Un bel sogno. Cagna Achille Giovanni
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Название: Un bel sogno

Автор: Cagna Achille Giovanni

Издательство: Public Domain

Жанр: Зарубежная классика

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СКАЧАТЬ erano detto tutto?.. Chi lo sa; chi potrebbe dire sin dove si sarebbero arrestati? ma non era prudente lʼabusare dellʼoccasione, tanto più che poco dopo sopraggiunse Letizia.

      – Ben venuto signor Ermanno, sclamò Letizia sorridendo, meno male che ella si sia ricordato dei torti che aveva da riparare – Laura era con lei indignata, ma a quanto vedo la mia buona cugina pecca per troppa indulgenza.

      – Si fu perchè sua madre non istava bene, disse tosto Laura.

      – Madamigella Letizia sa meglio di me che non mi faccio troppo pregare per venire in casa sua.

      – Oh per me, rispose Letizia, non ci fo gran caso, sono sì bene abituata alle sue stranezze che non mi sarei stupita se anche questa sera non fosse venuto.

      In quel momento entrò Alfredo, il quale fece pure ad Ermanno i suoi rimproveri aggiungendo:

      – Però quello che non si fece ieri, si può fare oggi. Volete signorine che andiamo in carrozza?

      – In carrozza! osservò Laura, non sarebbe meglio a piedi?

      – E sia pure, disse Letizia, che glie ne pare signor Ermanno?

      – Per me sono a loro disposizione, comandino…

      – Allora è inteso, non faccio attaccare, chiese Alfredo.

      – Letizia, disse Laura, vedi se mamma vuol venire, ed anche lo zio.

      – Non darti pensiero per mio padre, tu lo sai a questʼora egli si dispone per recarsi al suo inevitabile caffè. Sì dicendo Letizia uscì di sala. Rimasero soli sul balcone Alfredo, Ermanno e Laura; il primo sempre distratto come al solito, si mise a canterellare unʼarietta, guardando sbadatamente nella via. Ermanno e Laura erano seduti di fronte, e si dicevano tante cose cogli occhi.

      V

      Letizia ritornò ad interrompere quella mutua contemplazione annunziando che anche la madre di Laura avrebbe preso parte alla passeggiata; e difatti dopo pochi istanti madama Ramati comparì in sala ove trovò tutti disposti alla partenza. La sera era fresca, ed eccitava al passeggio; presero la via per recarsi nel viale fuori di città.

      La comitiva si dispose così: Laura diede il braccio al cugino Alfredo, Letizia restò indietro colla zia ed Ermanno.

      La madre di Laura era una vera gentildonna per modi distinti, aveva una certa conoscenza con Ermanno, epperciò non vi mancava lʼelemento alla conversazione.

      Naturalmente il discorso cadde su Laura, e lasciamo supporre quanto gradevole fosse questo tema ad Ermanno. Se si volesse poi sapere di che parlavano Alfredo e Laura che precedevano gli altri di qualche passo, è facile immaginarlo. – Le donne hanno un certo tatto istintivo per far cadere il discorso su ciò che loro piace senza che chi parla se ne accorga menomamente. – Appena Laura si era appoggiata al braccio di Alfredo trovò, modo di toccargli la corda debole parlandogli cioè di Ermanno; Alfredo cadde subito a quel primo attacco, e ne disse fino allʼentusiasmo in favore dellʼamico.

      – Sarà debolezza, aggiungeva, ma Ermanno mi è tanto simpatico, che se io fossi una donna, me ne innamorerei perdutamente.

      – Fortuna per lui che non avrà bisogno di te per avere delle innamorate.

      – Tʼinganni, tʼinganni dʼassai; in fatto dʼamore il mio amico è del tutto profano.

      – Odia forse le donne?

      – Tuttʼaltro, nella carriera che percorre, si trova di sovente a contatto colle signore, ma nessuna che io sappia gli inspirò qualche cosa più di un poʼ di cortesia. – È troppo concentrato nellʼarte sua della quale egli se nʼè formata una amante; non vive che per la musica.

      – Ma, ribatteva Laura, non mi sembra vero che un giovinotto, unʼartista non celi in seno qualche fiammetta…

      – Eppure credimi la è proprio così; diamine io che gli sono sempre ai fianchi, dovrei saperlo. Di giorno non esce che per le sue lezioni, del resto se ne sta sempre al pianoforte. Se talvolta a forza di preghiere si lascia trascinare in qualche concerto o serata musicale, fa propriamente un sacrifizio. Egli non ama la società; è nemico dei clamori; per chi non lo conosce sembra un selvaggio, ma chi lo frequenta riconosce in lui un giovane pieno di talento e di modestia.

      – Lo credo perchè me lo dici, sclamò Laura, ma pare davvero impossibile che un giovane così amabile e distinto non cerchi qualche conforto in unʼaffetto – Si è tanto felici quando si ama.

      – Ma mia cara, per uno della tempra di Ermanno lʼamore si trova ma non si cerca.

      – Chissà che un giorno…

      – Sarà difficile, e sinceramente non gliene farei augurio…

      – Perchè mai?

      – Mio Dio, la fedeltà è tanto rara al giorno dʼoggi, ed Ermanno è una di quelle nature che amando si legano corpo ed anima…

      – In questo caso, che male ci sarebbe?

      – Che male? il ciel lo guardi! Se per disgrazia sʼinnamorasse, e venisse poi deluso, credo che si darebbe alla disperazione.

      – Ma cugino mio, non tutte le donne sono leggiere, ve nʼha di quelle che possono dedicare lʼintera loro vita al culto di un solo ed unico affetto.

      – Sì ve ne sono tali donne, ma nei Romanzi…

      – Oh! senti, non dubitare così, ciò mi fa dispiacere; secondo voi altri noi saressimo lʼincostanza personificata.

      – Via via, cuginetta, non adirarti meco; se vuoi che ci creda, crederò; ma solamente per farti piacere.

      Di questo passo si giunse al pubblico passeggio, ivi lʼordine della comitiva si sciolse; Letizia si unì a Laura, Alfredo prese il posto di Letizia accanto alla zia a cui chiese:

      – Ebbene è ella stanca della passeggiata?

      – Tuttʼaltro, non mi sono neanche accorta dʼaver fatto tanta strada, mi trovo in sì buona compagnia!..

      Il complimento era diretto ad Ermanno, che glie lo restituì nel modo il più lusinghiero.

      – Nipote, disse madama Ramati ad Alfredo, quando ti verrà occasione di recarti a Milano, tʼimpegno a condur teco il signor Ermanno; ha promesso di venire.

      Ermanno sorrideva con aria di rifiutarsi, e madama soggiunse:

      – Sicuramente, badi che io conto con scrupolo sulle promesse, o che verrà colle buone, o le faremo venire per forza.

      – Si accerti, o signora, rispose Ermanno, non vi sarà questa necessità. – Mi procurerò un giorno questo piacere.

      Le due giovinette intanto si erano di molto allontanate; pareva che parlassero di qualche cosa ben importante, perchè si portarono alla distanza da non essere udite. – Laura volgevasi spesse volte indietro; indi si rimetteva a parlare gesticolando in modo che tradiva la sua contentezza. Che mai diceva essa alla cugina per discorrere con tanta enfasi? e perchè Letizia ascoltava col labbro atteggiato ad un sorriso malizioso? – Le donne, e le ragazze specialmente, abusano spesso di confidenza verso le loro amiche; un primo amore, il primo palpito del cuore, è un peso troppo grave per una fanciulla, perchè possa СКАЧАТЬ