Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 9. Edward Gibbon
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СКАЧАТЬ dalla retta credenza, contenuta nel Nuovo Testamento, onde vennero appunto le denominazioni, Ortodossi ed Eterodossi, Cattolici ed Eretici. Le decisioni de' Concilii generali determinanti l'Ortodossia, vale a dire il sistema dei retti giudizii, intorno la divinità di Gesù Cristo, non discordarono fra loro, e spiegando rettamente e di pien diritto l'Evangelo fissarono le cose dogmatiche, che il popolo doveva credere al sorgere che facevano le torte opinioni particolari, vale a dire, le eresie di alcuni Vescovi, e preti, adunati anche in Concilii detti Conciliaboli per distinguerli dai Concilii legittimi ed Ortodossi. (Nota di N. N.)

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Era naturale, che i seguaci d'una religione, fondata da Gesù Cristo, dal Verbo incarnato, vale a dire dalla divina Intelligenza fatta Uomo, facessero intorno la natura del loro Fondatore ricerche, e ragionamenti, dei quali l'autorità de' Concilii generali, definitivamente decise. Ma se i Cristiani occupavansi da una parte de' dogmi (greco vocabolo che sebbene significhi opinationes, placita, i teologi prendono quali cose rivelate, e dai Concilii definite) fondamentali della religione, non trasandavano mai le leggi, ed i precetti del Fondatore intorno la morale, poichè sappiamo dalla storia che lo stesso Imperatore Giuliano, il quale circa la metà del quarto secolo nel brevissimo suo regno si studiò molto di abbattere il Cristianesimo, cui era avverso, siccome ad una innovazione religiosa, proponeva tuttavia i Vescovi siccome modelli di buona morale a' Sacerdoti del Politeismo. (Nota di N. N.)

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D'onde comincierò io per dimostrare la giustezza e l'esattezza di queste ricerche preliminari che mi sono ingegnato di circoscrivere ed abbreviare per quanto si potea? Se proseguo a citare dopo ciascun fatto, e dopo ogni riflessione, quel documento che me ne attesta la verità, sarà d'uopo che ad ogni linea io riporti una lista di testimonianze, ed ogni nota diventerà una dissertazione; ma Petavio, Le Clerc, Beausobre e Mosemio compilarono, esposero, schiarirono quei passi innumerabili degli antichi autori, che io pure ho letto in originale. Mi contenterò a fortificare la mia narrazione col nome e col credito di scorte sì rispettabili, e qualora si tratterà di cosa che difficilmente si possa diciferare, o che sia troppo rimota da noi, non avrò rossore di chiamare in aiuto altri occhi più penetranti de' miei: 1. i Dogmata Theologica di Petavio stordiscono la mente nostra per l'immensità del disegno dell'opera non che della fatica che gli costò. Solamente i volumi che trattano dell'Incarnazione (due in foglio, il quinto ed il sesto, di 837 pagine) son divisi in sedici libri; il primo è storico, gli altri espongono la controversia e la dottrina. Vastissima e sicura è l'erudizione, pura la latinità, chiaro il metodo, gli argomenti trattati con profondità e connessione di ragionamento; ma l'autore è ligio ai Padri della Chiesa, è il persecutore degli Eretici, il nimico della verità e del candore ogni qual volta queste qualità nuocono agli interessi della parte cattolica. 2. L'Arminiano Le Clerc, che ha pubblicato un volume in quarto (Amsterdam 1716) sull'istoria ecclesiastica dei due primi secoli, pel suo carattere e per la condizione è scevero d'ogni servitù; il suo ingegno è limpido, ma poco estese ne sono le forze; egli riduce la ragione, o la stoltezza dei secoli ai confini del proprio giudizio; qualche volta ha potuto la sua opposizione ai sentimenti dei Padri sostenere, ma spesso ancora traviare la sua imparzialità. Veggasi quello che dice dei Cerintii (LXXX), degli Ebioniti (CIII), dei Basilidiani (CXXIII), dei Marcioniti (CXLI), etc. L'Istoria critica del Manicheismo (Amsterdam, 1734-1739, in due volumi in quarto con una dissertazione postuma sopra i Nazarei; Losanna 1745) contiene cose preziosissime intorno alla filosofia e alla teologia degli antichi. Con un'arte mirabile viene svolgendo quel dotto Storico il filo sistematico della opinione, e veste a quando a quando le sembianze d'un Santo, d'un saggio o d'un eretico, ma sovente eccessive ne sono le acutezze, e pare trascinato da un sentimento di generosità a favorire la parte più debole: mentre si premunisce con tanta cura contro la calunnia, non valuta abbastanza gli effetti della superstizione e del fanatismo. Coll'indice curiosissimo di quel libro potranno i lettori investigare quegli articoli che loro piaccia d'esaminare. 4. Lo storico Mosemio, meno profondo di Petavio, meno independente di Le Clerc, meno ingegnoso di Beausobre, non manca di nulla, è ragionevole, preciso e moderato. Veggasi nella sua dotta opera (De rebus Christianis ante Constantinum; Helmstadt, 1753, in quarto) come parli dei Nazarei, e degli Ebioniti (p. 172-179, 328-332), dei Gnostici in generale (p. 179, etc.), di Cirinto (p. 196-202), di Basilide (p. 552-361), di Carpocrate (p. 363-367), di Valentino (p. 371-389), di Marcione (p. 404-410), de' Manichei (pag. 829-837, etc.).

