La messa di nozze; Un sogno; La bella morte. Federico De Roberto
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Название: La messa di nozze; Un sogno; La bella morte

Автор: Federico De Roberto

Издательство: Bookwire

Жанр: Языкознание

Серия:

isbn: 4064066071837

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СКАЧАТЬ bisognava averla conosciuta nelle circostanze ordinarie, insieme con l'uomo a cui appartiene. Quando tu t'innamori della donna d'un altro, cominci col vedere costui al suo fianco, lo hai già visto prima d'innamorarti, lo hai udito chiamarla per nome, dirle parole dolci, trattarla come cosa propria: tu non puoi dunque dolerti di questa condizione preesistente, conosciuta ed inevitabile. Puoi soffrire, più tardi, quando quella creatura è tua, perchè non è tutta tua; ma ti rassegni, naturalmente; non ti costa troppo rinunziare al possesso esclusivo, ad un bene impossibile, che immagini soltanto, che non hai provato. E allora il pensiero egoista, il sentimento volgare, il compiacimento del ladro che ride del derubato, ti è di conforto; allora tu pensi che se un altro, esercitando il suo diritto di proprietà, t'impedisce d'avere tutta per te la creatura amata, tu lo punisci, ti vendichi, ingannandolo, portandogli via una parte del suo bene. Ma io, pensa, io non le ho visto mai nessuno d'intorno, non ho neppur creduto sulle prime che fosse d'un altro, e quando l'ho dovuto ammettere, ho saputo che costui era lontano, enormemente, in un paese quasi favoloso, ubi sunt leones. Io non posso persuadermi d'averla portata via a nessuno, se l'ho trovata sola, abbandonata a sè stessa, padrona delle sue mosse, se non ho dovuto nascondermi da nessuno, se ho dovuto trionfare della sua resistenza soltanto. Che ella appartenesse ad un altro, non è stato mai per me un fatto presente, visibile, tangibile: è stata una cosa perduta nel passato e nel futuro, nel tempo lontano del suo matrimonio, quando non la conoscevo ancora, in quello di là da venire della loro riunione. La sola cosa presente, visibile, tangibile, è stato il mio possesso. Io ho avuto questa donna per me, ti dico; tutta, per me solo, due anni; io sono andato a stabilirmi a Firenze per averla accanto, per lavorare a riprodurre la sua forma divina. Attraversavo una crisi terribile, col cuore vuoto ed il cervello esausto; non sapevo fare più nulla, mi sentivo vecchio ed inutile, avevo un cimitero dentro di me e la morte dinanzi. Non credevo mai più di finire il monumento a Mazzini; covavo da anni un germe d'idea per la statua dell'«Azione» senza potergli dare il grado di calore necessario perchè si schiudesse, senza trovare il modello che incarnasse il tipo immaginato. Ella è stata la mia ispirazione, mi ha ridato la fiducia, l'energia, tutta una nuova giovinezza. L'«Azione», è lei; la «Diana» dell'esposizione di Venezia è lei, la «Valchiria» di Monaco è lei, la «Forza» e la «Volontà» del monumento a Bismarck per il concorso internazionale di Amburgo sono lei; tutti questi corpi di donna robusti ed agili, tutte queste membra possenti e delicate, tutte le purezze di queste fronti, tutti gli slanci di questi atteggiamenti sono suoi, di lei. La natura e la vita l'hanno fatta così, nel corpo e nell'anima, forte e soave, superba e gentile; così come l'ho vista, io l'ho riprodotta ed eternata nel marmo e nel bronzo. Queste sono cose visibili e tangibili, che non ammettono dubbie interpretazioni. Questo è il fondamento dei miei diritti su lei e dei suoi su me stesso. Suo marito? Che importa se colui che sta per arrivare è suo marito? Marito, amante, è un altro a cui io non posso disputarla, a cui ella va ad offrirsi. Marito, amante: che cosa significano queste parole? Che valore hanno queste convenzioni? Il marito sono io, sono stato io, quando ho colmato la sua solitudine, quando ho condiviso la sua vita, quando ho palpitato e gioito e sofferto e creato per lei; l'amante, il rivale, il ladro, è lui che viene a rubarmela!...

      — Ma lei? — domandò finalmente Perez, che non aveva più tentato di interromperlo, rispettoso della sua ambascia; — ma lei, con che cuore gli va incontro? Se t'ama ancora, se va a lui per semplice dovere, di che ti lagni?

