Название: Italo Svevo: Opere Complete - Romanzi, Racconti e Frammenti
Автор: Italo Svevo
Издательство: Ingram
Жанр: Зарубежная классика
isbn: 9789176377062
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Si rivolse a Macario pregandolo di comunicare i suoi dubbî ad Annetta. Macario aveva l’accesso libero in casa Maller e poteva parlare con lei prima del mercoledì.
Ma Macario parve ne avesse poca voglia. Non celò la sua sorpresa all’udire della loro intenzione di fare un romanzo in collaborazione. Quantunque Alfonso si fosse già moderato, avesse compreso che non era dignitoso di dimostrare troppa gioia e gli sembrasse anche che gli era riuscito di apparire molto freddo, Macario lo guardò con un cattivo sorriso ironico dicendogli:
— Le mie congratulazioni!
Alfonso accompagnò Macario al suo ufficio. Macario sembrava molto distratto e quando egli gli disse con serietà che si sentiva onorato dalla proposta di Annetta e che voleva corrispondere a tanta fiducia con un lavoro continuo e accurato, Macario si coprì la bocca con la mano come se avesse avuto da celare uno sbadiglio. Alfonso era abbastanza buon osservatore per non credere a quello sbadiglio; aveva veduto sotto la mano la bocca aperta ma inerte, non contratta dal movimento istintivo. Macario era geloso! Tanto la distrazione quanto lo sbadiglio erano affettati, intesi a nascondere un’ira, un dolore.
Alfonso continuò a parlare col medesimo calore perché quando s’accorgeva di qualche cosa che gli si voleva nascondere, sua prima cura era di dissimulare d’essersene accorto.
— Mi faccia il piacere di dire alla signorina Annetta ch’io sono disposto a cominciare subito il lavoro, ma che mi occorrerebbe di sapere un poco più precisamente quello che ho da fare.
— Va bene! — disse Macario che ad Alfonso sembrò un poco più pallido del solito — quando avrò l’occasione di vederla, glielo dirò.
Gli dispiacque di aver parlato con Macario. Certo era che sull’amicizia di Macario egli non poteva più contare. Forse Macario non amava Annetta, Alfonso non poteva saperlo, ma era geloso di lui anche se solo per carattere geloso. Egli non aveva capito prima questo carattere perché era la prima volta che a Macario poteva aver dato ragioni di gelosia. Per il suo spirito e per la sua posizione sociale, Macario doveva essersi sentito sempre superiore a lui, ed era probabilmente appunto per avere più di spesso la soddisfazione di sentire e far sentire tale superiorità che aveva ricercato la sua compagnia. Probabilmente Macario lo aveva portato in casa Maller supponendolo tanto timido da non poter giungere giammai alla confidenza e all’amicizia di Annetta.
S’era dunque confidato ad un nemico e già gli aveva dato la possibilità di nuocergli, perché era probabile che Annetta desiderasse non si risapesse del loro progetto. Per quanto avesse voluto simulare freddezza, la sua gioia doveva essere trasparita e Macario era uomo capace di descriverla con esagerazioni ad Annetta. Lo vedeva riferire qualche frase sollevando quella sua mano talvolta più maligna della sua lingua e si figurava che bastasse per togliergli l’amicizia di Annetta, conquistata con tanta fatica. Si rammentava come era stato trattato quell’impiegato che aveva osato di corteggiare Annetta.
Anche quegli otto giorni furono poco aggradevoli, perché il timore di venir tacciato di poca delicatezza gli tolse la gioia dell’improvvisa amicizia di Annetta. Aveva atteso inutilmente di giorno in giorno qualche comunicazione da Macario in risposta alla domanda che gli aveva fatta; dunque costui non si curava neppure di celare il suo malvolere! Sembrava lo evitasse, perché in tutta la settimana non gli riuscì di vederlo.
Si recò da Annetta ansioso di apprendere come si fosse contenuto Macario; lo avrebbe appreso dall’accoglienza che gli sarebbe stata fatta.
Era adunata nel tinello tutta la compagnia composta di Fumigi, Spalati, Prarchi e Macario, e vi rimase per una mezz’ora anche Maller. Macario salutò Alfonso con un sorriso non cattivo, Annetta gli strinse la mano con calore. La sua amicizia non era diminuita dall’ultimo mercoledì. Alfonso venne portato improvvisamente ad altre idee ma non poté neppure gioire di essere stato tolto alle sue preoccupazioni perché la presenza di Maller lo disturbava, per quanto ne avesse avuto una stretta di mano amichevole per saluto.
Francesca sedeva in disparte sul canapè, con un ricamo in mano. Alfonso la salutò andando a lei che si alzò per dare maggior calore alla sua parola come sempre asciutta e alquanto brusca. Non si trovava mai in imbarazzo la signorina Francesca. Egli l’aveva udita parlare amichevole e allegra oppure irritata, sempre però brevemente con un fare deciso da persona che non si lascia imporre. Maller sedeva alla destra di Annetta, Spalati alla sinistra. Costui era sempre seduto accanto ad Annetta e sembrava che molto ci tenesse.
Alfonso, quantunque più degli altri turbato dalla presenza di Maller, poté notare quanto costoro mutassero il loro contegno per tale presenza.
Era l’epoca in cui quando si parlava di letteratura necessariamente si discuteva di verismo e di romanticismo, comoda questione letteraria a cui tutti potevano prendere parte.
Maller era partitante del verismo, però, volendo sembrare piuttosto spiritoso che dotto, confessava che i veristi gli piacevano più che altro perché non erano morali. Del resto faceva mostra di disprezzarli perché pensava che coi loro metodi fosse facile di giungere alla popolarità.
Spalati, di cui le massime, per quanto Alfonso ne sapesse, non dovevano troppo bene accomodarsi ai gusti di Maller, trovò subito il punto di vista dal quale poteva consentire al giudizio di Maller:
— Sì, ella che legge unicamente per diletto ha ragione di trovarci gusto.
Prarchi volle fare troppo. Volle provare a Maller, che lo negava, che il piacere che trovava a leggere quegli autori immorali derivava da un senso artistico inconscio.
— Ella crede di amarli per la ragione che dice, ma è certo che, senza ch’ella se ne accorga, sono i pregi artistici di quei libri che glieli fanno piacere.
— Sarà come ella dice, — disse Maller che sembrava di non comprendere che i due letterati facevano del loro meglio per lusingarlo — non capisco però perché certe pagine, che io mi so, più mi piacciano. Saranno forse le più artistiche.
Se aveva compreso che lo si voleva adulare, derideva allegramente gli adulatori.
Quando Maller aveva cominciato a fare le sue confessioni letterarie, Annetta disse ad alta voce ad Alfonso:
— Stia attento perché ne sentirà delle grosse.
Alfonso stette meno attento precisamente perché agitato dalla frase che in quel generale discorrere gli perveniva come un regalo inaspettato.
Maller ben presto si alzò e salutò tutti con un inchino. Si diresse verso Francesca seguito dallo sguardo attento di Alfonso. Sembrava che Francesca non si accorgesse ch’egli si avvicinava, ma quando le fu vicino, senza curarsi di affettare sorpresa, alzò gli occhi dal lavoro, lo guardò calma e gli stese la manina ch’egli altrettanto calmo strinse nella sua:
— Perché si rovina la vista facendo di tali lavori?
Ella ritirò la mano ch’egli ancora avrebbe trattenuto:
— Non mi fa male.
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