La Sua Omega Proibita. Kristen Strassel
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Название: La Sua Omega Proibita

Автор: Kristen Strassel

Издательство: Tektime S.r.l.s.

Жанр: Современная зарубежная литература

Серия:

isbn: 9788835409373

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СКАЧАТЬ nella speranza che quando le avessi messe assieme in qualche modo sarebbero diventate intere.

      “Le mie amiche stanno ballando.” Non avevo idea se fosse così che una beta avrebbe dovuto parlare con un reale. Tutto quello che sapevo era che gli omega non lo facevano mai. E c’era il problema del contatto visivo. Rischiai tutto e lo guardai in quegli splendidi occhi color onice. “Non ho un compagno.”

      Lui si mise a ridere. Il mio cuore smise di battere mentre finiva a precipizio nello stomaco. L’unico movimento nella stanza erano i miei muscoli pulsanti. Quest’uomo aveva un tale effetto su di me. Forse era il suo potere, il pericolo di essergli così vicina, ma il mio corpo stava andando completamente in tilt.

      “Neanche io ho una compagna,” disse alla fine. “Ma mi piacerebbe ballare con te.”

      Oh.

      Tese la mano. Non era liscia come mi sarei aspettata. Il Re era un guerriero che guidava i suoi eserciti in battaglia contro gli umani. Le sue mani, ruvide per i calli, avrebbero provocato una sensazione deliziosa muovendosi lungo la mia pelle. Le sue unghie erano corte e lisce, senza segni di polvere del deserto. Non indossava alcun anello, ma il suo polsino di cuoio era chiuso con un gemello di diamanti. Le mie mani erano raggomitolate in grembo, umide per la paura e segnate da anni di duro lavoro. Se nient’altro aveva tradito la mia condizione, le mie mani avrebbero segnato il mio destino.

      Forse non gli importa. La mia lupa mi stava implorando di vivere spericolatamente, questa sera. E nessuno diceva di no al Re.

      Misi la mano nella sua, e lui se la portò alle labbra per baciarla. Quel morbido contatto mi sconvolse.

      La corrente elettrica che schizzò lungo il mio corpo poteva essere sufficiente a farmi mutare. Strinsi gli occhi, negoziando silenziosamente con la mia bestia mentre Sua Maestà mi faceva alzare. L’altra mano era dietro la mia schiena, e mi premeva contro il suo corpo. Tutto nel Re era duro e pronto all’azione. Il calore che saliva dai suoi pantaloni fu sufficiente per sciogliermi la pelle. Un’immagine di noi due nudi, inondati dal chiaro di luna, le sue labbra sulla mia pelle, mi balenò in mente.

      Feci un respiro profondo, concentrandomi sulle rose accanto a noi.

      “Ti piacciono,” disse lui. “Prima ho visto come le ammiravi.”

      “Mi ricordano mia madre.” Finalmente potevo dire la verità.

      “Anche la mia le adorava. Ora guardami, mia rosa.”

      Ora che avevo il suo permesso, incontrai sfacciatamente il suo sguardo. Doveva ancora chiedermi il mio nome, e mi domandavo cosa gli avrei detto. Ora che ero così vicina a lui, gli avrei mentito di nuovo?

      La verità era mortale come le bugie.

      Un’altra immagine mi balenò davanti, e vidi chiaramente il Re nella sua forma di lupo. Una forma che gli era stata strappata via. Era ancora più bello, da animale. Mi feci forza, come se dovessi proteggerlo da quello che stava succedendo nella mia testa. A stento.

      Si fece avanti, mancando di poco le dita dei miei piedi nudi, mentre il complesso iniziava la sua prossima canzone. Merda. Una beta avrebbe conosciuto quei balli così formali.

      “Ti va di ballare qui?” Ecco un bel salvataggio.

      “Sì.” Il movimento successivo venne dai suoi fianchi, e il puro istinto prese il sopravvento. Iniziai a muovermi a tempo con il suo corpo. “Ora che ti ho trovata, voglio tenerti tutta per me.”

