Mezzo secolo di patriotismo. Bonfadini Romualdo
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Название: Mezzo secolo di patriotismo

Автор: Bonfadini Romualdo

Издательство: Public Domain

Жанр: Зарубежная классика

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СКАЧАТЬ stretta quella viuzza che, come nota il compianto Cusani, obbligò il celebre architetto di Tomaso Marino a costruire questa fronte del suo palazzo senza euritmia; cosa che ognuno può verificare od avrà verificato, notando che la porta centrale ha otto finestre a diritta e soltanto sei a sinistra, per potere collocare quella porta d'ingresso in faccia alla contrada dell'Agnello e sottrarla all'oscura strettoia, per cui nessun rotabile avrebbe potuto passare.

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      Narra il Constant nelle sue Memorie, che questo musico aveva spinto allora la sua singolare impertinenza fino a rispondere: “Signor général, si c'est oun bon air qu'il vous faut, vous en trouverez oun excellent, en faisant oun petit tour de jardin.„ Il Marchesi, per questa audace risposta, era stato messo in prigione.

      2

      Morì d'improvviso, mentre sedeva ad un pranzo che il ministro Talleyrand aveva offerto ai più distinti italiani. Fu l'ultimo dei patrizj milanesi, che da S. Carlo in poi avevano retto, senza interruzione, la diocesi ambrosiana. Era uomo di alta rispettabilità e di grande influenza.

      3

      Anzi il Coppi (Annali d'Italia) afferma che la Consulta in una seduta avesse già nominato il Melzi Presidente e l'Aldini Vice-Presidente.

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      Termometro politico, anno 1796.

      5

      Ha la data del 26 gennajo 1802, anno I.º

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      Cusani, VI, pag. 165 e 318.

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      Du Casse, <

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Narra il Constant nelle sue Memorie, che questo musico aveva spinto allora la sua singolare impertinenza fino a rispondere: “Signor général, si c'est oun bon air qu'il vous faut, vous en trouverez oun excellent, en faisant oun petit tour de jardin.„ Il Marchesi, per questa audace risposta, era stato messo in prigione.

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Morì d'improvviso, mentre sedeva ad un pranzo che il ministro Talleyrand aveva offerto ai più distinti italiani. Fu l'ultimo dei patrizj milanesi, che da S. Carlo in poi avevano retto, senza interruzione, la diocesi ambrosiana. Era uomo di alta rispettabilità e di grande influenza.

3

Anzi il Coppi (Annali d'Italia) afferma che la Consulta in una seduta avesse già nominato il Melzi Presidente e l'Aldini Vice-Presidente.

4

Termometro politico, anno 1796.

5

Ha la data del 26 gennajo 1802, anno I.º

6

Cusani, VI, pag. 165 e 318.

7

Du Casse, Mémoire et Correspondance du Prince Eugène.

8

Fra queste bisogna mettere in prima linea l'interesse vivo e costante che portò ai nuovi metodi inglesi d'istruzione e di educazione. Fu lui che acquistò nel 1812 da un Luigi Piccaluga l'antico convento di S. Maria delle Grazie in Lodi, per insediarvi appunto una di quelle istituzioni didattiche, venute più tardi in gran riputazione fra noi, sotto la denominazione di Dame inglesi. I suoi eredi e successori continuarono e completarono in questa materia le intenzioni del loro glorioso antenato; e nel 1830 il duca Gio. Francesco cedette, con pubblico istromento, alla signora Maria Cosway, rappresentata da don Palamede Carpani, allora consigliere ispettore delle scuole elementari, tutto l'edificio di Lodi, in cui ebbe sede d'allora in poi, e mantenne alto il principio educativo, l'Istituto chiamato appunto delle Dame Inglesi.

9

Il nobile Felice Calvi, vice-presidente della Società Storica Lombarda.

10

Al generale Fontanelli diceva Napoleone, passando in rassegna nel 1813 la sua divisione “con centomila soldati pari ai vostri, Eugenio sarebbe già sul Danubio.„

11

Federico Coraccini, Storia dell'Amministrazione del Regno d'Italia durante il dominio francese.

12

Archivio Melzi d'Eril.

13

Archivio Melzi.

14

Archivio Melzi.

15

Francesco Cusani, Storia di Milano, vol. II, cap. 35.

16

Archivio Melzi.

17

Id. ibid.

18

Una lettera scritta a Melzi dal Vicerè proprio il 20 aprile, e quindi tre giorni dopo che Melzi aveva presentato il suo programma al Senato, gli diceva che avendo letto sul Moniteur del giorno 12 l'abdicazione dell'Imperatore, aveva scritto subito ai Sovrani Alleati, raccomandando loro l'indipendenza del Regno Italiano. Aggiungeva di sapere che specialmente l'Imperatore di Russia gli era favorevolissimo e s'era espresso nel più simpatico modo coll'imperatrice Giuseppina. La lettera si conserva, con molti altri autografi importantissimi, nell'archivio della famiglia.

Anche il Cusani, degnissimo di fede, racconta nella sua storia (Vol. VII, cap. 34) d'avere udito dal conte B. Colleoni, che fino dal 1812 abitava Parigi ed era intimissimo dell'ex-imperatrice Giuseppina, far menzione parecchie volte delle promesse di Alessandro, e ricordare lo sdegno di lui alla notizia della rivoluzione di Milano, che gli tolse di patrocinare la causa del Vicerè.

19

Corresp. T. VII, pag. 478.

20

Per una inesattezza, che è, bisogna dirlo, affatto eccezionale nel diligente Cusani, questi asserisce nella sua storia che “sopraggiunti Veneri e Guicciardi, confermarono il racconto, insistendo sull'imminente pericolo del Prina.„ Ora questo può essere pel Veneri, ma pel Guicciardi certamente non è, giacchè il Guicciardi era partito col senatore Castiglioni, fin dal 18 per Mantova, dove giunsero il 19, e fu lì, e alla stessa presenza del principe Eugenio, ch'essi udirono i fatti occorsi a Milano, riferiti al principe dai fuggitivi ministri, Vaccari e Méjean.

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