Le Tentazioni Di Una Principessa Americana. Dawn Brower
Чтение книги онлайн.

Читать онлайн книгу Le Tentazioni Di Una Principessa Americana - Dawn Brower страница 5

Название: Le Tentazioni Di Una Principessa Americana

Автор: Dawn Brower

Издательство: Tektime S.r.l.s.

Жанр: Историческая литература

Серия:

isbn: 9788835400189

isbn:

СКАЧАТЬ Se il resto della sua visita a New York fosse andato altrettanto bene, sarebbe potuto tornare a casa prima del previsto e forse avrebbe ottenuto un incarico migliore nel frattempo.

      Non avrebbe voluto accettare quello che aveva adesso, ma aveva sentito di doverlo fare. Se voleva farsi un nome, doveva intraprendere i passi necessari per dimostrare ai superiori che potevano fidarsi di lui- per quanto la questione potesse essere spiacevole. Era stato mandato lì a New York, perché volevano qualcuno che osservasse gli sforzi dei suffragisti.

      L’Inghilterra aveva i propri problemi riguardo ai diritti delle donne, quindi era prudente capire come fosse il clima ovunque. Alice Paul era un’americana che si era immischiata con le Pankhurts in Inghilterra ed era stata lei ad attirare l’attenzione degli ufficiali del governo. In parte la missione di Julian consisteva nell’assicurarsi che lei non ritornasse. L’ultimo periodo passato nel sistema carcerario non era stato- piacevole per lei. Certamente, quello era un eufemismo per quello che aveva sopportato. A causa della sua testardaggine verso la causa, avrebbe potuto morire di fame, quindi erano stati costretti a nutrirla contro la sua volontà. Fortunatamente era sopravvissuta ed era tornata a casa. Finché fosse rimasta a casa sua, non sarebbe più stata un problema per l’Inghilterra.

      Anche se Alice Paul faceva parte del suo incarico, non lo occupava del tutto. Julian non avrebbe dovuto seguirla in giro o spiarla. Sarebbe sembrato strano se lo avesse fatto. Era un membro dell’aristocrazia e per lui sarebbe stato più facile infiltrarsi nella società newyorchese. Avrebbe fatto la propria parte per apparire come un uomo di mezzi e nel suo tempo libero avrebbe curiosato nel movimento suffragista. Probabilmente c’erano anche delle donne delle classi elevate che non erano soddisfatte di quello status quo. Miss Brianne Collins sembrava una di queste…

      I suoi rapporti con i suoi amici Alexander e Andrew Marsden gli rendevano più facile avvicinarsi a lei. Gli avevano dato anche un pretesto per parlare con lei alla Penn Station, ma ciò non significava che lei si fidasse di lui. Sembrava che Miss Collins pensasse che lui fosse sgradevole da guardare. Avrebbe dovuto sforzarsi di farle cambiare idea. Lei sarebbe potuta essere la persona della quale lui aveva bisogno per spiare le suffragette e riferire i loro progressi a casa. Gli uomini dell’alta società erano i suoi altri obiettivi. Erano quelli che potevano controllare la situazione negli Stati Uniti ed accedere ai livelli più alti del governo federale. Poiché tenevano in mano tutte le carte, per così dire, sarebbero stati loro a rendere possibile un cambiamento.

      Comunque, Julian non capiva la ragione per la quale si preoccupavano di ciò che stava accadendo in America. Perché l’Inghilterra non poteva decidere da sola se accordare o no alle donne più diritti, senza interessarsi a quello che succedeva nel mondo? Era un problema serio e lui capiva perché gli uomini non volessero cedere il controllo che avevano avuto da ben-da sempre; comunque, le donne avrebbero dovuto avere la capacità di scegliere da sole cosa volevano nella loro vita, senza che nessuno glielo imponesse. Ciò non significava che lui avrebbe ammesso alcune delle pratiche adottate dalle Pankhurst. Erano pericolose e radicali.

      Comunque, avrebbe fatto il proprio dovere, che gli piacesse o no.

      Capitolo 3

       Giugno 1911

      Brianne odiava il teatro. Sfortunatamente, era uno dei pochi posti in cui potesse andare per mettersi in mostra ed anche per socializzare. Non era mai riuscita a capire il senso dell’usare il teatro per quello scopo. L’unico momento in cui si potesse veramente avere una conversazione, era l’intervallo. Per il resto del tempo, ci si trovava o rinchiusi in un palco privato- per quelli abbastanza ricchi da permettersene uno, e grazie a Dio sua madre lo era-o schiacciati nei posti stretti della parte principale del teatro. Non aveva mai assistito ad uno spettacolo che le fosse piaciuto e, come debuttante, ne aveva visti molti. Almeno le davano una scusa per vestirsi con fantasia. Il suo vestito era di una tollerabile seta viola coperta da un pizzo delicato. Aveva anche una morbida stola bianca da drappeggiare intorno alle spalle per proteggersi dal freddo, ed aveva acconciato i capelli con delle perle, quasi come una corona.

