Delitto (e baklava). Блейк Пирс
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СКАЧАТЬ London rispose.

      Elsie sgranò gli occhi.

      “Direttrice! Oh mio Dio. Allora, sei tu …”

      La sua voce scemò.

      “Sarà un problema?” London chiese.

      “Spero di no” Elsie rispose, facendo spallucce. “Te lo dirò quando ci saremo sistemate.”

      London si sentì per la prima volta leggermente a disagio da quando era giunta a Budapest.

      Per quanto emozionata fosse per questo nuovo lavoro, sentiva di essersi cacciata in qualche guaio.

      Potrebbero esserci problemi in paradiso, pensò.

      CAPITOLO CINQUE

      London ed Elsie attraversarono la passerella, giungendo all’area reception, che assomigliava alla lobby di un albergo piccolo ma lussuoso.

      “Siamo sul ponte Minuetto” Elsie disse, mentre London firmava nel registro. “I ponti traggono i loro nomi da Eine Kleine Nachtmusik.”

      London sussultò alla menzione del pezzo che sua madre aveva suonato così spesso, quando lei era stata piccola.

      Meglio abituarsi a sentirne parlare, pensò.

      La nave aveva il nome di quella composizione, dopotutto.

      “Inizieremo dalla cima e, poi, scenderemo” Elsie riprese, mentre entravano in ascensore, che le portò al piano superiore.

      Qui trovarono il ponte superiore della nave, che Elsie disse chiamarsi il ponte Rondò. Era un enorme ponte soleggiato, con sedie a sdraio, disposte tutte intorno ad una piccola vasca ad immersione. La vista tolse di nuovo il fiato a London, che si girò a godersela tutta. Era la vista migliore sulla città che avesse avuto fino ad allora.

      Elsie accompagnò London fino alla parte anteriore della nave, dove la vetrata del ponte torreggiava su tutto.

      Elsie indicò il ponte e gridò.

      “Yoo-hoo! Oh, Capitano Hays!”

      Un corpulento uomo di mezz’età, con baffi da tricheco, infilò la testa fuori dalla porta. Sembrava che stesse conferendo con alcuni membri del suo staff.

      “Sì?” chiese.

      “Le ho portato l’ultimo acquisto del nostro personale” Elsie gridò. “Questa è la nostra direttrice, London Rose. London, questo è il nostro intrepido capitano, Spencer Hays.”

      Le sopracciglia del capitano ammiccarono in modo un po’ provocante.

      “‘London Rose,’ giusto?” disse con uno spiccato accento inglese. “Mi fa piacere che ce l’abbia fatta. Un nome grazioso per una donna graziosa. Incantato, ne sono sicuro.”

      London rispose: “Sono onorata di essere a bordo, Capitano Hays.”

      “Brava!” il capitano esclamò. “Avremo più tempo per conoscerci durante il viaggio. Farò tutto ciò che è in mio potere per rendere piacevole la sua presenza qui.”

      Tornò dentro il ponte, per continuare a conferire con lo staff.

      “Vieni, prendiamo le scale” Elsie la invitò.

      London seguì l’amica lungo le scale a spirale, che le condussero al ponte Minuetto. Dettero una rapida occhiata alla lounge sulla prua della nave, che aveva sedute dall’imbottitura morbida ed enormi finestre con una vista spettacolare sul fiume. Una melodia familiare iniziò a riecheggiare attraverso gli altoparlanti della lounge. Elsie non conosceva il nome della composizione, ma era certa che si trattasse dell’opera di Mozart.

      “Questa è l’Amadeus Lounge” Elsie le disse. “Io sono il capo bartender qui” aggiunse con orgoglio. “Ho uno staff composto da quattro membri, o cinque? Ad ogni modo, sarà sufficiente a farmi ubriacare di potere. Mi piacerà davvero comandare le persone.”

      “Sono sicura di sì” London replicò con un ghigno.

      Passarono di nuovo per l’area reception, attraversando un corridoio caratterizzato dalle cabine. Indicando le insegne sulle porte delle cabine, Elsie disse: “Puoi vedere che abbiamo un tema per le cabine e le suite più lussuose: la musica del Danubio.”

      London si accorse dei nomi che erano stati assegnati alle camere: Liszt, Haydn, Schubert e altri compositori della regione del Danubio. Elsie usò una chiave elettronica per aprire la grand suite “Beethoven”. London sentì immediatamente una piacevole musica al piano, che le sembrò di riconoscere dai ricordi dell’infanzia: “Per Elisa”.

      La suite era grande e lussuosa, con una zona salotto separata e un balcone. Era decorata da elementi riconducibili alla Vienna del diciannovesimo secolo, incluse pagine di spartiti musicali.

      “Non avevo mai visto una suite così grande su una nave” London commentò.

      “Sì, ma non sono sicura che verrei qui in luna di miele” Elsie disse, indicando un grande ritratto di Beethoven sopra il letto.

      London osservò il compositore, e vide che aveva le braccia conserte e un cipiglio di apparente disapprovazione. Non sembrava che lui fosse dell’umore adatto all’amore.

      “Immagino che fosse noto per essere arrabbiato ed irascibile” disse.

      “Sì, beh, non ci sono immagini che ritraggono Beethoven sorridente e allegro, come se stesse canticchiando ‘ooh-la-la.’”

      Appena tornarono in corridoio, Elsie disse: “Ci sono solo due di queste grand suite. Trovi anche alcune suite più piccole e cabine molto eleganti su questo ponte.”

      London seguì Elsie per delle scale ancora più a spirale, fino al livello successivo, il ponte Romanza. Conteneva cabine di grandezza media, che avevano i nomi di altre leggende musicali:  Brahms, Bartok, Johann Strauss II e persino i cantanti della Famiglia Trapp.

      Entrarono nello sfarzoso Habsburg Restaurant, dove i tavoli erano perfettamente apparecchiati, in vista del prossimo pasto; poi tornarono alle scale, e scesero per un’altra scalinata fino al piano inferiore, il livello Allegro.

      Le camere qui non avevano alcun nome speciale, ed Elsie accompagnò London ad una porta con sopra il numero 110. Ma quando Elsie aprì la porta, London si stupì vedendo che i suoi stessi bagagli erano stati lasciati all’interno.

      “Oh, cielo!” London sussultò. “Il facchino deve aver portato i miei bagagli nella camera sbagliata!”

      Era una camera singola, piccola ma solo leggermente meno lussuosa della suite che aveva visto due ponti più in alto. Era in realtà più bella di alcuni degli alloggi passeggeri più economici che aveva visto sulle sue crociere sull’oceano.

      Elsie prese London sottobraccio con finta preoccupazione.

      “London, siediti. Ho qualcosa da dirti che potrebbe procurarti un po’ d’agitazione.”

      Dette una spintarella a London sul letto, e l’aiutò a sedersi.

      “So che sarà uno shock per te” disse, “ma il facchino non ha commesso alcun errore, e non devi affatto perdere i sensi o svenire. Questa è СКАЧАТЬ