      — Ah, sì: di che mi lagno! Se mi ama ancora, dovrebbe bastarmi, non dovrei chieder altro! Perchè indagare quale specie di dovere, quale gradazione di sentimento, quale sfumatura di affetto la lega a lui? È una curiosità indiscreta, va bene? Ma se capisco, se vedo, se sento che egli non esercita un semplice diritto legale, riprendendola; che vanta diritti anche sul cuore di lei?... Quando tu ami le donne d'altri, lo sai che cosa ti induce a sopportare di non averle tutte per te? Oltre all'impossibilità d'evitare il possesso promiscuo, ti piega e ti placa la fiducia che esse ti ispirano, assicurandoti d'amare te soltanto, di provare antipatia, ripugnanza, disprezzo e ribrezzo per l'altro. Molte volte tu hai per l'appunto trionfato perchè hai trovato donne la cui anima è stata offesa, il cui corpo è stato profanato, la cui vita è stata spezzata da mariti brutali, indegni, malvagi. Che sentimento di gelosia puoi tu concepire per opera di costoro, ai quali le creature dolorose si sottopongono perchè non possono fare altrimenti, perchè una stolta legge sancisce l'iniqua necessità? Agguagliate a semplici cose, a proprietà materiali, private dell'esercizio della volontà e della libertà, esse sono sopraffatte nello stato d'inerzia, d'incoscienza, di sorda e cupa e disperata ribellione: tu non puoi provare gelosia, ma ira, sdegno e pietà. Lo so: qualche altra volta ti hanno mentito, giurandoti di amare te soltanto, di restar fredde e insensibili fra le braccia dell'altro; ma non ti sei accorto della menzogna, l'hai creduta perchè ti giovava crederla, e te ne sei compiaciuto e inorgoglito. Io sono dinanzi a una creatura a cui ho chiesto, da cui ho ottenuto sempre e soltanto la verità. Non solamente ella non mi ha detto che detesta suo marito, ma mi ha confessato di amarlo. Di amarlo, ti dico, e non sarai tu quello che ti stupirai perchè ci ama entrambi. Tu sai le complicazioni reali del cuore, così diverse dalla schematica semplicità che gli attribuisce la convenzione, la presunzione, l'ipocrisia. Lo ama, d'un amore senza dubbio diverso dal mio: ma che importa? Che consolazione me ne può venire? Io ho dovuto udire l'elogio di suo marito, per l'affetto profondo che le porta, per le prove che gliene ha date e gliene dà, per la condiscendenza con cui, nonostante il suo orgoglio britannico, ha lasciato che uno dei figli, il più piccolo, sia da lei educato in Italia, all'italiana; per la fedeltà che le serba, laggiù, nella Stanlesia, non ostante la facilità di avere quante donne gli piacerebbero.... Allora, sì, ho pensato che la menzogna ha del buono, che la verità è talvolta insopportabile. Ma ella non è donna da mentire nè da disdirsi. La sua volontà è forte, tenace, ostinata. Come dice ciò che pensa, così fa ciò che vuole. Le ho chiesto almeno una cosa, una sola: di non venire fin qui ad incontrarlo, di aspettarlo a casa, a Firenze. Non potendo impedire che egli ve la raggiungesse, mi sarei rassegnato per forza; all'idea che ella stessa si movesse per andare ad offrirglisi mi ribellavo. Ella ha detto di no, che non può, che ha promesso, che ha fatto così tutte le altre volte, prima di me; che io pretendo troppo, ciò che non può darmi, l'assurdo: ed eccomi qui per assistere al loro incontro, in queste condizioni, con queste certezze: capisci ora, capisci?....

      Egli gridò le ultime parole; a un tratto, guardandosi intorno, come uscendo da un sogno, domandò ansiosamente:

      — Dove siamo? Che ora è?

      Anche Perez volse intorno lo sguardo. Entrambi avevano smarrito la nozione del luogo e del tempo; lo sfondo del paesaggio, giù per il vallone della Marcia, più oltre fino alla riviera delle Palme, era sfilato loro dinanzi senza che lo riconoscessero; ora si ritrovavano nel rione di Mezzo, dove la folla, il movimento della città ricominciavano a circondarli.

      — Sono le quattro e un quarto, — disse Perez.

      — Le quattro e un quarto!... Via, al porto!... Sarà troppo tardi!...

      Perez lo seguì senza dir nulla. Fu sul punto di proporgli di cercare un'altra carrozza, ma poi pensò che avrebbero fatto più presto a piedi, prima di andare alla stazione più vicina. Lodovico, con l'ansia che lo sospingeva, col suo lungo passo, lo sopravvanzava; tratto tratto si rivoltava bensì, ma per domandargli, senza fermarsi: «Dove siamo?... Quanto manca ancora?... A destra o a sinistra?...» E Perez gli dava le indicazioni richieste, affrettandosi anch'egli, quantunque la ragione gli suggerisse di opporsi al disegno dell'appassionato, di trascinarlo altrove per impedirgli di assistere a quell'incontro. Ma la certezza che ogni tentativo sarebbe riuscito vano, che Lodovico sarebbe andato solo se egli avesse rifiutato di accompagnarlo, gli chiudeva la bocca. Un senso di curiosità, anche, il bisogno istintivo di sapere qualche altra cosa, di conoscere altre circostanze dell'avventura, di indagare le intenzioni dell'amico, lo tratteneva. Quali accordi avevano presi gli amanti? Quel marito che veniva dalla Stanlesia in Europa a così rari intervalli, quanto sarebbe rimasto presso la moglie? Presto o tardi non sarebbe ripartito?...

      — Torna per sempre? — non potè trattenersi dal domandare, quando il dubbio gli si affacciò.

      Parve che la domanda СКАЧАТЬ