Scettica a Salem. Фиона Грейс
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Читать онлайн книгу Scettica a Salem - Фиона Грейс страница 6

СКАЧАТЬ alzò il suo bicchiere come a voler fare un brindisi, le rivolse un sorriso compiaciuto e le fece l’occhiolino.

      Ecco fatto. Mia aveva perso la pazienza.

      “Davvero Cammy? Di che parola con la D stiamo parlando?”

      “Silenzio, Bold!” sibilò Bagley.

      “Me ne vengono in mente alcune di davvero adeguate a descriverla, signor Cameron, a partire da debosciato per andare a finisce con un semplice deficiente!”

      “Te l’avevo detto che avevo una brutta sensazione,” sospirò Nigel, prendendosi la testa fra le mani.

      Nella sala calò il silenzio.

      “Cosa mi ha appena detto?” chiese Miles Cameron, le guance improvvisamente rosse.

      “Ho detto che lei è un deficiente,” disse Mia senza esitazione. “E con quella parola intendo lento di comprendonio e incapace di capire un concetto molto semplice, come il motivo per cui abbiamo progettato quel medicinale, tanto per cominciare.”

      Nigel sollevò la testa dalle mani e guardò Mia con estremo rispetto, ma anche con terrore.

      Sullo schermo, Miles Cameron fissava la videocamera, furente. Dietro di lui tutto il suo entourage era impietrito. A quanto pareva, bisognava evitare a tutti i costi di far arrabbiare ‘Cammy’. Il tecnico informatico si nascose dietro al suo portatile, come se fosse uno schermo in grado di proteggerlo.

      “Gigi, vai a vedere a che punto è il pranzo,” disse con voce secca Miles Cameron rivolgendosi alla ragazza in bikini.

      “Certamente, Cammy…”

      “Come ha fatto lei ad entrare nel mio team medico? Lei è arrogante, maleducata e incredibilmente insubordinata. Bagley? A che stavi pensando?”

      Bagley scattò sull’attenti, accecandosi quasi un occhio con un dito mentre cercava di sistemarsi gli occhiali.

      “Uhm… è solo una componente secondaria del team, signore. Un semplice garzone. Del tutto sostituibile.”

      “Davvero Tim?” gli chiese Mia, lanciandogli un’occhiata torva. Non poteva credere che si stesse aggrappando a questo. Fece un respiro profondo e cercò di parlare con calma. “Senta, signor Cameron. Il fatto è che sono stata io a creare il meccanismo che fa funzionare Phoxy. Sono un componente critico della squadra di lavoro. Avranno bisogno che io proceda, indipendentemente da come lei intenda commerciare il medicinale.”

      “Non è vero!” esclamò Bagley. “Assolutamente falso.”

      Mia si voltò verso Tim Bagley, che si sentì annichilito sotto al suo sguardo.

      “Ti ricordi come abbiamo inibito il PTP1B, Tim?”

      “Dovrò dare un occhio ai miei appunti.”

      “A me non serve. Abbiamo usato un piccolo peptide, il F2PMP.”

      “Certo…”

      “… E come abbiamo aumentato la potenza?”

      “Ehm, non me lo ricordo,” disse Bagley, la fronte imperlata di sudore. “Con un gruppo fenile?”

      “In realtà si è trattato di un gruppo naftalene.”

      “Ok, ok,” disse Miles Cameron. “Vedo che lei è brava nel suo lavoro, Bold. Vuole una posizione migliore? È di questo che si tratta? Un piccolo sfogo per ottenere l’attenzione del capo? Per mostrare quanto vale? Va bene. Chiaramente lei è un elemento importante del Centro Farmaceutico. Cosa vuole?”

      Mia non aveva idea di cosa rispondere. Gli aveva già detto quello che voleva.

      “Vuole il lavoro di Bagley? Nessun problema.”

      “Ma sono io il capo,” disse Bagley, tentando di autoconvincersene.

      Cameron lo ignorò e continuò a restare concentrato su Mia.

      “Posso darle una posizione di maggiore rilievo nella società, farla avanzare velocemente. Entro la prossima primavera farà duecentomila dollari. Ma c’è una condizione. Deve essere d’accordo con il fatto che Phoxy diventerà una pillola dietetica. Altrimenti può prendere le sue cose e andarsene a casa.”

      Mia fece un respiro profondo e chiuse gli occhi per controllare la propria rabbia. Quindi era così che lavorava questo tizio. Quando voleva qualcosa, se lo comprava o faceva una minaccia. Ci pensò su un secondo. Voleva prestare fede alle proprie parole? Non era questo il significato di integrità?

      “Se lei trasforma Phoxy in una pillola dietetica e abbandona del tutto le prove per il diabete,” disse Mia, “sarò costretta a dare le dimissioni.”

      Nigel scosse la testa e le fece segno di stare zitta.

      Il sorriso a trentadue denti di Miles Cameron si dissolse e i suoi occhi si colmarono di indignazione.

      “L’ha detto lei, Bold!” disse, agitando un pugno in aria come un bambino frustrato, con le gocce di saliva che gli saltavano fuori dalla bocca a ogni parola. “Le risparmio la rogna di doversi dimettere. Tutti sono sostituibili. Lei è licenziata!”

      CAPITOLO TRE

      Quando Mia ebbe ripulito la sua scrivania e venne accompagnata fuori dall’edificio, era solo mezzogiorno. Prese i suoi bagagli e imboccò la strada pensando a come ammazzare il tempo nelle sei ore che le restavano. Il cielo di Trenton era nuvoloso e minacciava pioggia, quindi si sistemò in uno Starbucks. Mentre aspettava il suo tè verde con latte e la sua schiacciata, ripensò all’orribile scambio intercorso tra lei e Miles Cameron. La maggior parte delle persone avrebbero voluto avere la freddezza mentale necessaria per dire agli altri ciò che realmente pensavano, ma Mia lo faceva sempre. A volte se ne pentiva a posteriori, ma non oggi. Miles Cameron era un bullo. Era contenta di averlo affrontato. Mentre sorseggiava il suo tè, pensò anche alla scomoda verità: aveva perso tanto il suo appartamento che il suo lavoro.

      Cosa dovrei fare? si chiese, rendendosi conto di non avere un minimo straccio di piano. Quella constatazione la colpì. Non era una cosa che sua mamma diceva sempre quando era bambina? Ricordava un giorno che erano seduti al tavolo di linoleum della cucina, quando ancora c’era il suo padre naturale, lei con i piedi penzolanti dalla sua sedia, intenta a guardare Frank che beveva il suo caffè e sfogliava le pagine di una rivista.

      “Non hai nessun piano, vero?” gli aveva detto sua madre, mentre asciugava una scodella con uno strofinaccio rosso e bianco.

      “I piani non fanno che mettere i bastoni tra le ruote alla fortuna, cara,” aveva ribattuto lui. Poi aveva fatto l’occhiolino a Mia. “Su, piccina. Pare che la mamma abbia bisogno di una giornata libera.” Quelle parole significavano sempre che c’era un’avventura ad attenderli.

      Per una volta avrebbe voluto essere più come Frank. Sembrava che niente lo preoccupasse mai. Era l’incarnazione del detto latino carpe diem, cogli l’attimo. Per ora le sembrava che fosse stata la giornata a cogliere lei. Ricomponiti, pensò. Non vuoi che Mark ti veda fare così.

      “Mia,” chiamò la barista.

      Mia prese il suo pranzo e si accomodò a un tavolino. E adesso? Beh, avrebbe dovuto escogitare un piano. Il pensiero di ricominciare da capo in un altro laboratorio la metteva СКАЧАТЬ