Il Quadriregio. Frezzi Federico
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Читать онлайн книгу Il Quadriregio - Frezzi Federico страница 31

Название: Il Quadriregio

Автор: Frezzi Federico

Издательство: Bookwire

Жанр: Языкознание

Серия:

isbn: 4064066072339

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СКАЧАТЬ e solcòe 'l mar; e li mostri marini

       facean, mirando noi, al plaustro sbarro.

      160 Triton sonava, e li lieti delfini

       givan saltando sopra l'onde chiare,

       che soglion di fortuna esser divini.

      Poiché mostrato m'ebbe tutto il mare

       e che dell'acque la cagion mi disse,

       165 perché sotto son dolci e sopra amare,

      in terra ne posò e lí s'affisse,

       e fe' ballar per festa le sue dame:

       e poi dicendo:—Addio,—da noi partisse.

      Allor Venus andò al suo reame.

      p. 80

       Indice

      Del reame di Venere, e come le ninfe del medesimo reame dispiacquero all'autore, perché usavano atti disonesti d'amore; onde Venere il menò a ninfe piú oneste, ma piú piene d'inganno.

      Chi di Venus ben vuol saper il regno

       com'è disposto, sguardi pure agli atti;

       ché ogni balla si conosce al segno.

      Come gli uomini sonno dentro fatti,

       5 nell'opera di fuor si manifesta:

       quella è che mostra i saggi ed anco i matti.

      Poiché passata avemmo una foresta,

       io vidi il regno suo piú oltra un poco

       e gente vidi quivi in gioia e festa.

      10 Ed in quel regno quasi in ogni loco

       eran distinte ninfe a sorte a sorte

       in balli e canti ed in solazzi e gioco.

      Quando si funno di Ciprigna accorte:

       —Ecco la nostra dea—dissono alquante,—

       15 che torna a suo reame ed a sua corte.—

      Ben mille ninfe allor venneno avante,

       di rose coronate e fior vermigli,

       vestite a bianco dal collo alle piante.

      E de' loro occhi e dell'alzar de' cigli

       20 Cupido fatto avea le sue saette

       e l'ésca, con la qual gli amanti pigli;

      ché quelle vaghe e belle giovinette

       con que' sembianti moveano lo sguardo,

       che fa la 'manza che assentir promette.

      25 Non era lí mestier pregar che 'l dardo

       traesse dio Cupido a far ferita

       o ch'egli al suo venir non fosse tardo;

       p. 81

       ch'ognuna mi parea che senza invita,

       solo al mirar e ad un picciol cenno,

       30 che nella vista sua mi dicesse:—Ita.—

      Poiché diversi balli quivi fenno

       'nanti a Ciprigna con canti esquisiti

       e misurati suon con arte e senno,

      io vidi dame e vidi ermafroditi,

       35 uomini e donne insieme, venir nudi,

       ove natura vuol che sien vestiti.

      Al viso con le man mi feci scudi

       per non vedergli; ond'ella:—Perché gli occhi

       —mi disse—colle man cosí ti chiudi?—

      40 Risposi a lei che gli atti turpi e sciocchi

       e ciò che vuol natura che sia occolto,

       enorme par che 'n pubblico s'adocchi.

      Ed ella a me:—Un luoco dista molto,

       ove tengo mie ninfe tanto oneste,

       45 che, solo udendo amor, le arroscia il volto;

      talché, quando Diana fa sue feste

       o va alla caccia tra luochi selvaggi,

       spesso vuole che alcuna io gli ne preste.

      Li sta la ninfa, la qual voglio ch'aggi,

       50 la qual, perché non gissi, io ti mostrai

       a lato a me tra gli splendenti raggi.—

      Partissi allora, ed io la seguitai

       insino a quelle, e di tant'eccellenza

       Natura ninfe non formò giammai.

      55 Né Fiandra, né Roma, ovver Fiorenza,

       né leggiadria giammai che di Francia esca,

       mostrâro ninfe di tant'apparenza.

      D'una di quelle Amor mi fece l'ésca

       ad ingannarmi, e fui preso sí come

       60 uccello o all'amo pesce che si pesca.

      Venere Ionia la chiamò per nome.

       Allor dall'altre venne la donzella

       con la grillanda su le bionde chiome.

       p. 82

       E, come va per via sposa novella

       65 a passi rari e porta gli occhi bassi

       con faccia vergognosa e non favella,

      cosí la falsa moveva li passi

       per ingannarmi e, quando mi fu appresso,

       mi riguardò; ond'io gran sospir trassi.

      70 Venere disse a lei:—Io ho promesso

       a questo giovinetto che ti guide:

       a lui ti diedi ed or ti dono ad esso.—

      Sí come putta che piangendo ride

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