      Forse avrebbe dovuto sembrare una minaccia, ma per me e il mio corpo pulsante, in qualche modo, sembrò… una promessa.

      CAPITOLO CINQUE

ADALAI

      Non ero dovuto andare lontano per trovare la mia femmina. Rifugiarmi nel mio ufficio per evitare qualsiasi domanda ingiustificata mi aveva portato proprio a lei. Solo che era ferita e tremava come una foglia, e l’istinto ruggente nel mio petto richiedeva che la confortassi.

      Non capivo il perché di quel sentimento. Ma non avevo intenzione di mettere in discussione il mio istinto. Mi aveva condotto troppe volte sulla strada giusta. Soprattutto in guerra. E avvicinarmi a questa donna per calmarla sembrava proprio la cosa giusta da fare.

      “Non ti ho mai visto qui, prima d’ora,” mormorai, non volendo spaventarla. Sembrava a un passo da scappare di nuovo, anche se la tenevo stretta. Una forza brillava nei suoi occhi. Potevo scorgerla, e forse era la sua caratteristica più affascinante.

      Allora perché sembrava sabbia pronta a scorrermi tra le dita?

      “Non frequento spesso festeggiamenti del genere, mio Re,” rispose lei piano.

      “È un peccato.” Ondeggiai con lei alla debole musica che attraversava le pareti dalla sala da ballo. “Credo che tu sia proprio la gioia che mancava a tutte le mie celebrazioni.”

      “La gioia?” Rise leggermente, e ancora una volta tremò anche se il suo sguardo rimase fermo. “Nessuno mi ha mai definita così, prima.”

      “Un crimine.” Piegandomi in avanti, respirai il suo profumo. Cannella dolce e qualcosa di terroso che non riconoscevo. Il lupo incapace di uscire si agitò nel mio petto, apprezzando quell’odore. “Devo dichiarare punibile per legge il fatto che una bellezza come te non sia abbastanza apprezzata?” le chiesi. Ricordarle il mio potere non sembrava un’idea poi così brutta. Sembrava necessario. “Devo chiedere che qualche testa rotoli sul pavimento, mia rosa?”

      Divenne rigida tra le mie braccia. “No.” La sua voce venne fuori strozzata prima che si schiarisse rapidamente la gola e riprovasse. “No, non è necessario. Certo che no. “

      Mi tirai indietro, aggrottando le sopracciglia mentre lei abbassava di nuovo gli occhi.

      Qualsiasi altra femmina avrebbe riso a quella battuta. O almeno sarebbe arrossita e andata in estasi al mio tentativo di flirtare.

      Cazzo. Non ero bravo a farlo. Non lo ero mai stato.

      Di solito non mi preoccupavo più di tanto. Ma questa volta era differente. Volevo che lei si fidasse di me.

      “Come ti chiami?” La mia voce era ruvida di desiderio. Era più che evidente, ma non mi importava.

      Incontrò di nuovo il mio sguardo mentre la sua piccola lingua scivolava fuori per inumidire le labbra. “Prima voi, Maestà,” sussurrò, “ditemi qualcosa di voi che nessun altro conosce.”

      I suoi occhi erano blu come zaffiri. Guardarli così profondamente mi fece sentire perso per diversi secondi. Mia, rimbombò il lupo dentro di me.

      “Ho paura di rimanere solo,” risposi. “Che nessuna donna sia abbastanza forte per essere mia, per camminare al mio fianco come dovrebbe fare una Regina. Che questo mondo sia troppo stravolto. Troppo incasinato per farmi trovare qualcuno con cui stare, come invece è riuscito a fare mio padre prima di me.”

      Merda.

      Chiusi la bocca. Era l’unico modo per impedire che quella cascata di segreti si riversasse fuori.

      La musica sfumò.

      Noi rimanemmo fermi.

      E la mia femmina mi fissò con quegli occhi cerulei così pieni di emozione. Pieni di domande e paure. E comprensione.

      Era sola СКАЧАТЬ