Название: Italo Svevo: Opere Complete - Romanzi, Racconti e Frammenti
Автор: Italo Svevo
Издательство: Ingram
Жанр: Зарубежная классика
isbn: 9789176377062
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Una delle affettazioni di Annetta dacché s’era data alla letteratura si era di far mostra di pigliar interesse a tutto e di voler conoscere i moventi di ogni cosa. Gli chiese di spiegargli che cosa fosse la nostalgia.
— È difficile! — cominciò Alfonso — ma qualche cosa credo di poterne dire.
Raccontò che prima di tutto era una malattia organica perché soffrivano i polmoni per la differenza dell’aria, lo stomaco per la differenza dei cibi, i piedi per la differenza del selciato. Quello che però rinunziava a descrivere era l’intensità del desiderio di rivedere i luoghi che si erano abbandonati, un muro nero, una via tortuosa col canale nel mezzo, infine una stanza incomoda mal riparata dalle intemperie; e non si poteva descrivere l’aborrimento per il palazzo in cui si abitava, alludeva a quello della banca, la via grande, spaziosa, e persino il mare:
— In quanto alle persone poi... è la stessa cosa.
— E me odiava molto?
— Odiarla no! ma avrei voluto essere molto lontano da lei, tanto lontano da essere a casa mia, e non soltanto per essere là, ma anche per non essere qui.
Temette che quel passato che descriveva con sincerità non sembrasse abbastanza passato e aggiunse delle spiegazioni. Egli odiava tutte le persone che si credeva obbligato di trattare in un dato modo; gli piaceva la libertà, e anche quelli che non erano suoi pari voleva poter trattare come tali.
Ah! era così bello parlare da pari a pari con Annetta. Sentiva la dolcezza di confidarsi a lei con libertà come se monologasse e questa dolcezza diede colore alla sua parola che, per quanto impacciata, fino ad allora era stata da letterato, ricercata e fredda.
Annetta lo ascoltava sorpresa. Quel giovane sapeva dunque anche parlare oltre che studiare?
Ella gli spiegò che quando si desiderava qualche cosa nella vita bisognava sapersela conquistare. Alfonso riconobbe l’idea dominante di Macario.
— Non è difficile di conquistare la mia amicizia. È la prima volta che parla con me. Non se ne sarà accorto, ma è quasi sempre muto. Non era poi mio ufficio di farla parlare.
Rise togliendo così alle sue parole tutto ciò che avrebbero potuto avere di offensivo. Anche Alfonso rise trovando comico quell’uomo che attendeva di venir fatto parlare.
Furono queste le prime idee che diedero ad Annetta l’intenzione di fare un romanzo insieme. Quel caratterino che le si rivelava con tale ingenuità le sembrò meritevole di venir descritto. Disse con semplicità quale fosse la prima idea venutale improvvisamente, ed era certamente migliore delle modificazioni posteriori.
— C’era una volta un giovinetto che venne da un villaggio in una città e il quale s’era fatto delle idee ben strane sui costumi della città. Trovandoli in fatti differenti da quanto aveva ideato si rammaricò. Poi ci metteremo un amore. Ella è stato talvolta innamorato?
— Io... — e unicamente per la paura gli batté più forte il cuore.
Aveva avuto l’intenzione di fare una dichiarazione.
Annetta fece accendere da Santo il gas e Alfonso fu nello stesso tempo abbacinato dalla luce e messo in istato di misurare quanto falso fosse il passo ch’egli stava per fare. Annetta era sempre la stessa; dava seccamente degli ordini a Santo il quale, e c’era da meravigliarsene, li eseguiva muto.
Ella lo fece sedere al tavolo.
— Ci occorrerebbe penna e calamaio... ma preferisco affidarmi per le prime idee alla memoria. Metteremo poi il nero sul bianco. Come farebbe dunque lei a svolgere questo romanzo?
— Bisognerebbe riflettere a lungo.
