce

       del sol fa nell'inferno alcuni effetti.—

      Allor rispose:—Il sol, ch'è primo duce

       di ciò che nasce, pietre preziose,

       oro ed argento di laggiú produce.

      130 Ver è che Pluto tutte queste cose

       dona alla sposa sua, la quale è figlia

       di quella che l'andata a me impose.

      Io dirò a te una gran maraviglia:

       che d'oro mi mostrò un sí gran monte,

       135 che'ntorno gira piú di diece miglia.—

       p. 79

       E disse:—Io prego, quando lassú monte,

       che tu nol dichi agli uomini del mondo

       e d'esta mia ricchezza non racconte;

      ché son sí avari, che 'nsin quaggiú al fondo

       140 ei cavarieno a rubbar il tesoro,

       il qual m'è dato in sorte e qui nascondo;

      e son sí ghiotti e cupidi dell'oro,

       che giá han cavato ingiú trecento braccia:

       che non vengan quaggiú temo di loro.—

      145 E, detto questo, con la lieta faccia,

       ridendo, inchinò alquanto e disse:—Addio;—

       e poi n'andò come chi fretta avaccia.

      Alla mia scorta allora torna' io;

       e seguitaila insin all'oceáno

       150 per un viaggio molto aspero e rio.

      Nettuno a noi col suo tridente in mano

       venne risperso di marine schiume,

       sí che sua barba e 'l capo parea cano.

      Con lui vennon le ninfe d'ogni fiume,

       155 delle quali al presente non ne narro,

       ché 'n altra parte il contará il volume.

      Nettuno poi ne pose sul СКАЧАТЬ