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Il nome Nazareni fu dato sulle prime a' seguaci di Cristo, e divenne poco dopo quello di una Setta particolare di Ebrei, la quale voleva, che si osservasse la legge di Mosè, e nello stesso tempo si onorasse Gesù Cristo come Uomo giusto, e come il maggiore di tutti i Profeti, nato secondo alcuni di loro da una Vergine, e secondo altri da Giuseppe nello stesso modo onde nascono gli altri uomini; erano seguaci di Cristo in un modo ereticale, e questi conciliatori furono condannati dai veri credenti cristiani per la loro falsa opinione, e poi anche dagli Ebrei perchè muovevano dubbii sulla autenticità dei libri di Mosè, di cui per altro riconoscevano la divina missione. Il nome Ebioniti in ebraico significa poveri, e fu dato ad una specie di primitivi cristiani eretici, che adottavano i sentimenti de' Nazareni aggiungendo alcuni errori, ed alcune pratiche. Origene, scrittore antico ecclesiastico, distinse due specie di Ebioniti. La pura, e vera divinità di Gesù Cristo era stata riconosciuta da S. Pietro alla presenza dei discepoli. Gesù Cristo li interrogò per sapere che dicessero gli uomini di lui; ed i discepoli gli risposero, che alcuni lo stimavano Giovanni Battista, alcuni Elia, altri Geremia, o alcun altro de' Profeti: al che soggiunse Gesù Cristo: chi poi mi credete voi? Allora Simon Pietro rispose: tu sei Cristo figlio di Dio vivo: e allora Cristo gli disse: sei fortunato assai, o Simone, poichè il sangue e la carne non ti rivelarono ciò, ma mio Padre ch'è ne' Cieli (S. Matteo c. 16). Questa credenza espressa da S. Pietro, e confermata dalla sanzione dell'Uomo-Dio, rimase, e si conservò sempre nei discepoli, che ne vedevano nuove prove ne' miracoli: essi la sparsero, e ne venne il dogma principale de' veri credenti; quindi tanto i Nazareni che gli Ebioniti furono condannati; ciò forma una prova, che anche in quel tempo primitivo la vera società cristiana credeva la Divinità del suo Fondatore, e riguardava questo dogma come un articolo fondamentale della sua religione. (Nota di N. N.)

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Και γαρ παντες ημεις τον χριστον ανθρωπον εξ ανθρωπων προσδοκωμεν γενησεσθαι, imperocchè tutti noi speriamo che il Cristo nascerà mortale da mortali, dice Trifone Ebreo (Giustino, Dialog., p. 207) in nome de' suoi concittadini; e quegli Ebrei moderni, che rinunciano ai pensieri di ricchezza per attendere alle cose della religione, serban tuttavia lo stesso linguaggio, e allegano il senso letterale dei Profeti.

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S. Grisostomo (Basnagio, Hist. des Juifs t. V, c. 9, p. 183) e S. Atanasio (Petavio, Dogm. Teolog. t. V, l. I, c. 2, p. 3) son ridotti a confessare che Cristo esso stesso o i suoi Apostoli rare volte parlano della sua Divinità.

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La divina natura di Gesù Cristo era appunto nella persona di un Uomo, che perciò era un Uomo-Dio: tale è il modo ammirabile che forma un mistero venerando, onde Dio volle operare la redenzione de' credenti: ma d'altra parte Gesù Cristo co' miracoli mostrava, lui esser Dio, e gli Ebrei dovevano convincersene. (Nota di N. N.)

8

In Socrate si vede un grande Filosofo, che, quasi quattro secoli prima di Gesù Cristo, conosceva e mostrava alla greca gioventù gli errori della religione del suo tempo, e del suo Paese, e ad un'ora l'esistenza di un solo Essere Supremo colla sola ragione, senza rivelazione, onde fu da sacerdoti politeisti accusato, e messo a morte, malgrado la buona morale che insegnava: ma in Gesù Cristo forz'è riconoscere a chiari caratteri un Uomo-Dio. (Nota di N. N.)

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Non esistevano negli esemplari degli Ebioniti i due primi capitoli di S. Matteo (Sant'Epifanio, Haeres., XXX, 13); e la concezion miracolosa è uno degli ultimi articoli che il Dottor Priestley ha esclusi dalla sua profession di fede già senz'altro assai breve.

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È molto verosimile, che fosse СКАЧАТЬ