— Ci vuole tanto? Racconteremo la sua vita, — e qui si trovava ancora perfettamente nella prima idea. — Naturalmente invece che impiegato la faremo ricco e nobile, anzi soltanto nobile. La ricchezza serbiamo per la chiusa del romanzo.
Con un solo balzo leggiero la prima idea era stata abbandonata del tutto.
— Bisognerebbe lasciar tempo all’immaginazione!
— Ah! sì! — disse Annetta con la sorpresa di uno scolaretto cui venisse ricordata una massima dimenticata. — Sa cosa faremo? Ognuno per suo conto, indipendentemente del tutto dall’altro, metterà in carta le sue idee. Poi le confronteremo e ci metteremo d’accordo.
La proposta piacque immensamente ad Alfonso ed ebbe delle espressioni di gioia tanto ingenua che fece sorridere Annetta dalla compiacenza. Gli balenarono alla mente alcune buone idee per il romanzo ch’egli riteneva di aver compreso come dovesse essere per risultare conforme al desiderio di Annetta. Non vedeva che queste piccole buone idee, non il tutto. Non pensava del resto alla stampa e al pubblico. Per il momento non mirava ad altro che a fare buona figura con Annetta.
Parlarono dei lavori che fino allora avevano fatto. Annetta descrisse un suo romanzo, la biografia di una donna unita a un uomo non degno di lei. Si trattava di un’anima d’artista che col tempo faceva sì che il carattere del marito mutasse, e i due finivano coll’intendersela e vivevano insieme per molti anni in una felicità perfetta.
Ad Alfonso l’argomento non piaceva, ma Annetta accentuava che non poteva dire tutto quanto aveva scritto, che qui aveva descritto con grande accuratezza un paesaggio, là un’abitazione e Alfonso si mise ingenuamente ad ammirare quello che non c’era.
Alfonso descrisse il suo lavoro sulla morale. Parlandone gli pareva di averlo fatto tutto e seguendo un sistema opposto a quello di Annetta descrisse anche quello che non aveva fatto. Le indicò il nocciuolo dell’opera, la negazione anzitutto della morale come tutti l’intendono fondata su una legge religiosa o sul bene individuale.
— Se in una società fondata sulle nostre idee morali, — disse Alfonso — si trovasse un individuo avente l’energia di porsi al disopra di tutte queste idee, starebbe meglio di tutti, naturalmente avendo l’intelligenza superlativa occorrente per agire con astuzia e abilità nelle circostanze anormali nelle quali ben presto si troverebbe.
Annetta lo guardava meravigliata della singolare arditezza di tale assioma esposto con quella voce ch’ella fino a poco tempo prima non aveva udito che in un balbettio timido e tronco. Poi, con meno parole e meno energia, egli parlò anche del nuovo fondamento ch’egli voleva dare alla morale. L’esposizione della prima parte del suo lavoro aveva fatto impressione e non poteva sperare di ottenere un effetto eguale con l’altra in cui non si trattava di annientare delle leggi ma di fabbricarne, cosa noiosissima.
La gioia di vedersi legato in qualche modo ad Annetta fu tale che credette di poter correre a casa e stendere alla brava tutto l’argomento di un romanzo, fissandone anche i capitoli. Era cosa sorprendente quella di essere divenuto tutto ad un tratto il collaboratore di Annetta, e quando ripensava ai sentimenti per lui che nella settimana precedente egli le aveva attribuiti, gli sembrava cosa addirittura incredibile. Se si fosse imbattuto subito in Macario gli avrebbe gettato le braccia al collo per ringraziarlo della grande felicità di cui gli andava debitore e con l’espansione che dà la felicità gli avrebbe raccontato della proposta di Annetta e del valore ch’egli attaccava a tale proposta.
Intanto quella stessa sera una parte del suo entusiasmo venne raffreddato. Stese l’argomento nel minimo spazio possibile: «Un giovane nobile impoverito viene a cercare fortuna in città... perseguitato dal principale e dai compagni... amato da costoro perché con atto intelligente salva la casa da grossa perdita... СКАЧАТЬ