      Entrarono nell’Harris Theater e si avviarono verso il palco che avevano riservato per tutta la durata del soggiorno a New York. William condusse Brianne e la madre al palco. Neppure lui sembrava più contento di Brianne di essere a teatro. Si trovavano in città ormai da un mese e, fino a quel momento, non aveva soddisfatto le loro aspettative. Era noiosa come Lilimar e non dava segni di potere procurare neppure un grammo di divertimento.

      William tirò indietro la tenda che portava al loro palco ed indicò loro di entrare. La madre entrò per prima, sedendosi sul lato destro, mentre William si sarebbe seduto accanto a lei. Brianne entrò nel palco dopo di lei e si fermò, vedendo un volto maschile familiare che si trovava già lì. Accidenti. Sarebbe stata costretta a parlare con quell’animale perverso durante lo spettacolo, perché il suo posto era proprio vicino a quello di Brianne, dal lato opposto del palco rispetto alla madre e al fratello.

      “Milord”, Brianne chinò il capo. Sia madre aveva insistito riguardo alla giusta etichetta con lei ed anche se era cresciuta in America, Brianne non rinnegava le proprie radici inglesi. Julian Kendall era il figlio di un duca e quella posizione andava rispettata. “Non sapevo che conoscesse i Dewitt.” Era la famiglia proprietaria del palco che avrebbero usato per quella serata. Si accomodò alla destra di Julian, mentre William si sedette vicino alla madre.

      “Sono dei miei parenti”, rispose lui tranquillamente. “Un po’ alla lontana. Siamo imparentati attraverso la mia trisnonna Alys Dewitt Kendall, ma non ho mai capito veramente in che modo. Ho imparato a non farmi domande riguardo alle stranezze della mia famiglia o, soprattutto, riguardo a qualsiasi cosa che coinvolga quell’antenata in particolare.”

      A Brianne non importava realmente molto della sua parentela con la famiglia Dewitt. Avrebbe preferito esserne a conoscenza, prima di acconsentire a quella serata. Era stato William a proporre il teatro. Già solo per quello, avrebbe dovuto capire che era una cattiva idea. Suo fratello non proponeva mai di uscire di casa ed odiava gli spettacoli. Beh, forse stava un po’ esagerando, ma Brianne non riusciva a ricordare l’ultima volta che si era sentita così irritata. “Affascinante”, disse con un tono leggermente sarcastico. “Per favore, mi racconti qualcosa di più.” La sua voce non avrebbe potuto essere più priva di emozioni. Sperava che lui non prendesse realmente le sue parole come un incoraggiamento.

      “Principessa”, disse Julian, poi ridacchiò sommesso. Come se quella parola affettuosa lo divertisse in particolare. Servì solo ad aumentare l’irritazione di Brianne. “Non si preoccupi, non oserei mai raccontarle tutti i dettagli delle mie parentele. Quello va bene per gli individui che fanno già parte della famiglia o che hanno in effetti una possibilità di diventare uno dei nostri stimati membri.”

      Se si trattava di insulti…quello in particolare la colpì come uno schiaffo. Come osava? “Allora è una fortuna che io non abbia alcuna aspirazione ad imparentarmi con qualcuno di prossimo e caro a lei.” Si chinò leggermente verso di lui e disse, in un sussurro pungente, “Preferirei ficcarmi un pugnale in un occhio che passare il resto dei miei giorni al suo fianco.”

      Sin dal loro primo incontro alla Penn Station, erano stati in disaccordo. Brianne cercava il più possibile di evitarlo. Era veramente un uomo orribile. Era andato varie volte a casa loro in città, per incontrare William, ma lei aveva fatto del proprio meglio per evitarlo in ogni occasione. Una volta lo aveva visto passeggiare a Gramercy Park e si era diretta apposta in un ’altra direzione.

      “Che meraviglia”, rispose lui tranquillamente. “Allora siamo assolutamente d’accordo.” Si accomodò di nuovo al proprio posto e fissò il palco. “Cosa sa dello spettacolo al quale stiamo per assistere?”

      Niente. Perché non le importava assolutamente di cosa si СКАЧАТЬ