Minaccia Primaria: Le Origini di Luke Stone—Libro #3. Джек Марс
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Название: Minaccia Primaria: Le Origini di Luke Stone—Libro #3

Автор: Джек Марс

Издательство: Lukeman Literary Management Ltd

Жанр: Триллеры

Серия:

isbn: 9781094305660

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СКАЧАТЬ abituato a prendere decisioni esecutive. Oltretutto lui e Dixon concordavano su molti argomenti. Insieme potevano formare un fronte unito.

      Tutti sapevano che Thomas Hayes aveva delle mire sulla presidenza, e andava bene così. Poteva anche prendersela, per quel che riguardava Clement Dixon. Il suo vice presidente era alto, affascinante e intelligente, e trasmetteva un senso di autorità. E tuttavia la cosa più prominente in lui era il suo grosso naso. La stampa nazionale aveva già iniziato a prenderlo in giro.

      Aspetta, Thomas, pensò Dixon. Aspetta solo di diventare presidente. I vignettisti politici disegnavano l’attuale capo di stato come un professore distratto, a metà tra Mark Twain e Albert Einstein, con la loro aria trasandata ma senza il semplice senso dell’umorismo e l’intelligenza penetrante che li contraddistingueva.

      Se la sarebbero spassata con il grosso naso di Thomas.

      All’estremità opposta del tavolo si trovava un uomo alto in uniforme verde militare, un generale a quattro stelle di nome Richard Stark. Era magro e in gran forma, come il maratoneta che di sicuro era, e aveva un viso che sembrava scolpito nella pietra. I suoi occhi erano quelli di un cacciatore, un leone oppure un falco. Parlava con assoluta certezza. Dava l’impressione di essere matematicamente sicuro di ogni sua opinione e delle informazioni riportate dai suoi sottoposti. Non aveva il benché minimi dubbio nella capacità dell’esercito americano di risolvere con la violenza qualsiasi problema, a prescindere da quanto fosse spinoso o complicato. Stark era praticamente una caricatura di se stesso. Sembrava che non avesse mai avuto un momento di incertezza nella sua vita. Come si diceva?

      Spesso errato, mai nel dubbio.

      “Me lo spieghi di nuovo,” gli domandò.

      Riuscì quasi a percepire i gemiti silenziosi nella sala. Anche lui detestava doverselo far spiegare di nuovo. Odiava quello che aveva recepito, e non gli piaceva essere costretto a scenderci a patti. Non avrebbe voluto farlo.

      Stark annuì. “Sissignore.”

      Usando un lungo puntatore di legno il generale indicò una mappa sul grande schermo. La mappa mostrava la regione del North Slope in Alaska, un ampio territorio che si estendeva a nord dello stato, all’interno del circolo polare artico e confinante con il Mar Glaciale Artico.

      C’era un puntino rosso nell’oceano appena a nord della costa. La zona era segnalata con il nome di ANWR, che Dixon sapeva stare per Arctic National Wildlife Refuge. Lui era stato uno degli attivisti che avevano lottato per decenni perché quell’importante regione fosse difesa dalle esplorazioni petrolifere e dalle trivellazioni.

      Il generale ricominciò:

      “La piattaforma petrolifera Martin Frobisher, di proprietà dell’Innovate Natural Resources, si trova qui, nell’oceano a dieci chilometri nord dell’Arctic Wildlife Refuge. Non abbiamo il conteggio esatto degli uomini presenti sulla piattaforma al momento dell’attacco, ma sappiamo che in qualsiasi momento all’incirca novanta uomini vivono e lavorano nello stabilimento e nella piccola isola artificiale che lo circonda. La piattaforma è attiva ventiquattro ore al giorno, trecentosessantacinque giorni all’anno, anche nelle condizioni atmosferiche più severe.”

      Si interruppe e fissò Dixon.

      Il presidente fece un movimento circolare con una mano.

      “Ho capito. La prego, continui.”

      L’altro annuì. “Poco più di trenta minuti fa, un gruppo di uomini sconosciuti e pesantemente armati ha attaccato la piattaforma e l’accampamento circostante. Sono arrivati in barca, su un falso tender per il trasporto dei dipendenti, con la scusa di trasportare alcuni operai sull’isola. Un numero indefinito di dipendenti è stato ucciso e preso in ostaggio. Secondo i nostri primi dati, desunti dalle riprese audio e video, gli invasori sono stranieri, anche se ancora non è chiaro da dove vengano.”

      “Che cosa lo suggerisce?”

      Stark scrollò le spalle. “Non sembra che parlino inglese. Anche se non abbiamo ancora una ripresa audio davvero chiara, i nostri esperti linguistici credono che parlino in qualche dialetto est-europeo, probabilmente slavo.”

      Dixon sospirò. “Russo?”

      Il giorno che aveva assunto quel lavoro ingrato, anzi, pochi minuti dopo aver prestato giuramento, aveva unilateralmente deciso di ritirare l’esercito americano da un confronto con i russi, che avevano ricambiato il favore ritirando il loro. Quel gesto gli era valso aspre critiche da parte delle fazioni più bellicose del suo paese. Se i russi avevano cambiato idea e ora li stavano attaccando…

      Stark scosse piano la testa. “Non siamo ancora certi, ma crediamo di no.”

      “Questo restringe il cerchio,” disse Thomas Hayes.

      “Abbiamo idea di cosa vogliano?” domandò Dixon.

      A quella domanda il generale fece un cenno di diniego molto più deciso. “Non ci hanno ancora contattato, e rifiutano di rispondere ai nostri tentativi di comunicazione. Abbiamo mandato degli elicotteri d’assalto a sorvolare il complesso, ma escludendo qualche incendio il posto sembra deserto. I terroristi, così come i prigionieri, devono essere all’interno della piattaforma o negli edifici circostanti, lontani da sguardi indiscreti.”

      Si fermò.

      “Immagino che voglia intervenire e riprendersi la piattaforma con la forza,” suppose Dixon.

      Stark scosse di nuovo la testa. “Purtroppo è impossibile. Siamo sicuri al cento percento di poterci riprendere l’impianto, ma se avanzassimo in forze metteremmo in pericolo le vite degli uomini presi in ostaggio. Oltretutto, la struttura ha una natura sensibile, e se effettuassimo un contrattacco su larga scala, rischieremmo di attirare su di essa l’attenzione del pubblico.”

      Diverse persone nella sala iniziarono a mormorare.

      “Ordine,” disse il generale, senza alzare la voce. “Ordine, per favore.”

      “Okay,” commentò Dixon. “Mi arrendo. In cosa consiste la sua natura sensibile?”

      L’altro lanciò uno sguardo a un uomo con gli occhiali seduto a metà del tavolo rispetto al presidente. Sembrava più vicino ai quaranta che ai trenta, ma qualche chilo di troppo gli dava quasi un aspetto da cherubino. Il suo viso era serio. Per forza, era in riunione con il presidente degli Stati Uniti.

      “Signor presidente, sono il dottor Fagen del Dipartimento degli Interni.”

      “Va bene, dottor Fagen,” lo spronò Dixon. “Ci dica tutto.”

      “Signor presidente, la piattaforma Frobisher, anche se di proprietà della Innovate Natural Resources, è joint venture tra le Innovate, la ExxonMobil, la ConocoPhillips e l’Ufficio degli Stati Uniti per la Gestione del Territorio. Gli abbiamo concesso l’autorizzazione per eseguire il procedimento noto come perforazione orizzontale.”

      Sullo schermo, l’immagine cambiò. Ora mostrava un disegno animato di una piattaforma petrolifera. Sotto lo sguardo del presidente, una trivella calò giù dalla piattaforma, sotto la superficie dell’oceano, verso il fondale marino. Una volta arrivata sotto terra, la trivella cambiò direzione, girando di novanta gradi e iniziando a muoversi orizzontalmente nello strato roccioso. Dopo poco raggiunse una macchia nera sotto terra e il petrolio nella zona iniziò a fluire di traverso oltre la punta della trivella fino al condotto alle sue spalle.

      “Invece СКАЧАТЬ